Rimettiamo in gabbia l’uccellino.
Taxidrivers, nata da spiriti creativi e liberi, da sempre coerente ai suoi valori, non può restare indifferente di fronte a questo clamoroso e feroce accaparramento di una creazione: Twitter.
L’operazione di acquisizione di Twitter condotta cinicamente da Elon Musk sin dalle prime manovre speculative (la presunta rescissione dell’accordo a quasi un passo dalla sua conclusione, per poi repentinamente ultimarlo al costo di 44 miliardi di dollari), non ha tardato a manifestare la sua vera essenza.
ll primo atto della nuova proprietà è stato il licenziamento di quattro top manager: Elon Musk si è insediato subito come CEO ad interim di Twitter, continuando a pianificare licenziamenti. Coinvolti dai tagli, circa metà dei dipendenti, in palese violazione della legge sul lavoro degli Stati Uniti.
Ciò che più sconcerta è la modalità chiaramente priva di qualunque rispetto: senza preavviso, i dipendenti sono stati privati dell’accesso ai sistemi interni. Soltanto una e mail ad informare il personale dell’eventuale licenziamento.
I più colpiti da questo improvviso taglio, i dipendenti delle comunicazioni, dei contenuti, dell’ingegneria. In nome del ripristino della libertà di parola, Elon Musk ha contraddittoriamente e unilateralmente tolto prospettive esistenziali a chi ha contribuito a dare sostanza alla creazione che di, fatto, ha trafugato.
Le reazioni a questa deriva padronale non si sono fatte attendere. La Volkswagen ha raccomandato ai suoi marchi di sospendere la pubblicità a pagamento su Twitter fino a nuovo avviso. General Motors e General Mills hanno manifestato i propri disappunti alla scalata di Musk.
Nel nostro piccolo, anche @TaxiDriversRoma sceglie. Sceglie di cancellare il proprio profilo su Twitter. Di abbandonare un luogo che non rispecchia più la partecipazione, la condivisione, la libera espressione.
Un vero e proprio atto di forza e sopraffazione, l’acquisizione di Twitter ha sancito la nuova era di un capitalista senza scrupoli.
A cui non daremo nessun appoggio.