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La docu – serie Vatican Girl. La recensione
Uno dei casi di cronaca nera più complessi dal dopoguerra a oggi.
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2 anni agoon
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Luca BoveIl caso di Emanuela Orlandi torna alla ribalta con la docu – serie Vatican Girl, disponibile su Netflix dal 20 ottobre. Vatican Girl, docu – serie composta da quattro episodi, è stata scritta e diretta da Mark Lewis, vincitore di un Emmy. Ha Chiara Messineo alla produzione, mentre Tom Barry e Dimitri Doganis sono produttori esecutivi per RAW.
Un quadro esauriente su uno dei casi di cronaca nera più complessi dal dopoguerra a oggi.
Un intrigante viaggio investigativo che ci riporta al 22 giugno del 1983, quando la quindicenne Emanuela Orlandi, cittadina del Vaticano, sparisce nel nulla. A guidarci in questa complessa e oscura vicenda è il giornalista e saggista Andrea Purgatori, che illustra ambigui rapporti tra la Santa Sede, terrorismo internazionale e mondo criminale.
La trama della docu – serie Vatican Girl
1983, Roma. Una quindicenne vaticana scompare senza lasciare traccia. Si apre così il mistero che attraversa quattro decenni di storia tra intrighi internazionali, Chiesa e mafia. La docu – serie Vatican Girl raccoglie nuove interviste alla famiglia Orlandi, con nuove testimonianze, mai rese note in precedenza.
Un caso irrisolto della docu – serie Vatican Girl
“Non importa quanto terrai un segreto nascosto, perché prima o poi la verità verrà fuori”.
Purtroppo non sono bastati i quarant’anni trascorsi dalla scomparsa di Emanuela Orlandi per individuare i responsabili e i motivi della sua sparizione. La docu – serie Vatican Girl ricostruisce, senza tralasciare nulla, le dinamiche della vicenda, offrendo una serie di ipotesi sul rapimento della quindicenne. Congetture che appaiono direttamente tratte dai romanzi di Dan Brown, surreali, e con non pochi appigli alla realtà. Ipotesi molto diverse tra loro, che però hanno un unico comune denominatore: il Vaticano.
Come ricorda Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la sua famiglia ha servito sette papi e da cento anni vive nei territori della Santa Sede. È sempre Pietro a ricordare quel torrido e tragico pomeriggio del 22 giugno del 1983, quando sua sorella esce di casa per andare a lezione di flauto e non fa più ritorno.
Un incubo reale
La famiglia Orlandi cominca ad allarmarsi verso le 21 di quel 22 giugno. Iniziano le ricerche, prima nel centro di Roma e poi in tutta la città. Pietro ricorda quei momenti come un incubo, un fatto che poteva succedere solo in un brutto sogno; ma purtroppo era tutto vero.
Vatican Girl evoca questi primi istanti della scomparsa di Emanuela con minuzia di particolari. Ricordando fatti già raccontati molte altre volte. Come per esempio la telefonata della quindicenne a casa sua, poche ore prima, per informare sua sorella che aveva trovato un lavoretto. Un fatto banale, a prima vista senza alcuna importanza, ma in questa complessa vicenda ogni singolo elemento acquista la sua rilevanza.
La famiglia Orlandi viene rassicurata dalle forze dell’ordine, sicure che si tratti di un allontanamento volontario. Intanto passano i giorni e la preoccupazione aumenta. La docu – serie Vatican Girl a questo punto ricorda una tappa fondamentale della vicenda: l’appello del pontefice che chiede la liberazione della ragazza.
Il ruolo del Papa polacco
È il 3 luglio, quando Giovanni Paolo II, nella sua tradizionale predica domenicale, interviene direttamente nella vicenda, augurando alla famiglia Orlandi di riabbracciare presto la sua congiunta. Questo fatto viene indicato come svolta decisiva della vicenda.
La scomparsa di Emanuela non viene più vista come una ragazzata, ma un caso che coinvolge direttamente l’istituzione più antica che esiste al mondo.
