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Festival dei popoli

Festival dei Popoli 2022. A Firenze va di moda il documentario

Il 63° Festival dei Popoli dal 5 al 13 novembre a Firenze: la sfida del futuro in 100 documentari

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Festival dei Popoli 2022

Dal 5 al 13 novembre a Firenze al cinema La Compagnia e in vari luoghi della città é partito il Festival dei Popoli
Focus su clima e ambiente, le vite contro nei film musicali, le immagini familiari di Annie Ernaux, cinema e social visti dalle nuove generazioni, la mano dei grandi registi come Guzman e Herzog

Le ferite italiane, non ancora rimarginate: il G8 di Genova e gli operai della GKN
Dalla Toscana le storie dell’isolotto e la vita di Margherita Hack

Il grande omaggio ai Dardenne: retrospettiva, masterclass e prima italiana di Tori e Lokita

Tutto questo é il Festival dei popoli edizione 2022

Jean-Pierre e Luc Dardenne - Wikipedia

La fiamma che arde e si spegne nella carriera di Sinead O’Connor in Nothing Compares di Kathryn Ferguson; l’omaggio ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne con una retrospettiva a loro dedicata, una masterclass e la prima nazionale del loro ultimo film Tori e Lokita; il cambiamento climatico nel distopico Everything Will Change di Marten Persiel, capofila dell’ampia sezione dedicata all’ambiente. La firma inedita del Nobel Annie Ernaux come regista, al fianco del figlio, in The Super 8 Years. Ancora, il focus sulle ferite aperte in Italia, la storia della battaglia degli operai della GKN di Campi Bisenzio in E tu come stai? di Filippo Maria Gori e Lorenzo Enrico Gori, e quella per la verità a più di vent’anni dai fatti del G8 di Genova in Se fate i bravi di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone; lo scoppio della rivolta oltreoceano, in Cile nel 2019, nelle splendide immagini di My Imaginary Country di Patricio Guzmán; la dedica a Werner Herzog: Radical Dreamer di Thomas von Steinaecker, per festeggiare al meglio gli 80 anni del grande regista tedesco. E le storie da Firenze: quella dell’Isolotto in Le chiavi di una storia – La comunità dell’Isolotto di Federico Micali e la dedica a Margherita Hack in Margherita. La voce delle stelle di Samuele Rossi. Sono alcuni tra i 100 film in programma alla 63° edizione del Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, che si terrà a Firenze dal 5 al 13 novembre nei cinema La Compagnia, Stensen, Spazio Alfieri e Institut Français e in altri luoghi della cittàMAD –Murate Art District, 25 Hours Hotel, VideoLibrary Mediateca Regionale Toscana e a Prato al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.

Il 63° Festival dei Popoli 2022  – presieduto da Vittorio Iervese, per la direzione artistica di Alessandro Stellino e quella organizzativa di Claudia Maci – presenterà il meglio del cinema documentario mondiale in un programma ricco e accompagnato da numerosi ospiti internazionali e nazionali. La 63ma edizione è realizzata con il contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione CR Firenze e Publiacqua.

Il 63° Festival dei Popoli 2022 sarà inaugurato sabato 5 novembre alle 21 dalla prima nazionale di Everything Will Change di Marten Persiel, il documentario prodotto dalla Wim Wenders Grant of Film e distribuito in Italia da Cloud 9, protagonista anche del manifesto dell’edizione 2022 del festival, dedicato al futuro dell’ambiente. Il film ci porta in un distopico 2054: tre giovani anticonformisti intraprendono un viaggio tra le memorie naturali e la loro bellezza oggi dispersa, sperando di scoprire cosa è successo al loro pianeta. La risposta sta nel passato e quando trovano la chiave in un decennio – il 2020 – in cui un futuro colorato era ancora possibile, tutto cambia. In questo insolito road movie, la finzione incontra la realtà scientifica per esplorare la questione più urgente del nostro tempo: l’estinzione della fauna selvatica. Il futuro sta a noi sceglierlo e al film partecipano anche i pareri di validi scienziati ed esperti autori – tra cui lo stesso Wenders. Il primo giorno si svolge tutto al cinema La Compagnia: si inizia con Rewind & Play di Alain Gomis (ore 15), un ritratto di Thelonious Monk, che mostra la sensibilità del grande pianista jazz in contrasto con il rigido schematismo delle esigenze televisive, per proseguire con Il valore della donna è il suo silenzio di Gertrud Pinkus (ore 16), storia di archivio, ironica e malinconica, di un’emigrante del Sud Italia nella Germania degli anni Settanta. E poi Happy Pills di Robert Arnaud e Paolo Woods (ore 18.30), un viaggio attraverso sei paesi in un mondo in cui la chimica (tra antidepressivi, oppioidi e stimolanti) è la risposta definitiva alla ricerca del benessere umano.

