Adria al Festival dei popoli 2022 o quello che resta di un’epoca lontana. Il mediometraggio di Alessandro Garbuio cerca di raccontare un passato non troppo lontano che si ripercuote sul presente.
La sinossi di Adria
Nella città di Ivrea si è realizzata un’utopia, ormai lontana nel tempo: quella della Olivetti, legata a doppio filo con la comunità locale. Un sogno industriale che se da una parte mirava inevitabilmente al successo e al profitto, dall’altra proponeva un progetto sociale che implicava una relazione del tutto nuova e compartecipativa tra imprenditore e operai, oltre a un rapporto fertile tra quella che era stata la “fabbrica in mattoni rossi” e la città stessa, capoluogo del Canavese.
Cosa rimane oggi di un sogno perso in un’epoca lontana e quali echi gli sopravvivono? Il film di AlessandroGarbuio è un viaggio nel tempo e nello spazio alla ricerca di un lascito intellettuale e materiale che sembra essersi dissolto in presenze fantasmatiche, luoghi dimenticati e ricordi sbiaditi. (Fonte: Festival dei popoli)
La recensione
Più che un film una lettera, una lettera d’amore a un luogo e un tempo mai davvero dimenticati. Anche perché le immagini che scorrono sullo schermo sembrano dire che quel passato tanto decantato ha ancora ripercussioni. Non a caso il presente non ha quasi motivo di esistere senza l’influsso di quello che è stato.
Materiali d’archivio e riprese moderne aiutano lo spettatore a entrare in sintonia con il tempo e lo spazio protagonisti indiscussi di Adria.
Una vita vissuta alla giornata
Né i più anziani né i più giovani riescono a vedere via d’uscita. I primi fermamente ancorati a un qualcosa che non potrà più essere; i secondi abbattuti e scoraggiati dalla prospettiva quasi inesistente. Per questo entrambi sembrano vivere alla giornata.
Quando siamo diversi non siamo speciali.
La Olivetti è solo un escamotage per raccontare in realtà quello che la vita pone di fronte ai cittadini di quel dato luogo come a quelli di un qualsiasi altro.
Sempre guidati dalla voce fuoricampo del regista, soffre chiunque, dai personaggi agli spettatori. Con un’amara nostalgia addosso.