In occasione della conferenza stampa di presentazione del Festival dei popoli 2022 è stato svelato anche il programma della kermesse. Un festival che si terrà a Firenze (e non solo) dal 5 al 13 novembre.
Il programma del Festival dei popoli 2022 in breve
La fiamma che arde e si spegne nella carriera di Sinead O’Connor in Nothing Compares di Kathryn Ferguson; l’omaggio ai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne con una retrospettiva a loro dedicata, una masterclass e la prima nazionale del loro ultimo film Tori e Lokita. Ma anche il cambiamento climatico nel distopico Everything Will Change di Marten Persiel, capofila dell’ampia sezione dedicata all’ambiente. La firma inedita del Nobel Annie Ernaux come regista, al fianco del figlio, in The Super 8 Years. E molto altro, dalla battaglia degli operai della GKN di Campi Bisenzio a quella per la verità a più di vent’anni dai fatti del G8 di Genova. E ancora focus e dediche a grandi nomi del cinema e non. Da Werner Herzog a Margherita Hack.
Sono alcuni tra i 100 film in programma all’edizione del Festival dei Popoli 2022, che corrisponde alla 63esima. Il festival internazionale del film documentario si terrà a Firenze dal 5 al 13 novembre nei cinema La Compagnia, Stensen, Spazio Alfieri e Institut Français e in altri luoghi della città: MAD –Murate Art District, 25 Hours Hotel, VideoLibrary Mediateca Regionale Toscana e a Prato al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.
Presidente e direttore e film d’apertura
La manifestazione – presieduta da Vittorio Iervese, per la direzione artistica di Alessandro Stellino e quella organizzativa di Claudia Maci – presenterà il meglio del cinema documentario mondiale in un programma ricco e accompagnato da numerosi ospiti internazionali e nazionali. La 63esima edizione è realizzata con il contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione CR Firenze e Publiacqua.
Il programma del festival dei popoli 2022 sarà inaugurato sabato 5 novembre alle 21 dalla prima nazionale di Everything Will Change di Marten Persiel, il documentario prodotto dalla Wim Wenders Grant of Film e distribuito in Italia da Cloud 9, protagonista anche del manifesto dell’edizione 2022 del festival, dedicato al futuro dell’ambiente. Il film ci porta in un distopico 2054 con tre giovani anticonformisti che sperano di scoprire cosa è successo al loro pianeta. Il primo giorno si svolge tutto al cinema La Compagnia: si inizia con Rewind & Play di Alain Gomis (ore 15), un ritratto di Thelonious Monk, che mostra la sensibilità del grande pianista jazz in contrasto con il rigido schematismo delle esigenze televisive, per proseguire con Il valore della donna è il suo silenzio di Gertrud Pinkus (ore 16), storia di archivio, ironica e malinconica, di un’emigrante del Sud Italia nella Germania degli anni Settanta. E poi Happy Pills di Robert Arnaud e Paolo Woods (ore 18.30), un viaggio attraverso sei paesi in un mondo in cui la chimica (tra antidepressivi, oppioidi e stimolanti) è la risposta definitiva alla ricerca del benessere umano.
Il programma e le novità
Il programma propone 100 documentari divisi in varie sezioni. Oltre alle opere del Concorso Internazionale (18 inediti in Italia) e il Concorso Italiano (7 inediti nazionali di giovani talenti del nostro Paese), il festival presenta poi, come di consueto, una selezione proveniente dall’archivio storico del festival, Diamonds Are Forever, quest’anno a cura di Alina Marazzi, tra cui spicca la firma del Premio Nobel per la Letteratura, la scrittrice Annie Ernaux, che firma The Super-8 Years.
Ancora, quest’anno sarà dedicata una retrospettiva ai fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne, protagonisti anche di una masterclass, mentre la sezione degli omaggi continua con le proiezioni dedicate ai rivoluzionari Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel, e al cinema visionario del regista Pierre-Yves Vandeweerd. Si aggiunge alla sezione degli omaggi Jennifer Baichwal, una delle cineaste più impegnate nel raccontare l’impatto delle azioni dell’uomo sull’ambiente.
Torna e cresce di intensità il focus sulle sfide ambientali in Habitat, come i documentari per le famiglie e i più giovani di Popoli for Kids and Teens. I titoli per il grande pubblico sono proposti nella sezione Doc Highlights fuori concorso, novità di quest’anno, con grandi cineasti protagonisti (due sue tutti: Patricio Guzman e Werner Herzog), e in Let the Music Play, la sezione dedicata al documentario musicale, con originali profili di artisti storici e contemporanei. Uno sguardo alle nuove generazioni in Doc At Work – Future Campus, con i corti di giovani registi e registe provenienti dalle scuole di cinema di tutta Europa. Si rinnova l’appuntamento di Pop Corner: incontri ai confini della realtà, i talk del festival presso il salotto del 25th Hours Hotel Firenze (Piazza di San Paolino, 1) dal 7 al 10 novembre alle ore 19.