Festival dei Popoli: le novità aspettando la prossima edizione

Il programma e le novità Festival dei popoli 2022

Il programma del 63° Festival dei Popoli 2022 propone 100 documentari divisi in varie sezioni. Oltre alle opere del Concorso Internazionale (18 inediti in Italia) e il Concorso Italiano (7 inediti nazionali di giovani talenti del nostro Paese), il festival presenta poi, come di consueto, una selezione proveniente dall’archivio storico del festival, Diamonds Are Forever, quest’anno a cura di Alina Marazzi, tra cui spicca la firma del Premio Nobel per la Letteratura, la scrittrice Annie Ernaux, che firma The Super-8 Years con il figlio David Ernaux-Briot, con i girati familiari realizzati tra il 1972 e il 1981, dove l’intimo, il sociale e la storia del tempo rivivono con il gusto e il colore di questi anni. Ancora, quest’anno sarà dedicata una retrospettiva ai fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne, protagonisti anche di una masterclass, mentre la sezione degli omaggi continua con le proiezioni dedicate ai rivoluzionari Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel, e al cinema visionario del regista Pierre-Yves Vandeweerd. Si aggiunge alla sezione degli omaggi Jennifer Baichwal, una delle cineaste più impegnate nel raccontare l’impatto delle azioni dell’uomo sull’ambiente. Torna e cresce di intensità il focus sulle sfide ambientali in Habitat, come i documentari per le famiglie e i più giovani di Popoli for Kids and Teens. I titoli per il grande pubblico sono proposti nella sezione Doc Highlights fuori concorso, novità di quest’anno, con grandi cineasti protagonisti (due sue tutti: Patricio Guzman e Werner Herzog), e in Let the Music Play, la sezione dedicata al documentario musicale, con originali profili di artisti storici e contemporanei. Uno sguardo alle nuove generazioni in Doc At Work – Future Campus, con i corti di giovani registi e registe provenienti dalle scuole di cinema di tutta EuropaSi rinnova l’appuntamento di Pop Corner: incontri ai confini della realtà, i talk del festival presso il salotto del 25th Hours Hotel Firenze (Piazza di San Paolino, 1) dal 7 al 10 novembre alle ore 19: ogni sera un tema, due ospiti e un moderatore per animare una chiacchierata aperta al pubblico. “Immaginare Mondi possibili”, “Immaginari femminili”, “Immaginari al Lavoro”, “Immaginari Sostenibili” sono i temi delle 4 serate collegate ad alcuni dei film in programma.

Il Concorso Internazionale presenta 18 titoli in prima italiana e internazionale (lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi) per la giuria composta da Jordan Cronk (USA, Los Angeles), Heidi Fleisher (USA, attiva a Parigi) e Paolo Moretti (Italia) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio (euro 8.000); Premio al Miglior Mediometraggio (euro 4.000); Premio al Miglior Cortometraggio (euro 2.500) e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico.

Nei nove giorni di programma, fari puntati sul Concorso Italiano: 7 documentari che rappresentano il meglio della produzione italiana del 2022. Il concorso si apre con la prima nazionale di Ardenza di Daniela De Felice (6/11), un ritratto femminile d’emancipazione nell’Italia degli anni 90, attraverso l’atmosfera inebriante dell’impegno politico e l’onnipotenza della giovinezza. La storia dell’isola-carcere Gorgona, a 19 miglia dalla costa Toscana, ultima colonia penale agricola d’Europa, viene ripresa in Gorgona di Antonio Tibaldi (9/11). Una storia italiana protagonista anche in Il Posto (7/11) di Mattia Colombo e Gianluca Matarrese: è quella di un autobus, che viaggia di notte a basso costo, che porta una moltitudine di infermieri del Sud Italia, ogni mese, attraverso il Paese per tentare il concorso pubblico nelle grandi città del Nord, dove solo pochi di loro troveranno posto e lavoro. Stonebreakers di Valerio Ciriaci (12/11) interroga il rapporto tra storia e lotta politica in un’America, colta nel mezzo della rivolta Black Lives Matter, che mai come oggi è chiamata a fare i conti con il proprio passato. Sempre negli USA è ambientato Last Stop Before Chocolate Mountain di Susanna Della Sala (10/11), sulle rive di un lago tossico, nel deserto della California, a Bombay Beach: qui la videocamera indaga una comunità dove l’arte riesce, nei modi più inaspettati, a guarire gli animi. Storie di immigrazione, poi: di chi riscopre le origini, nel viaggio intimo nella vita di Sokuro, figlio di immigrati burkinabé residenti in Italia, che tramanda la tradizione di famiglia sposando Nassira, in An Italian youth di Mathieu Volpe (8/11), o come quelle, più drammatiche, di chi cerca di approdare in Europa tramite il confine balcanico, nel film Go Friend, Go di Gabriele Licchelli, Francesco Lorusso e Andrea Settembrini (11/11), ambientato tra Patrasso in Grecia, Šid in Serbia, Bihać in Bosnia e Trieste in Italia. La giuria del concorso italiano è composta dalla produttrice Nadia Trevisan, dal regista Duccio Chiarini e dalla curatrice e ricercatrice Giulia Simi che assegnerà il Premio al Miglior Documentario Italiano (€ 3.000,00).

