Piggy (Cerdita, 2022) di Carlota Pereda è disponibile a noleggio su Apple TV+.
Film di chiusura (fuori concorso) di Alice nella città, è stata una delle sorprese della 17º edizione della Festa del cinema di Roma. Un Coming-of-Age miscelato con l’horror, che racconta una delle piaghe adolescenziali di questi ultimi decenni, il bullismo, con una necessaria dose di sangue.
Piggy, la trama
Sara (Laura Galán), adolescente in sovrappeso, è oggetto di bullismo da parte di tre ragazze del suo paese durante l’estate. Quando uno sconosciuto rapisce le ragazze e lei ne è testimone, Sara dovrà affrontare un dilemma su cosa fare al riguardo.
Piggy, la recensione
Molta impressione (per la maestria di Darren Aronofsky) e commozione (per la trama) ha suscitato The Whale, proiettato al festival del cinema di Venezia. Il protagonista Charlie (Brendan Fraser) è un professore di oltre 250 chili, costretto ad auto recludersi in casa perché si vergogna del suo spropositato peso.
Un’accentuata obesità, sinonimo per la comunità di mostruosità, che si era vista anche in Buon compleanno Mr. Grape (What’s Eating Gilbert Grape, 1993) di Lasse Hallström e Precious (2009) di Lee Daniels. Ma anche nel comico racconto orale – e morale – di Gordie (Will Wheaton) in Stand by Me – Ricordo di un’estate (Stand By Me, 1986) di Rob Reiner, in cui un adolescente chiamato Sacco di lardo, vittima di bullismo da parte di tutti, riesce ad avere la sua rivincita.
Oppure in Full Metal Jacket (1987) di Stanley Kubrick, nel quale il soldato Leonard Lawrence (Vincent D’Onofrio) viene apostrofato dal Sergente maggiore Hartman (R. Lee Ermey) come Palla di lardo, e una notte subirà anche una violenta azione di bullismo da parte dei commilitoni.
Sara è – al momento – l’ultima vittima di questa prevaricazione comunitaria, poiché viene soprannominata Piggy (cerdita in spagnolo), ovvero maialina, da alcune sue coetanee. Una situazione che vive con grandissimo dolore, essendo oggetto di scherno tramite foto (lo scatto rubato e condiviso sui social) e violenza fisica (le ragazze che quasi l’affogano).
Un’aggressiva irrisione che arriva persino al suo inseguimento da parte di tre balordi, mentre lei scappa impaurita e loro la incalzano con l’auto, fino a catturarla e sbeffeggiarla. Una scena che rievoca la fuga impaurita del deforme John Merrick (John Hurt) in The Elephant Man (1980) di David Lynch.
Le tematiche del film
Piggy di Carlota Pereda, al suo esordio nel lungometraggio allargando il proprio omonimo cortometraggio Cerdita (2018), che ha come protagonista la stessa Laura Galán, coraggiosissima nel mostrare il suo corpo sgraziato (secondo i canoni della società), sa essere una pellicola al contempo radicata nella realtà (il tema del bullismo e la difficoltà di essere adolescente) e sfruttare il genere, con l’elemento horror che si infila lentamente in questa realtà e sfocia in tutta la sua virulenza nel finale.
Un romanzo di formazione – alla vita – da cui la protagonista non trae un insegnamento morale; anzi, sono le sue compagne/nemiche a prendere coscienza, ma impara una viscerale lezione sulle contraddizioni dell’esistenza, in cui non bisogna sentirsi in colpa per quanto si fa e per come si è.
Carlota Pereda mantiene la messa in scena sempre nel concreto, senza divagazioni oniriche o scene a effetto, come spesso capita in molto cinema horror o thriller. La costruzione fluisce mantenendo costantemente quella tensione che prova Sara dopo il delitto, e la regista costruisce un racconto visivo morale, poiché ha rispetto dell’insicuro personaggio protagonista (Sara si sveste con pudicizia anche quando è sola nel bagno).
Come in Carrie – Lo sguardo di Satana (Carrie, 1976) di Brian De Palma, in cui la giovane ed esile Carrie (Sissy Spacek) scatenava la sua vendetta, la grossa Sara uscirà profondamente segnata (ferita) da quanto le è accaduto, ma quel sangue che la ricopre è anche metafora delle mestruazioni, la sua entrata nella pubertà e nella vita crudele.
Piggy
Anno: 2022
Durata: 99 minuti
Genere: horror
Nazionalita: Spagna Francia
Regia: Carlota Pereda
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