Il concorso internazionale e quello italiano
Il Concorso Internazionale presenta 18 titoli in prima italiana e internazionale (lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi) per la giuria composta da Jordan Cronk (USA, Los Angeles), Heidi Fleisher (USA, attiva a Parigi) e Paolo Moretti (Italia) che assegnerà i seguenti premi: Premio al Miglior Lungometraggio; Premio al Miglior Mediometraggio; Premio al Miglior Cortometraggio e la Targa “Gian Paolo Paoli” al Miglior Film Antropologico.
Nei nove giorni di programma, fari puntati sul Concorso Italiano: 7 documentari che rappresentano il meglio della produzione italiana del 2022.
Il concorso si apre con la prima nazionale di Ardenza di Daniela De Felice (6/11), un ritratto femminile d’emancipazione nell’Italia degli anni 90. La storia dell’isola-carcere Gorgona, a 19 miglia dalla costa Toscana, ultima colonia penale agricola d’Europa, viene ripresa in Gorgona di Antonio Tibaldi (9/11). Una storia italiana protagonista anche in Il Posto (7/11) di Mattia Colombo e Gianluca Matarrese: è quella di un autobus, che viaggia di notte a basso costo, che porta una moltitudine di infermieri del Sud Italia, ogni mese, attraverso il Paese per tentare il concorso pubblico nelle grandi città del Nord, dove solo pochi di loro troveranno posto e lavoro. Stonebreakers di Valerio Ciriaci (12/11) interroga il rapporto tra storia e lotta politica in un’America colta nel mezzo della rivolta Black Lives Matter. Sempre negli USA è ambientato Last Stop Before Chocolate Mountain di Susanna Della Sala (10/11), sulle rive di un lago tossico. Storie di immigrazione, poi: da An Italian youth di Mathieu Volpe (8/11) a Go Friend, Go di Gabriele Licchelli, Francesco Lorusso e Andrea Settembrini (11/11).
La giuria del concorso italiano è composta dalla produttrice Nadia Trevisan, dal regista Duccio Chiarini e dalla curatrice e ricercatrice Giulia Simi che assegnerà il Premio al Miglior Documentario Italiano.
Nel programma del Festival dei popoli 2022 anche i fratelli Dardenne
Saranno Jean-Pierre e Luc Dardenne gli ospiti d’onore:il festival dedicherà ai due registi una retrospettiva dei loro film che culminerà con una masterclass e con la proiezione in prima nazionale di Tori e Lokita, presentato in concorso al 75° Festival di Cannes e in uscita nelle sale italiane a fine novembre, distribuito da Lucky Red.
La retrospettiva è curata da Daniela Persico che modererà anche l’incontro pubblico con i registi previsto per la mattina di venerdì 11 novembre al cinema La Compagnia. Saranno presentati i loro film documentari degli esordi e le più rinomate opere di finzione. Vincitori di due Palme d’oro per Rosetta nel 1999 (10/11) e per L’enfant – Una storia d’amore nel 2005 (8/11), i Dardenne hanno esordito con i documentari.
La sezione Let the Music Play
I documentari spettacolari a tema musicale arricchiscono la sezione Let The Music Play!: da sottolineare Nothing Compares di Kathryn Ferguson (9/11) che rivisita la parabola artistica della cantautrice irlandese Sinead O’Connor.
Sinéad O’Connor in NOTHING COMPARES. Photo credit: Andrew Catlin/Courtesy of SHOWTIME.
In programma poi, tutti in prima italiana: Meet Me in the Bathroom di Will Lovelace e Dylan Southern (13/11) racconto dell’ultima stagione gloriosa del rock nella New York anni Zero di Strokes, Interpol, Yeah Yeah Yeahs; il ritratto di uno dei padri del jazz moderno, Thelonious Monk, in Rewind & Play di Alain Gomis (5/11). E poi l’accesso intimo senza precedenti nella vita della cantautrice anti-influencer Courtney Barnett in Anonymous Club di Danny Cohen (11/11); un nuovo e intimo documentario, Cesária Évora di Ana Sofia Fonseca (12/11). Infine la dimensione onirica tra pubblico e privato del cantautore Giovanni Truppi in Il rumore dell’universo di Gabriel Azorin (9/11) e l’avanguardistico mondo underground di Yann Keller, che produce e ricicla gli strumenti per la sua arte in Not Available – It’s About Yann Keller di Federico Savonitto e Gianni Sirch (9/11).