I fratelli Dardenne: Retrospettiva

Saranno Jean-Pierre e Luc Dardenne gli ospiti d’onore: il festival dedicherà ai due registi una retrospettiva dei loro film che culminerà con una masterclass e con la proiezione in prima nazionale di Tori e Lokita, presentato in concorso al 75° Festival di Cannes e in uscita nelle sale italiane a fine novembre, distribuito da Lucky Red. Ambientato nel Belgio dei giorni nostri, è la storia di un giovane e di un’adolescente giunti dall’Africa da soli. la loro unica arma contro le difficili condizioni di vita che si trovano ad affrontare è la loro solida amicizia. La retrospettiva è curata da Daniela Persico che modererà anche l’incontro pubblico con i registi previsto per la mattina di venerdì 11 novembre al cinema La Compagnia (ore 11, ingresso libero). Saranno presentati i loro film documentari degli esordi e le più rinomate opere di finzione. Vincitori di due Palme d’oro per Rosetta nel 1999 (10/11) e per L’enfant – Una storia d’amore nel 2005 (8/11), i Dardenne hanno esordito con i documentari “Le chant du rossignol” (1978), “Pour que la guerre s’achève, les murs devaient s’écrouter” (1980), per poi fondare la casa di produzione Dérives e successivamente Les Films du Fleuve che, oltre ai loro, ha prodotto anche alcuni film di Ken Loach, Xavier Beauvois, Jacques Audiard. La svolta arriva con La promessa del 1996 (11/11), il film che li rivela alla critica internazionale e pone le basi per un cinema asciutto e anti-spettacolare, fortemente radicato nel reale. Seguono, sempre con grande successo di pubblico e critica, Il matrimonio di Lorna del 2008 (7/11) Il ragazzo con la bicicletta (6/11), Gran premio della giuria a Cannes. Il percorso prosegue con “Due giorni, una notte” (2014), “La ragazza senza nome” (2016) e “L’età giovane” (2019). In programma anche Il figlio del 2002 (9/11). Nell’ambito dell’omaggio ai Dardenne la proiezione “Il fare politica – Cronaca della Toscana Rossa” di Hugues Le Paige (del 2005, dall’archivio del festival) prodotto dai registi belgi: un racconto, ancora attuale, che abbraccia un ventennio, con 4 militanti del PCI che attraversano le trasformazioni del proprio partito e di un intero paese. La retrospettiva è realizzata in collaborazione con Lucky Red, Fondazione Culturale N. Stensen, Wallonie-Bruxelles International (WBI).

Il matrimonio di Lorna - Wikipedia

Omaggio a Lucien Castaing-Taylor e Verena Paravel

Continua il focus su registi d’avanguardia del Festival dei Popoli, con l’omaggio a Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel, in presenza dei registi. I due cineasti e ricercatori sono membri fondatori del Sensory Ethnography Lab (SEL) di Harvard, un laboratorio multidisciplinare che ha operato una vera e propria rivoluzione all’interno del mondo accademico. Saranno proiettati Leviathan (11/11), a dieci anni dalla prima presentazione, il loro nuovo e attesissimo film De Humani Corporis Fabrica (8/11), insieme a Caniba (8/11) e Somniloquies (11/11). Gli autori incontreranno il pubblico mercoledì 9/11 al MAD – Murate Art District (ore 11:45, ingresso libero). Parte della retrospettiva si terrà a Prato al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. L’omaggio è realizzato con il contributo di Città Metropolitana di Firenze e Unifrance e in collaborazione con Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.

Omaggio a Pierre-Yves Vandeweerd

Arrivano al festival i lavori di Pierre-Yves Vandeweerd, cineasta belga, autore di film visionari su zone di guerre, come quella in Nagorno-Karabakh, enclave armena in Azerbaigian che indaga sia in Inneres lines (7/11) che in The Eternals (9/11), come su fenomeni naturali, protagonisti in For the Lost (8/11). Il regista incontrerà il pubblico martedì 8 novembre al MAD – MURATE Art DISTRICT (ore 11.45, ingresso libero).

Omaggio a Jennifer Baichwal

Il Festival dei Popoli presenta gli ormai classici Watermark del 2014 (11/11, Spazio Alfieri) e Anthropocene del 2018 (12/11, Stensen), a cui seguirà alle 11.30 un incontro a ingresso libero con la regista. Sempre sabato 12 novembre, alle 15.30 al cinema Stensen, sarà proiettato Into the Weeds, dedicato alla causa legale contro Monsanto e il suo erbicida tossico che crea danni a lungo termine alla salute (seguirà un incontro con la regista). L’iniziativa è realizzata con la collaborazione di Fondazione Stensen che, insieme a Valmyn, distribuisce per l’Italia i documentari Watermark e Anthropocene.

Let The Music Play

I documentari spettacolari a tema musicale arricchiscono la sezione Let The Music Play!: da sottolineare Nothing Compares di Kathryn Ferguson (9/11) che rivisita la parabola artistica della cantautrice irlandese Sinead O’Connor, intransigente sul piano politico e vessata dai media per istanze che nel presente sono diventate un elemento di unione e condivisione. In programma poi, tutti in prima italiana: Meet Me in the Bathroom di Will Lovelace e Dylan Southern (13/11) racconto dell’ultima stagione gloriosa del rock nella New York anni Zero di Strokes, Interpol, Yeah Yeah Yeahs; il ritratto di uno dei padri del jazz moderno, Thelonious Monk, in Rewind & Play di Alain Gomis (5/11); l’accesso intimo senza precedenti nella vita della cantautrice anti-influencer Courtney Barnett in Anonymous Club di Danny Cohen (11/11); un nuovo e intimo documentario, Cesária Évora di Ana Sofia Fonseca (12/11), con filmati inediti sulla vita della cantante di fama mondiale, che segue le lotte e il successo della Diva a piedi nudi; la dimensione onirica tra pubblico e privato del cantautore Giovanni Truppi in Il rumore dell’universo di Gabriel Azorin (9/11) e, infine, l’avanguardistico mondo underground di Yann Keller, che produce e ricicla gli strumenti per la sua arte in Not Available – It’s About Yann Keller di Federico Savonitto e Gianni Sirch (9/11).

