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Festival dei popoli

‘Last Stop Before Chocolate Mountain’ la recensione

Un documentario che ci porta a guardarci dentro e scoprire il vero sogno che possiamo raggiungere, senza mirare al successo come valore contemporaneo

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Presentato in anteprima nazionale al Festival dei Popoli il 10 novembre 2022, il film documentario scritto e diretto da Susanna della Sala. Un documentario tutto italiano prodotto da Marco Visalberghi e Sherin Salvetti per DocLab e dopo la proiezione al festiva dei Popoli ed essere stato selezionato al Festival di Locarno, sarà anche nelle sale distribuito da ZaLab.

Un film che ci aiuta a ricostruire il sogno delle nostre vite.

Last Stop Before Chocolate Mountain

Di cosa parla Last Stop Before Chocolate Mountain

Il documentario racconta la comunità sorta ai piedi del monte di cioccolata, a Bombay Beach, In California, Stati Uniti. Dopo un’emergenza climatica, il lago, alterato nella sua composizione chimico-organica, ha portato la distruzione di tutta la fauna lacustre e il rischio sanitario ha allontanato dal deserto quasi tutti gli abitanti della zona. Solo pochi di loro, per necessità o attaccamento alla terra e al passato, sono rimasti ad abitare case di fortuna in condizioni precarie. Ma la comune passione per l’arte li ha uniti, ha dato loro forza e insieme hanno iniziato a celebrare la Biennale di Bombay Beach che ancora oggi è portata avanti: una mostra d’arte delle opere realizzate dagli abitanti.

Una storia che ci costringe a fare i conti con noi stessi, ci riporta al nostro passato e ci mette davanti alle nostre responsabilità: non solo di abitanti della Terra e in quanto tali responsabili dei nostri comportamenti per garantire la longevità del pianeta, ma anche quelle che abbiamo come figli, genitori, donne e uomini sui nostri legami e sul nostro futuro. Non esiste il fallimento in questo fazzoletto di mondo: anche il rapinatore di banche, oggi, grazie all’arte, può aspirare a godere il futuro.

Last Stop Before Chocolate Mountain

La storia è ambientata negli Stati Uniti, una terra diventata, negli anni Venti, approdo di milioni di persone da tutto il mondo. Oggi si assiste al degrado più totale, al fallimento del sogno americano. Persone che vivono in baracche di fortuna, che non hanno nulla e dal nulla costruiscono oggetti, opere d’arte e ogni cosa.

Il sogno della vita da ricostruire

È davvero fallito il sogno americano? È davvero fallita la vita di ognuno di noi? È inutile continuare a inseguire i nostri sogni di fronte alla distruzione del mondo e delle vite? Queste sono le domande che spinge prepotentemente verso di noi, il film.

“i vecchi stanno morendo e i figli non vogliono le loro proprietà […] tutti i nostri amici stanno morendo quindi portiamo avanti noi la festa”

Si può ancora vivere sulla Terra? Questa è la madre di tutte le domande. Dove la vita sembra impossibile, dove le condizioni di chi vive a Bombay sono persino peggiori di quelle che possiamo immaginare pensando all’altra faccia della medaglia degli Stati Uniti d’America, guardando quei posti come fossimo allo zoo, per citare uno dei personaggi, tutto incomincia a riaffiorare tenace, come i giardini coltivati dagli abitanti del posto, nell’aridità del deserto. C’è persino un geologo che studia la vita della montagna di cioccolata; c’è l’arte che salva tutti, che salva i rapporti incrinati tra genitori e figli, magari impossibilitati a parlarsi perché scomparsi persino da questa terra.

Un posto dove le favole si possono avverare.

L’arte diventa anche un modo per distruggere il passato, riprendere il controllo su di esso e ricostruire il futuro non inseguendo il successo, ma semplicemente vivendo la vita fine a se stessa.

Bombay è lontana dalla grande città, dalla metropoli. Nel Novecento, quando le metropoli esplodono dal brulicare delle persone riversate nelle strade e gli stimoli del mondo colpiscono l’uomo talmente tanto da annientarne il sentimento, in periferia, ce lo ricorda Simmel, il sentimentalismo è più diffuso, le cose non sono tutte di uno stesso colore grigio, ma c’è spazio per il sentimento, per le relazioni, per la lentezza. Questo è quello che succede a Bombay e che Last Stop Before Chocolate Mountain ci mostra in trasparenza.

E allora è fallito il sogno americano? Forse il sogno che dobbiamo cominciare a vivere è proprio quello che ci permette di notare le stelle illuminate la notte, il tramonto che colora di rosso, giallo e arancio le nostre vite, proprio come hanno imparato a fare gli abitanti di Bombay Beach.

Last Stop Before Chocolate Mountain

  • Anno: 2022
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: ZaLab
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Susanna della Sala

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