Doc Highlights
Film speciali e firme d’autore albergano nella sezione Doc Highlights.
Protagonisti innanzitutto due grandi interpreti del cinema documentario: il celebre regista Patricio Guzmán in Mi País Imaginario (12/11) e Werner Herzog: Radical Dreamer di Thomas von Steinaecker (7/11).
In un viaggio internazionale che torna in Italia: a Campi Bisenzio (Firenze), dentro la fabbrica della GKN con E tu come stai? di Filippo Maria Gori e Lorenzo Enrico Gori (10/11), fino al passato ancora recente e sanguinante, come quello dei fatti di Genova nel 2001 al G8, che rivivono in Se fate i bravi di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone (7/11).
E ancora, la dedica a Margherita Hack in Margherita. La voce delle stelle di Samuele Rossi (12/11). Tra i “toscani”, da segnalare Le chiavi di una storia – La comunità dell’Isolotto del fiorentino Federico Micali (6/11). Fashion Babylon di Gianluca Matarrese (12/11). Da citare Angels of Sinjar di Hanna Polak (12/11). Dall’Oriente e oltre, poi, con Eternal Spring di Jason Loftus (8/11), documentario di animazione candidato all’Oscar dal Canada. Ancora, la storia lunga una vita, in The Cathedral di Denis Dobrovoda (10/11). Attuale, infine Secret Friend di Maria Ramos (12/11), che inquadra gli ultimi anni del Brasile.
La sezione Habitat
Centrale in questa edizione la sezione Habitat, realizzata con il contributo di Publiacqua e con la collaborazione di Fondazione Finanza Etica, sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’emergenza climatica, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geopolitico – che si compone in totale di nove titoli.
Oltre al già citato film d’apertura, la selezione presenta The Territory di Alex Pritz (9/11). Just Animals di Saila Kivelä e Vesa Kuosmanen (6/11). Una delle storiche battaglie contro lo sfruttamento del territorio è al centro di Into the Weeds di Jennifer Baichwal (12/11). Poi ci sono le atmosfere artiche di Historja – Stitches from Sapmì di Thomas Jackson (8/11). Di inquinamento si parla nel corto Flying Fishes di Nayra Sanz Fuentes (11/11). L’acqua è protagonista nei corti Aralkum di Mila Zhluktenko e Daniel Asadi Faezi (11/11) e in Luma di Eleanor Mortimer e Liridon Mustafaj (11/11). Infine, Fashion Reimagined di Becky Hutner (7/11) sulla stilista Amy Powney.
L’edizione di quest’anno si impegna ulteriormente sul tema dell’attenzione per il mondo che verrà in relazione all’ambiente, al clima e al consumo sostenibile. Con questo obiettivo, il Festival dei Popoli si è impegnato nella creazione di una foresta grazie a Treedom, piattaforma con sede a Firenze che permette di piantare e regalare alberi a distanza e seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare. Gli spettatori della manifestazione potranno contribuire a ingrandire la foresta del Festival dei Popoli.
Festival dei Popoli 2022: i cambiamenti climatici al centro del manifesto
Il programma del festival dei popoli 2022: la sezione Diamonds are forever
Dall’archivio del festival, per la sezione Diamonds Are Forever, le gemme di quest’anno riguardano tutte, direttamente o indirettamente, l’evoluzione della figura della donna nella società, con un occhio rivolto alla storia. A cura di Alina Marazzi, il percorso è un viaggio nel cinema documentario al femminile che spazia dagli anni ‘70 del secolo scorso fino al nostro presente.
Oltre alla firma alla regia di Annie Ernaux con suo figlio David, in The Super-8 Years (12/11), dove ripercorrono i ricordi familiari nel contesto attuale (nel film uscito quest’anno, ma formato con filmati d’epoca dei Settanta e Ottanta), sono altri sette i lavori che saranno proiettati durante il festival.
Tra questi c’è O movimento das coisas di Manuela Serra (7/11); il racconto autobiografico della regista Joyce Chopra, sul recupero dell’autonomia professionale dopo la nascita del figlio in Joyce at 34 (9/11); Daughters of Chaos di Marjorie Keller (9/11) e Sink or Swim di Su Friedrich. La sezione poi continua con Il valore della donna è il suo silenzio di Gertrud Pinkus (5/11), storia ambigua fino all’umoristico; e il racconto di un’insegnante donna e del suo rapporto con un operaio, in De cierta manera di Sara Gómez (10/11), nella Cuba del secondo dopoguerra. Non ultimo Les glaneurs et les glaneuses di Agnès Varda (8/11).
Il programma completo e tutta l’intera selezione, con giornate e orari di programmazione si può trovare sul sito della kermesse.