Doc Highlights

Film speciali e firme d’autore albergano nella sezione Doc Highlights. Protagonisti innanzitutto due grandi interpreti del cinema documentario: il celebre regista Patricio Guzmán in Mi País Imaginario (12/11), con l’emozionante racconto delle proteste a Santiago de Cile nell’ottobre 2019 per una maggiore democrazia e una nuova costituzione, e Werner Herzog: Radical Dreamer di Thomas von Steinaecker (7/11), dedicato al maestro Herzog e ai suoi 80 anni, attraverso filmati d’archivio e pareri dei suoi celebri collaboratori, tra cui Christian Bale, Nicole Kidman e sua moglie Lena. In un viaggio internazionale che torna in Italia: a Campi Bisenzio (Firenze), dentro la fabbrica della GKN con E tu come stai? di Filippo Maria Gori e Lorenzo Enrico Gori (10/11), che riprende la reazione dei circa 500 operai licenziati nel luglio 2021, dietro al motto partigiano Insorgiamo, fino al passato ancora recente e sanguinante, come quello dei fatti di Genova nel 2001 al G8, che rivivono in Se fate i bravi di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone (7/11): i grandi temi di quei giorni sono i temi di oggi, solo più urgenti. E ancora, la dedica a Margherita Hack in Margherita. La voce delle stelle di Samuele Rossi (12/11), in occasione del centenario dalla nascita dell’astrofisica di fama internazionale e prima donna in Italia a dirigere un Osservatorio Astronomico. Tra i “toscani”, da segnalare Le chiavi di una storia – La comunità dell’Isolotto del fiorentino Federico Micali (6/11), che racconta la storia e la vita, la resilienza che origina dalle contestazioni del ‘68, dello storico quartiere di Firenze. Fashion Babylon di Gianluca Matarrese (12/11) che descrive il lato nascosto della moda, tra prime file glamour e camere d’albergo economiche, tra successo e riconoscimento di un mondo in crisi. Da citare Angels of Sinjar di Hanna Polak (12/11), che porta in Iraq settentrionale, nel 2014, a incontrare Hanifa, una giovane donna Yezidi, miracolosamente sopravvissuta all’attacco dell’ISIS contro la propria minoranza etnica. Dall’Oriente e oltre, poi, con Eternal Spring di Jason Loftus (8/11), documentario di animazione candidato all’Oscar dal Canada, che dalla Cina si muove in Nord America, con il racconto, nel suo 20° anniversario, dell’evento che sconvolse lo Stato cinese, quando nel marzo 2002 il segnale della tv pubblica venne violato dai membri del gruppo spirituale segreto Falun Gong. Il film riporta in vita la storia, inseguendo i protagonisti e i loro ideali politici, e lo fa con le animazioni dai disegni del fumettista Daxiong (Justice League, Star Wars), un praticante del Falun Gong, e testimonianze dirette. Ancora, la storia lunga una vita, in The Cathedral di Denis Dobrovoda (10/11), quella di un monaco spagnolo, espulso dal suo monastero, che in 60 anni costruisce da solo una gigantesca cattedrale, mentre la sua comunità lo etichetta come pazzo. Attuale, infine Secret Friend di Maria Ramos (12/11), che inquadra gli ultimi anni del Brasile, sull’orlo dell’instabilità politica con il governo Bolsonaro e sul ruolo decisivo che la magistratura ha svolto in questo processo in vista delle nuove elezioni.

Habitat

Centrale in questa edizione la sezione Habitat, realizzata con il contributo di Publiacqua e con la collaborazione di Fondazione Finanza Etica, sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’emergenza climatica, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geopolitico – che si compone in totale di nove titoli. Oltre al già citato film d’apertura Everything Will Change di Marten Persiel, la selezione presenta The Territory di Alex Pritz (9/11) sull’instancabile lotta del popolo indigeno Uru-eu-wau-wau dell’Amazzonia brasiliana contro l’invadente deforestazione portata avanti dai coloni illegali e da un’associazione di agricoltori non indigeni. Just Animals di Saila Kivelä e Vesa Kuosmanen (6/11): un coraggioso documentario su una giovane attivista finlandese che compie rischiose incursioni notturne negli stabilimenti di allevamenti intensivi, facendo i conti con l’indifferenza delle persone. Una delle storiche battaglie contro lo sfruttamento del territorio è al centro di Into the Weeds di Jennifer Baichwal (12/11), che segue la causa del giardiniere Lee Johnson e la sua lotta per la giustizia contro il gigante agrochimico Monsanto (ora Bayer, che ha acquistato l’azienda nel 2018), produttore del diserbante tossico Roundup. Le atmosfere artiche di Historja – Stitches from Sapmì di Thomas Jackson (8/11) fanno da cornice per la vicenda poetica e visivamente affascinante delle popolazioni indigene nel nord del mondo, che affrontano lo stravolgimento del clima con i propri metodi magici e mitologici, accompagnati dall’artista di fama mondiale Britta Marakatt-Labba. Di inquinamento si parla nel corto Flying Fishes di Nayra Sanz Fuentes (11/11) attraverso la storia dei pesci volanti, oggi a rischio, intesi da migliaia di secoli e in diverse culture come simboli di ricerca, libertà e realizzazione. L’acqua è protagonista nei corti Aralkum di Mila Zhluktenko e Daniel Asadi Faezi (11/11), dove dune di sabbia diventano onde e viceversa nel deserto di Aral, e in Luma di Eleanor Mortimer e Liridon Mustafaj (11/11), tra ricordi e leggende del fiume Valbona lungo le Alpi albanesi, una volta importante compagno degli abitanti del posto che oggi vede il suo corso minacciato dall’edificazione di nuovi stabilimenti industriali. Infine, Fashion Reimagined di Becky Hutner (7/11) sulla stilista Amy Powney del marchio di culto Mother of Pearl, stella nascente della scena della moda londinese, che – dopo aver vinto un ambito premio Vogue – decide di creare una collezione sostenibile e trasformare la sua intera attività.

