Cosa hanno in comune l’Emilia e la Tanzania? Probabilmente molto poco, forse nulla, ma queste due terre, separate da migliaia di chilometri, sembrano molto più vicine in Gente Strana di Marta Miniucchi, presentato come evento speciale ad Alice nella Città.
Un collage di generi, per una finalità sociale.
Marta Miniucchi (Benelli su Benelli) realizza questo suo secondo lungometraggio, raccontando la storia di tre personaggi molto diversi. Le modalità stilistiche della regista sono davvero originali. Gente Strana può sembrare un documentario, ma in realtà, è in parte, solo un escamotage, per inserire al suo interno il film di finzione e il mockumntary. Il risultato: la finzione si fonda magicamente con la realtà, in un racconto di difficoltà personali e comunitarie, dove trionferà la rinascita.
La trama di Gente Strana
Loris Bonetti è un reporter incaricato di realizzare un reportage sul Cefa, attraverso il racconto in parallelo del tanzaniano John Sagala e di Marco Rinoldi. Entrambi sono figli di allevatori: John ha una famiglia in difficoltà nel gestire l’attività a causa delle poche risorse, mentre Marco in Emilia non vuole avere a che fare con il grande consorzio del padre. L’esperienza africana e l’operato del Cefa faranno crescere entrambi attraverso uno scambio di valori e competenze. E anche Loris ritroverà quella parte di se stesso che aveva perduto.
Loris
La prima storia di Gente Strana è quella di Loris, interpretato da Cesare Bocci (Bentornato Presidente), un reporter di guerra che ormai appare stanco della vita e del suo lavoro. I suo gesti quotidiani, farsi la doccia o versarsi il caffè, appaiono come riti consumati dal tempo, ma che conservano una certa sacralità. L’effetto rallenty delle prime immagini indirizzano lo spettatore verso il film di finzione e quelle che seguono confermano la dimensione della fiction.
Loris è seduto alla scrivania e riceve una telefonata del suo caporedattore che gli affida un reportage sul CEFA, un’organizzazione non governativa attiva nel sud America e in Africa. Il burbero giornalista accetta controvoglia il lavoro e lo spettatore inizia un viaggio che parte dall’Emilia e lo conduce in Tanzania.
Marco
Matteo Gatta (Est – Dittatura Last Minute), un giovane attore, apprezzato da Luca Ronconi e diplomato al Piccolo di Milano, interpreta il protagonista della seconda storia di Gente Strana: Marco, un cooperante del CEFA.
È un ragazzo di vent’anni proveniente da Regio Emilia, dove il padre ha una grossa azienda agricola e tante mucche da latte. Come i ragazzi della sua età, Marco non ha voglia di passare la vita nelle stalle e decide di trasferirsi a Bologna e frequentare la facoltà di agraria. Passato il primo semestre, gli esami sostenuti sono pochi e non gli restano che due possibilità: trovarsi un lavoro o tornare nelle stalle dell’azienda di famiglia. Marco non ha dubbi e inizia a girare per la città in cerca di un lavoretto.
Un giorno, a Piazza Maggiore viene puntato da un ragazzo che lo ferma e inizia a raccontargli le attività del CEFA. Marco non è molto interessato, ma…
“… Questo ragazzo aveva un grande entusiasmo. Un entusiasmo che io non avevo mai avuto”.
Più tardi, scopre che la stessa organizzazione cerca collaboratori esperti in allevamento di vacche e disposti a partire per la Tanzania, dove nasceranno diverse cooperative. E così il giovane, partito dall’azienda agricola del padre vicino Reggio Emilia, si ritrova su un aereo diretto nel sud – est del continente africano.
John
In Tanzania inizia la terza storia di Gente Strana. Maulidi Ismail Kambenga, interpreta il ruolo di John Sagala, un giovane con un ruolo decisivo nelle cooperative create dal CEFA. Ma in Tanzania, fa la conoscenza anche di un bambino, uno dei tanti, che rischia di non avere un buon futuro davanti a sé, a causa della povertà.
