E’ approdata su Netflix una nuova mini-serie francese: Notre-Dame.
Il terribile incendio che ha devastato la cattedrale nell’aprile del 2019 è il perno attorno al quale ruota la narrazione della serie, ma verrebbe da dire che, da un punto di vista drammaturgico, basandosi sui primi due dei sei episodi, sembra essere soprattutto un pretesto, per sistemare le tessere di un mosaico umano complesso e sfaccettato.
Notre Dame: La trama
Con una modalità non nuova al mondo del cinema e delle serie di stampo corale, la trama coinvolge infatti molteplici personaggi, in qualche misura tutti collegati tra di loro: parenti, amanti, nemici, amici. Tra gli altri, una giovane giornalista talentuosa e coinvolta emotivamente nella faccenda, un Generale che sta per ritirarsi ed è in lutto per la morte sul campo del figlio pompiere, una vigilessa del fuoco ancora traumatizzata dall’ultima operazione andata male.
Poco per volta, uno dietro l’altro, si dipanano i variegati personaggi, tutti, per motivi differenti, mossi da un impeto che quando non è disperato è quantomeno molto passionale. D’altro canto, sarebbe stato difficile il contrario, in una serie che tratta un evento storico così drammatico e concitato, che al centro ha proprio il fuoco, lo stesso che anima le decisioni dei personaggi.
Notre Dame: Una sceneggiatura debole
Lo sforzo compiuto per ricostruire al meglio, graficamente, gli avvenimenti narrati, non sembra essere stato compiuto allo stesso modo per la sceneggiatura, spesso piuttosto intrisa di cliché nelle situazioni e nei dialoghi, che sembrano seguire un po’ il pilota automatico, al servizio del disegno produttivo più grande di cui sono parte.
Complici i frequenti flashback, in una storia già molto articolata e sfaccettata di per sé, risulta a volte difficile seguire la storia in maniera chiara, e sembra mancare uno spunto originale nel raccontare una storia che tiene insieme il disastro di Notre-Dame, la politica, diversi spaccati di società parigina e i molteplici incastri tra personaggi.
L’effetto può risultare quello di una fiction che, pur con una sua dignità estetica e recitativa, sa di già visto, anche se l’evento trattato è storicamente recente. Non è comunque da escludere che il proseguire delle puntate migliori da questo punto di vista, donando una maggiore uniformità al racconto.