L’edizione di quest’anno si impegna ulteriormente sul tema dell’attenzione per il mondo che verrà in relazione all’ambiente, al clima e al consumo sostenibile. Con questo obiettivo, il Festival dei Popoli si è impegnato nella creazione di una foresta grazie a Treedom, piattaforma con sede a Firenze che permette di piantare e regalare alberi a distanza e seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare. Gli spettatori della manifestazione potranno contribuire a ingrandire la foresta del Festival dei Popoli.

Popoli for Kids and Teens

Ampio spazio, inoltre, è dedicato agli adolescenti con i film di Popoli for Kids and Teens, una selezione di documentari rivolti ai più giovani coinvolti nella giuria del Young Jury Day, composta da ragazzi tra i 14 e i 17 anni che discuteranno online ed eleggeranno il miglior documentario della sezione nella giornata di domenica 6 novembre. In questa categoria, sei film tra lunghi e cortometraggi. Arriva in Italia Girl Gang di Susanne Regine Meures (13/11), la storia di una quattordicenne influencer di Berlino, Leonie (in arte Leoobalys), e delle sue agguerrite adoratrici, tra spensierati sogni per il futuro e autocontrollo maniacale; in sala anche l’esordio della regista Vida Dena My Paper Life (6/11), che usa colori pastello e tenere trame per raccontare la vita quotidiana di una famiglia siriana, migrata nel cuore dell’Europa, a Bruxelles; trova poi posto One in a Million di Joya Thome (6/11), documentario di formazione che indaga questioni attuali nel rapporto tra generazioni, tra successo e solitudine, amicizie e prime amori, nella storia a distanza tra due amiche, Whitney Bjerken, Youtuber di fama mondiale, americana della Georgia, e la sensibile Yara di Neumünster, nel nord della Germania, sua più grande fan. In programma poi il cortometraggio Seahorse di Nele Dehnenkamp (10/11), che affronta i traumatici ricordi della giovane yazidi Hanan, fuggita con la sua famiglia su un gommone, attraverso il Mar Mediterraneo, e il corto 19.91 di Emilia Sniegoska (10/11), la storia dell’incontro tra la diciannovenne tedesca Jette e una polacca di 91 anni, la signora Zofia, che ha trascorso la sua adolescenza nei campi di concentramento di Auschwitz e Ravensbrück. Infine More Than I Want to Remember di Amy Bench (10/11), sul viaggio della quattordicenne congolese Mugeni che raggiunge gli Stati Uniti per trovare il proprio posto nel mondo e iniziare una vita nuova.  L’iniziativa Popoli for Kids and Teens realizzata nell’ambito del progetto “Docs4Teens – Building Bridges”, in collaborazione con KinderDocs – International Documentary Festival for children & young audiences (Grecia), Krakow Film Festival (Polonia), Docudays UA (Ucraina), FIPADOC (Francia), con il sostegno di UniCoop Firenze e Fondazione Culturale N. Stensen e con la partecipazione di Lanterne Magiche.

Diamonds Are Forever – a cura di Alina Marazzi

Dall’archivio del festival, per la sezione Diamonds Are Forever, le gemme di quest’anno riguardano tutte, direttamente o indirettamente, l’evoluzione della figura della donna nella società, con un occhio rivolto alla storia. A cura di Alina Marazzi, il percorso è un viaggio nel cinema documentario al femminile che spazia dagli anni ‘70 del secolo scorso fino al nostro presente: per riscoprire piccoli e grandi capolavori e ripercorrere il lavoro di cineaste indomite e radicali – iniziativa realizzata nell’ambito del “Progetto per la catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione degli archivi Festival dei Popoli e Mediateca Toscana”, in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana, con il contributo di Regione Toscana e Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana. Oltre alla firma alla regia di Annie Ernaux con suo figlio David, in The Super-8 Years (12/11), dove ripercorrono i ricordi familiari nel contesto attuale (nel film uscito quest’anno, ma formato con filmati d’epoca dei Settanta e Ottanta), sono altri sette i lavori che saranno proiettati durante il festival. Tra questi c’è O movimento das coisas di Manuela Serra (7/11), con la storia da vicino di quattro donne nella loro attività casalinga giornaliera nei decenni passati; il racconto autobiografico della regista Joyce Chopra, sul recupero dell’autonomia professionale dopo la nascita del figlio in Joyce at 34 (9/11); Daughters of Chaos di Marjorie Keller (9/11) dove si racconta di ragazze che diventano donne, donne che ricordano la loro infanzia, deluse dall’amore, alla ricerca di un’anima perduta e Sink or Swim di Su Friedrich, su come gli eventi dell’infanzia plasmano le idee di una ragazza sulla paternità, sulle relazioni familiari e sul lavoro. La sezione poi continua con Il valore della donna è il suo silenzio di Gertrud Pinkus (5/11), storia ambigua fino all’umoristico di un’emigrante del Sud Italia nella Germania degli anni Settanta; e il racconto di un’insegnante donna e del suo rapporto con un operaio, in De cierta manera di Sara Gómez (10/11), nella Cuba del secondo dopoguerra. Non ultimo Les glaneurs et les glaneuses di Agnès Varda (8/11): dove la regista trova il sublime dove altri guardano con superficialità. La sezione è realizzata nell’ambito del “Progetto per la catalogazione, digitalizzazione e valorizzazione degli archivi Festival dei Popoli e Mediateca Toscana”, in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana, con il contributo di Regione Toscana e Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.