L’intervento del Papa polacco fa nascere degli interrogativi molto interessanti. A sottolinearli è Roth Richard, all’epoca dei fatti corrispondente a Roma della CBS. IL giornalista statunitense si chiede il perché dell’annuncio del pontefice. Quali sono le sue finalità?
Sullo stesso argomento Andrea Purgatori, si sofferma con più attenzione su alcuni precisi passaggi dell’intervento di Karol Wojtyla: spero che tornerà dalla sua famiglia. Questa sintetica e bonagurante frase fa intendere, secondo Purgatori, che il Papa ha precise informazioni e soprattutto che la ragazza è ancora viva.
Il ruolo di Giovanni Paolo II è centrale in questa complessa vicenda e Vatican Girl non tralascia di raccontare la visita del Papa in casa Orlandi, avvenuta pochi mesi dopo la scomparsa della ragazza.
“Noi stiamo facendo tutto ciò che è umanamente possibile. Quello di Emanuela, purtroppo, è un caso di terrorismo internazionale”.
L’americano e la richiesta di liberare Ali Agca
Era ormai chiaro a tutti che dietro la scomparsa dell’Orlandi c’era un intrigo troppo grande da sostenere per una sola famiglia.
Dopo solo due giorni dall’annuncio del Papa, arriva a casa Orlandi la prima telefonata di un personaggio chiave di questa vicenda: L’americano. Un uomo, con un forte accento straniero, chiede la liberazione di Mehmet Ali Agca, l’attentatore del Papa. Solo in questo modo Emanuela potrà tornare a casa.
È questa la prima ipotesi ricostruita nella docu – serie Vatican Girl sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e con questa termina il primo episodio.
La serie prosegue anche con momenti di speranza, in cui la soluzione del caso sembra vicina. Ciò avviene quando i familiari di Emanuela vengono convocati dagli inquirenti per una comunicazione urgente: la ragazza è viva e si trova in un convento del Lussemburgo.
Marco Accetti nella docu – serie Vatican Girl
Passano gli anni e il mistero diventa ancora più fitto, fino al punto che la vicenda di Emanuela Orlandi si intreccia con un altro caso di scomparsa, quello di Mirella Gregori.
Vatican Girl rammenta anche come in questi lunghi quarant’anni siano intervenuti anche dei veri mitomani, come Marco Accetti.
“Tu stai parlando con colui che modestamente ha creato il caso Orlandi”.
In questi termini si esprime questo losco personaggio, tanto inquietante, quanto folle. Prezioso appare il confronto tra Pietro Orlando e Marco Accetti, dove quest’ultimo appare semplicemente un millantatore. Nonostante ciò, la sua versione dei fatti sembra avere qualcosa di vero. Tramite lui, infatti, viene ritrovato un flauto che sembra proprio quello appartenuto a Emanuela.
È questa una costante di Vatican Girl e del caso di Emanuela Orlandi: ogni pista seguita sembra assurda, ma ha qualcosa di vero che lascia perplessi.
La banda della Magliana
Come avviene nella versione di Sabrina Minardi, l’amante di Renato De Pedis, capo di una fazione della Banda della Magliana. La donna viene scovata da Raffaella Notariale, inviata di Chi l’ha visto?
La Minardi appare più attendibile dell’Accetti, ma anche la sua versione ha delle incongruenze. Il racconto della donna è avvincente e vede Emanuela rapita per minacciare direttamente Giovanni Paolo II. Il Pontefice avrebbe finanziato i movimenti anti – sovietici polacchi, con denaro della mafia. Illuminazione tutto con l’aiuto di Roberto Calvi, il banchiere di Dio.
La docu – serie Vatican Girl sostanzialmente non aggiunge nulla di nuovo al complesso caso del sequestro di Emanuela Orlandi, ma è comunque un’esperienza raccomandabile, perché fa luce su alcuni aspetti fondamentali della Storia più recente del nostro Paese e non solo. La serie, inoltre, può essere considerata come una preziosa testimonianza, un appello che grida giustizia per la scomparsa di una ragazza di soli quindici anni.
“ Mia sorella Emanuela è scomparsa da decenni, ma noi non smetteremo mai di cercarla”. (Pietro Orlandi).
Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi | Trailer Ufficiale