In occasione dell’arrivo su Sky e NOW – il 21 novembre – de I viaggiatori, si è tenuto l’incontro tra la stampa, il regista Ludovico Di Martino e il nutrito cast. Un’elegante sala dell’Hotel Eden di Roma ospita artisti e giornalisti, pronti a condividere le emozioni e le aspettative legate al progetto.
I viaggiatori | Incontro con Ludovico Di Martino
Lo stesso Di Martino apre le danze, raccontando le origini del suo nuovo lavoro. «Il coraggio è di chi ci è venuto dietro, come Sky e Groenlandia. Non è scontato investire cifre così importanti con volti nuovi, attori giovani. Per noi è spontaneo e divertente.
Mi piace pensare e dire che sia frutto di un processo naturale e irrazionale.
Perciò non è tanto il coraggio mio, io amo gli attori e l’idea di fare un film con protagonisti alla loro prima esperienza mi esaltava. Hanno meno filtri, ovviamente c’è una dose di rischio, ma anche così si raggiunge la freschezza».
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Il concetto di star system in Italia
Per quanto riguarda la scelta di volti poco noti, alla prima esperienza, Di Martino ci tiene a sottolineare cosa lo ha spinto in una simile direzione. «Noi non abbiamo ancora uno star system di attori giovani, ma forse stiamo iniziando con qualche serie. Penso per esempio a un film come Dune, portato avanti da due giovani come Timothée Chalamet e Zendaya e mi rendo conto di quanto il sistema produttivo americano funzioni da questo punto di vista, della creazione di star.
Tutto ruota intorno al concetto di gioco, che è molto serio e che il nostro cinema deve finire di scoprire.
Credo che un film debba divertire, coinvolgere, cercando di veicolare dei messaggi. Il nostro è un film molto libero».
Vanessa Scalera e il personaggio della Dottoressa Sestrieri
«Ludovico è un regista straordinario – interviene Vanessa Scalera, interprete della Dottoressa Sestrieri, una dei villain del film – con una voce che mette tranquillità e, quando dice le cose, quelle sono.
Sentivo quasi una nenia.
I registi, secondo me, devono avere queso tipo di voce. Mi è piaciuto il lavoro fatto sui ragazzi, mi ha dato una grande soddisfazione. Poi sono una fan della passione, dell’abnegazione, e Ludovico ne mette tanta nel suo mestiere».
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«Come riferimento per il personaggio di Vanessa – aggiunge Di Martino – avevo Ade di Hercules. Poteva essere credibile e ho sempre condiviso gli ideali della dottoressa Sestrieri. Da lì nasce l’idea del prostetico: è una donna che ne ha subite tante e nessuno le avrebbe offerto le medesime possibilità nel presente. Ma nel passato, coi fascisti, sì. È bello avere un cattivo con delle motivazioni condivisibili».
Mi divertiva che i cattivi fossero adulti, è un gioco intellettuale.
«È stato un gioco vedermi in quei panni – conclude la Scalera – dopo tre ore di trucco. La parte difficile era lavorare sul corpo, anche per ritrovare una certa sensualità. La mia è una donna che ritrova se stessa e una certa vitalità».
Riferimenti e parola chiave
Addentrandosi nella vera e propria realizzazione della pellicola, le curiosità hanno riguardato ovviamente i riferimenti del regista, sia in chiave stilistica che narrativa. «Tra i riferimenti per I viaggiatori ci sono film quali Pagemaster e La storia infinita. Tutti abbiamo iniziato a vedere film in televisione, un po’ lì subivamo anche, con gli spot pubblicitari nel mezzo. Mi piaceva quindi far riferimento a quel cinema che subivo da ragazzino. Devo ammetterlo, I Goonies non fa parte della mia adolescenza, quando l’ho visto non mi è piaciuto.
Ma il cinema con cui si cresce è indiscutibilmente bello e inattaccabile.
Cortocircuito è stata la parola chiave sin da subito – prosegue Di Martino – anche in fase di scrittura. L’idea del periodo (l’Italia fascista, del 1939, ndr.) mi è venuta in mente perché ci affascinava la distanza relativamente ampia, che poi viene percepita come siderale. C’è una specie di barriera tra generazioni, ci affacciamo sulla storia come su un libro impolverato. Lo scopo era quello di cercare di abbattere la distanza tra noi e la nostra memoria.
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I viaggiatori | Incontro con i protagonisti
La parola passa quindi al resto dei protagonisti, a partira da Matteo Schiavone, che veste i panni di Max. «Non ero abbastanza consapevole di ciò che stavo per fare, ma me la sono goduta. Ho apprezzato il fattore umano, più che quello professionale».
Di parere simile, Fabio Bizzarro, che presta il volto al simpatico Flebo, migliore amico di Max: «Per me è stata una bella esperienza, faticosa ma ho imparato molto».
«L’esperienza sul set è diversissima dall’Accademia – spiega Andreagaia Wlderk (Greta) – La scuola ti prepara e non ti prepara.
Ho dovuto fare i conti con l’essere pronta.
Mi ricordo il consiglio di Gianmarco, durante il ritiro, che mi ha detto “non ti fidare della vocina che dice che non sei brava abbastanza, fidati degli altri“».
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Chiude il cerchio Francesca Alice Antonini (Lena): «Io pensavo di essere più tranquilla, dopo il film d’avventura che ho girato in Cina, poi in palestra mi sono resa conto delle difficoltà. Ho dovuto imparare le arti marziali, in poco tempo, partendo da zero. Ho iniziato a stringere i denti e a crederci tantissimo, ed è scattata la molla del fomento più totale. Poi il fatto che ci fossero i fascisti mi ha riportata ai miei 14 anni e al primo cordone di protesta».
I viaggi nel tempo
L’interessante e piacevole incontro si è concluso con una curiosità, legata a uno dei temi principali de I viaggiatori. Se poteste viaggiare nel tempo, dove vi piacerebbe andare?
La Scalera vorrebbe «tornare nel Medioevo ed essere Santa Caterina da Siena». «Io nel 1500 per vedere come facevano l’amore le persone», dice Schiavone, mentre Bizzarro sceglie il futuro.
Saurino si rivela «affascinato dalla Rivoluzione francese», la Wlderk tornerebbe «ai tempi dei Romani, o ancora più indietro, alle tribù italiche» e la Antonini «all’antica Grecia, anche se sono già abbastanza in difficoltà in questa epoca… (ride, ndr.)».
«Sembra una cosa un po’ così ma avrei voluto vedere Roma negli anni Sessanta, Settanta – racconta Di Martino, a cui spetta il compito di chiudere l’incontro – La soffro questa cosa… Quando vado per Via Veneto col motorino sento di aver sbagliato epoca».
*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.