Queste tre storie formano il bagaglio narrativo di Gente Strana. La regista ha senza dubbio l’esigenza primaria, di matrice sociale, nel raccontare le attività umanitarie dell’organizzazione non governativa.
“Il mio personale interesse verso il diritti umani mi rende onorata di poter raccontare l’impegno che il CEFA ha dimostrato in 50 anni di iniziative concrete e con eccellenti risultati”.
Tra finzione e realtà in Gente Strana
Il racconto di questo lungometraggio, della durata di circa sesssanta minuti, non avviene secondo il tipico linguaggio documentaristico.
Marta Miniucchi, che ha esordito alla regia nel 2019 con il cortometraggio Green Pinocchio, decide di raccontare le tre storie, che immancabilmente si intrecciano tra loro, con tre stili diversi. E allora, mentre la vita di Loris appare come un vero e proprio film, il percorso di Marco viene raccontato come un reportage, usando quasi esclusivamente la macchina a mano. E infine, John rilascia un’intervista, con la macchina da presa ferma, posta davanti a lui.
Nelle parole del ragazzo della Tanzania, che si esprime per tutto il tempo in swahili e solo alla fine scopriamo che parla anche l’italiano, troviamo alcuni punti in comune con Marco. Entrambi sono vissuti in una famiglia di allevatori e per loro le mucche sono essenziali per vivere.
Ludo Guenzi
In Tanzania, poi, Marco può rivivere l’emozione che ha sentito dai racconti del padre, quando decenni prima in Emilia nascevano le prime cooperative e i lavoratori trasportavano sulle loro biciclette pesanti recipienti colmi di latte. A distanza di decenni, ora, tutto ciò avviene in Tanzania, grazie al lavoro del CEFA
I racconti di Loris, Marco e John si intrecciano e si rispecchiano tra speranze, delusioni e rinascite. Al reporter tocca il ruolo di chi dubita delle attività dell’organizzazione non governativa e indirettamente pone delle domande, a volte scomode. E in una sorta di rincorsa tra finzione e realtà, lo spettatore scopre il lavoro del CEFA.
Le attività dell’organizzazione non governativa, fondata nel 1972, dal parlamentare Giovanni Bersani, candidato al Premio Nobel per la Pace, vengono raccontate da un’altra microstoria, anch’essa con uno stile diverso.
Questa volta prende la parola il cantate Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale), che interpreta se stesso e, rivolgendosi direttamente allo spettatore, ci spiega cosa fa il CEFA.
Le Attività del CEFA
Le principali attività dell’ONG sono l’agricoltura, il lavoro, l’immigrazione, i diritti e l’ambiente. L’obiettivo è di portare conoscenza e competenze per consentire lo sviluppo delle aree rurali. Inoltre, si tutelano i diritti come il lavoro, l’istruzione, la parità di genere e la tutela di minori.
Questo modello porta la persona alla sua concreta crescita all’interno di un meccanismo democratico. Gli individui diventano protagonisti del loro sviluppo e soggetti attivi di democrazia e pace. Il CEFA porta nel mondo indipendenza sociale ed economica, attraverso il lavoro.
“Ho sempre pensato che l’organizzazione della società civile era un aspetto fondamentale della sfida culturale, morale e politica del paese”.
(Giovanni Bersani).
Un’operazione innovativa di Gente Strana
Non ci sono dubbi che Gente Strana, prodotto da Genoma Films, è stato concepito per far conoscere le attività sociali e umanitarie del CEFA. Ma la mescolanza di generi, tra documentario e film di finzione, è un’operazione puramente cinematografica e risulta molto innovativa.
Questo secondo lavoro di Marta Minucchi, inoltre, non solo amalgama documentario e fiction, ma riesce a raccontare, anche vari stati d’animo dei protagonisti. Non mancano momenti critici nel racconto, non solo la crisi di Loris, che ha perso la moglie, interpretata da Vittoria Bianchini, ma anche i momenti difficili di Marco nel suo lavoro in Africa.
Il tutto, però, si risolve nella rinascita, nel sviluppo del popolo della Tanzania e nel sereno incontro tra Loris e Marco.
Gente Strana – Watu Wa Ajabu Trailer HD