Doc at Work – Future Campus

I dieci film in programma al Doc at Work – Future Campus sono realizzati da registe e registi che vengono da scuole di contesti geografici, linguistici e culturali diversi; ancora più diversi sono i loro paesi di origine e i luoghi verso cui hanno deciso di orientare il loro sguardo. Quest’anno il Festival dei Popoli collabora con Le Fresnoy (Francia), HEAD (Svizzera) e il master Doc Nomads (Ungheria, Portogallo, Belgio) e Naba (Italia); e siamo contenti di ampliare questo panorama con nuove collaborazioni, come la Elias Querejeta Zine Eskola (Spagna), il programma Locarno Spring Academy (Svizzera) e la ERAM (Spagna). Inoltre, in questa 63a edizione, Doc at Work – Future Campus accoglie al suo interno anche il completamento del percorso di formazione Itineranze Doc, un laboratorio di sviluppo per progetti di cinema del reale realizzato dal Festival dei Popoli in collaborazione con altri cinque festival italiani: Bellaria Film Festival, IsReal, Soleluna Festival, PerSo e FrontDoc. Una nuova iniziativa che si conclude a Firenze con la presentazione al pubblico dei sei progetti elaborati nel corso delle varie tappe; i progetti concorreranno inoltre per i premi offerti dai nostri partner. Premio SudTitles “Il cinema per tutti”: SudTitles Palermo opera dal 2011 per la promozione della cultura cinematografica, realizzando vari servizi tra cui sottotitoli, sottotitoli per non udenti e audiodescrizioni per non vedenti. Il premio offre all’opera vincitrice la realizzazione dell’audio descrizione del film e il caricamento sull’app SudTitles. Premio Sartoria Immagine Digital Cinema: Sartoria Immagine Digital Cinema è nata nel 1995 ed è laboratorio di postproduzione video cinematografico e televisivo, con la possibilità di lavorare in remoto. Il premio offre al progetto vincitore un bonus per la realizzazione della color correction.

Altri premi

Alla 63° edizione saranno inoltre consegnati i seguenti riconoscimenti: Premio distribuzione in home video “POPOLI Doc”, la casa di distribuzione CG Entertainment offre al film italiano vincitore l’opportunità di essere pubblicato nella collana home video “POPOLI Doc – La collana del Festival dei Popoli” distribuita su tutto il territorio nazionale; Premio distribuzione on demand CG Digital per il Miglior Film Europeo della sezione Habitat, CG Entertainment (www.cgentertainment.it) offre al film europeo vincitore l’opportunità di essere distribuito on demand sulla piattaforma cgdigital.itPremio “Diritti Umani” – Amnesty International Italia, conferito appunto da Amnesty International Italia a uno dei film della selezione del 63° Festival dei Popoli; Premio distribuzione in sala “Imperdibili” assegnato dallo staff del cinema La Compagnia: il film vincitore verrà tenuto in programmazione al cinema per un periodo da concordare con la produzione/distribuzione; il Premio distribuzione in sala “Il cinemino” assegnato dal team de Il Cinemino all’opera che meglio saprà incarnare lo spirito “cinemino”: impegno, valore sociale e linguisticamente innovativo – il film vincitore verrà programmato durante una serata dedicata e tenuto in programmazione nei giorni successivi; il Premio AMC, dall’Associazione Montaggio Cinematografico e Televisivo a un documentario del Concorso Italiano; il Premio MYmovies.it dalla Parte del Pubblico, espresso dal pubblico in sala durante il festival tramite proprie votazione con preferenze sui film presentati nel Concorso Internazionale e nel Concorso Italiano.

La 63° edizione è realizzata con il contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione CR Firenze e Publiacqua. L’immagine del festival è stata realizzata da Simone Montagnani, Fristudio, Firenze.

Concorso Internazionale Lungometraggi

How to Save a Dead Friend di Marusya Syroechkovskaya | Svezia, Norvegia, Francia, Germania | 2022 | 103 min (6 novembre, La Compagnia)

Marusya ha 16 anni e, come molti adolescenti russi, è decisa a porre fine alla sua vita. Poi incontra la sua anima gemella in un’altra millennial, Kimi. Trascorrono un decennio a filmare l’euforia e l’ansia, la felicità e l’infelicità della loro giovinezza, imbavagliate da un regime violento e autocratico nel bel mezzo di una “Russia depressa”. Questo film è un grido del cuore, un omaggio a un’intera generazione messa a tacere.

The Eclipse di Nataša Urban | Norvegia | 2022 | 110 min (9 novembre, La Compagnia)

L’11 agosto 1999, mentre il mondo festeggiava, la maggior parte della popolazione serba si barricava nelle case e nei bunker nucleari, per paura dell’ombra lunare. Utilizzando questo evento come metafora della coscienza sporca della nazione riguardo alle conseguenze delle sue scelte politiche, la regista del documentario si confronta con il passato bellico e criminale del proprio Paese.

Matter Out of Place di Nikolaus Geyrhalter | Austria | 2022 | 105 min (11 novembre, La Compagnia)

Spostandosi da un punto all’altro del pianeta, dall’Europa all’Asia, di continente in continente (fino all’impressionante scenario del festival Burning Man nel deserto del Nevada), il regista austriaco si concentra sui gesti di chi lavora la materia da smaltire, non solo per farla scomparire ma anche per evitare che si impossessi della terra, invada il territorio.

Fragments from Heaven di Adnane Baraka | Marocco, Francia, Qatar | 2022 | 84 min (7 novembre, La Compagnia)

Cercare rocce nell’immensità del deserto marocchino può sembrare assurdo. A meno che non si tratti di pietre celestiali, con il potere di cambiare la vita di chi le trova. Mohamed – il nomade – e Abderrahmane – lo scienziato – setacciano le terre aride alla ricerca di meteoriti, ognuno con le proprie ragioni.

Eami di Paz Encina | Paraguay, Argentina, Messico, Germania, Francia, Paesi Bassi, U.S.A. | 2022 | 85 min (8 novembre, La Compagnia)

L’Asojá vola, la donna-dio uccello che trasmuta lo spirito. Era una tigre, era una pianta, era un giaguaro e oggi è una ragazza che deve guarire il suo dolore. “Eami” è una storia di sfollati. È la memoria di un popolo che ha dovuto lasciare il suo luogo originale, quella foresta sempre più piccola, per diventare “coñone”, una parola ayoreo che significa insensibile o insensato. insensibile, ed è la parola che usano per definirci.

Another Spring di Mladen Kovačević | Serbia, Francia, Qatar | 2022 | 90 min (10 novembre, La Compagnia)

Il vaiolo è la malattia più letale della storia dell’umanità, che ha ucciso quasi 500 milioni di persone solo nel XX secolo, ed è l’unico virus mortale debellato dall’uomo, considerato il più grande risultato della nostra civiltà. Nella storia che ha unito il mondo intero, l’epidemia del 1972 in Jugoslavia, l’ultimo focolaio di vaiolo in Europa, è ancora ricordata come uno dei capitoli più terribili e stimolanti.

Concorso Internazionale Mediometraggi

Adria di Alessandro Garbuio | Svizzera, Italia | 2022 | 32 min (7 novembre, La Compagnia)

Nella cittá di Ivrea si è realizzata un’utopia, il sogno Olivetti, ormai svanita nel tempo, dove ormai si è infranto il sogno di una comunità. È mai realmente esistito tutto ciò? L’autore ci guida attraverso l’esplorazione di un territorio che una volta era terra fertile, ma che adesso è composto di resti ed echi di un mondo che una volta “era” e adesso “non è piú”.

Drifting di Somnur Vardar | Turchia | 2022 | 60 min (9 novembre, La Compagnia)

Ricoperta di polvere, una città sul mare perde la sua identità e i suoi ricordi mentre si allontana dal mare e dal cielo. Le “sagome” diurne dei cantieri diventano veri e propri personaggi di notte, con la loro nostalgia di casa, le ansie per un futuro poco chiaro e i loro giovani corpi bruciati. Lottano per una vita dignitosa in questo ciclo senza futuro, mentre la città diventa gradualmente amnesica.

Enez di Emmanuel Piton | Francia | 2022 | 42 min (10 novembre, La Compagnia)

Esplorazione fisica e poetica, girata in pellicola, di un piccolo pezzo di terra perso in mezzo al mare che la sta lentamente rosicchiando, tanto che tra qualche decennio sarà completamente sommersa. Il film scandaglia questo spazio che sembra lontano da tutto ripercorrendo la memoria degli isolani che ancora vi si ostinano a vivere.

Fuku Nashi di Julie Sando | Giappone, Svizzera | 2022 | 45 min (11 novembre, La Compagnia)

Dopo diversi anni di assenza, Yukie torna alla casa di Baba alla ricerca della sua identità. In questa casa dai mille angoli, queste due anime solitarie si incontrano, ma un grande abisso li separa. A poco a poco, tra il brusio della televisione e il giardino giardino abbandonato, le lingue si sciolgono e la distanza diminuisce.

In Search of Averroes di João Cristóvão Leitão | Portogallo | 2022 | 37 min (8 novembre, La Compagnia)

Attraverso una ricerca tra le immagini di un archivio familiare, il regista indaga la figura sfuggente di suo nonno Anibal, servendosi anche delle parole di Borges. Un movimento a specchi, in cui diventa sempre più difficile riconoscere un singolo personaggio senza intravedere anche tutti gli altri.

It Is Night in America di Ana Vaz | Italia, Brasile, Francia | 2022 | 60 (6 novembre, La Compagnia)

Un giovane formichiere è stato trovato morto sul ciglio di una strada, un boa constrictor si aggira nei sobborghi di Taguatinga, un lupo dalla criniera viene trovato in una fattoria di Sobradinho II, un piccolo gufo viene salvato nel quartiere Radio Center, un capibara nuota nello specchio d’acqua del Palazzo Itamaraty. La domanda è: gli animali stanno invadendo le nostre città, o piuttosto siamo noi a occupare il loro habitat?

Concorso Internazionale Cortometraggi

Escasso (Scarce) di Gabriela Gaia Meirelles, Clara Anastácia | Brasile | 2022 | 15 min (7 novembre, La Compagnia)

Un mockumentary politico che non parla mai di politica. Il film segue Rose, una “dogsitter professionista” che ha da poco occupato un’abitazione sfitta che ora chiama casa: la realizzazione di un sogno. Mentre afferma di prendersi cura della proprietà fino al ritorno della padrona, la nuova “inquilina” crea un’intimità con la casa e sviluppa un fascino per la donna assente.

Ida (One Way) di Ignacio Ragone | Argentina | 2022 | 13 min 9 novembre (9 novembre, La Compagnia)

Cortometraggio sul dolore generato dalle questioni incompiute, sulle parole non dette, sulla solitudine e sulla possibilità sempre presente di morire in pace. Composto da paesaggi che attraversano le finestre e da un messaggio audio WhatsApp in cui una lettera viene letta per l’ultima volta.

Subtotals di Mohammadreza Farzad | Polonia, Germania, Iran | 2022 (8 novembre, La Compagnia)

Avete tenuto un registro dei vostri capelli grigi? Il numero di case che avete posseduto o affittato? Il numero di baci che vi siete scambiati? Il numero di volte in cui avete sognato di essere sogni? Potreste non averlo fatto. Non fa alcuna differenza differenza in una vita vissuta al di là dei numeri.

The Silence of Banana Trees di Eneos Çarka | Ungheria, Portogallo, Belgio, Albania | 2022 | 24 min (11 novembre, La Compagnia)

Un padre trova rifugio nei ricordi creati insieme alla figlia, la cui vita è minacciata da un cancro terminale. Lei ha deciso di mantenere le distanze da lui per ridurre il dolore della perdita. Il film la incoraggia a riconsiderare la sua decisione.

Under the Lake di Thanasis Trouboukis | Grecia | 2022 | 16 min (10 novembre, La Compagnia)

Nell’entroterra greco un villaggio sprofonda nelle acque di una diga artificiale trasformando i propri abitanti in fantasmi. I volti si fanno di pietra, le immagini in movimento diventano statue in decadenza, le azioni quotidiane acquisiscono una dimensione mitica, definitiva.

We Know How Beautiful They Were, These islands di Younes Ben Slimane | Tunisia, Francia | 2022 | 20 min (6 novembre, La Compagnia)

Di notte, uno sconosciuto scava tombe, seppellisce i morti e li veglia. Nel buio rivela gli oggetti personali dei defunti. Questi oggetti, separati dai loro proprietari, portano le loro cicatrici e la loro storia, mentre altri si sciolgono fino a diventare enigmatici.

Concorso Italiano

Ardenza di Daniela de Felice

Ardenza racconta il punto di vista femminile di un’emancipazione nell’Italia degli anni 90, attraverso l’atmosfera inebriante dell’impegno politico e l’onnipotenza della giovinezza. Tra fervore, utopia e scoperta dell’amore, il pennino graffia la carta e l’acquerello si fa strada nell’immagine. Tutto è vivo ed in movimento, prima di scomparire.

An Italian Youth di Mathieu Volpe

Alla vigilia del suo 25° compleanno, Sokuro, figlio di immigrati burkinabé residenti in Italia, tramanda la tradizione di famiglia sposando Nassira, una ragazza del suo villaggio natale. Per lui quest’unione è il primo passo verso un futuro e definitivo ritorno in Burkina Faso, ma per sua moglie il matrimonio è una porta verso l’Eldorado europeo.

Gorgona (Prison Sea) di Antonio Tibaldi

L’isola-carcere Gorgona, a 19 miglia dalla costa Toscana, è l’ultima colonia penale agricola d’Europa. Su questo fazzoletto di terra lontano da tutto una novantina di detenuti intraprendono un percorso rieducativo basato sul lavoro, dalla cura del bestiame alle attività nei campi. Un racconto corale nella vita di alcuni di loro.

Go, Friend, Go di Gabriele Licchelli (1993), Francesco Lorusso (1993), Andrea Settembrini (1991)

Ogni anno migliaia di persone cercano di raggiungere l’Europa per sfuggire a guerre, ristrettezze economiche o disastri ambientali. Molte seguono la cosiddetta rotta balcanica, camminando tra boschi, fiumi e montagne, o nascondendosi sotto camion e treni merci. Il più delle volte vengono fermate dalla polizia di confine, che le rimanda indietro costringendole a ricominciare da capo il loro viaggio.

Il posto di Mattia Colombo e Gianluca Matarrese

Ogni mese, una moltitudine di infermieri del Sud Italia attraversa il Paese per tentare la fortuna in un concorso pubblico nelle grandi città del Nord. Ci sono solo pochi posti per le migliaia di candidati. La maggior parte di loro prova più volte all’anno. Un’infermiera di un Napoli ha creato un servizio di autobus a basso costo che viaggiano di notte, lasciando gli infermieri sul posto per sostenere l’esame all’alba. Questa è la storia di un autobus speciale pieno di aspiranti lavoratori, ognuno dei quali porta con sé la propria storia.

Last Stop Before Chocolate Mountain di Susanna Della Sala

Sulle rive di un lago tossico, nel deserto della California, c’è un luogo dimenticato dal tempo: Bombay Beach. Qui è nata una comunità dove l’arte riesce, nei modi più inaspettati, a guarire gli animi. Una matriarca britannica, un rapinatore di banche in pensione, un artista in fuga da Los Angeles e un principe italiano ci aprono le porte di un luogo magico, forse una via per una vita diversa.

Stonebreakers di Valerio Ciriaci

Stati Uniti, 2020: nel mezzo della rivolta Black Lives Matter e dell’elezione presidenziale, scoppia la battaglia sui monumenti storici. Un conflitto culturale che travolge statue di Colombo, confederati e padri fondatori, e mette in discussione il racconto mitico americano. Esplorando un panorama memoriale in trasformazione, il film interroga il rapporto tra storia e lotta politica in un’America che, mai come oggi, è chiamata fare i conti con il proprio passato.

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