Star of Ulsan di Jung Kihyuk è un film drammatico che ha esordito al Busan International Film Festival 2022 e conquistato due riconoscimenti.
Il più importante dei quali è stato il premio all’attrice protagonista Kim Geumsoon, diventata quindi anche Star of Busan.
Feroce e sofferente, ma mite e dolente nel racconto.
Scopri gli altri riconoscimento del Busan International Film Festival 2022.
Star of Ulsan, la trama
Oh Yunhwa (Kim Geumsoon), donna abbruttita dalla vita, operaia in un cantiere navale di Ulsan, è vittima di un un infortunio sul lavoro, che a quanto pare non è il primo. Il responsabile vorrebbe che si allontanasse dal cantiere perché non rappresenta più un buon investimento per l’azienda. Yunhwa ha un temperamento veramente difficile e reagisce con furore alle parole del direttore. Rimasta vedova, la responsabilità dei due figli grandi è tutta su di lei e la situazione a casa non è facile.
I due ragazzi sono alle prese con momenti difficili a loro volta: Sejin, il figlio maggiore, sarebbe al college, ma di recente ha tentato l’investimento in cripto valuta rimanendo fregato. La sorella sogna di abbandonare gli studi per seguire la carriera da truccatrice, e quindi partire da Ulsan e dalla vita stretta della città portuale.
La crisi preannunciata viene alimentata dall’arrivo dello zio, che per far fronte a sua volta ad una situazione di indigenza del figlio, è motivato a vendere il terreno di famiglia.
Scontri generazionali
Vagamente neorealista nelle intenzioni, Star of Ulsan non regala catarsi allo spettatore.
La crisi sostanziale che la famiglia incontra non si risolve con un dialogo facile. I personaggi scendono a compromessi, perché questo è quello che si fa nella vita quando si affrontano grandi problemi.
Madre indurita, che ha rinnegato la sua femminilità per far fronte al mantenimento della famiglia, Yunhwa vorrebbe una vita inquadrata adesso: il figlio nel cantiere navale, spina dorsale dell’economia di Ulsan, la figlia a posto con gli studi. Ma ognuno ha i propri sogni e le responsabilità da tenere in considerazione.
È chiaro che la famiglia e gli equilibri classici al suo interno si sono incrinati definitivamente dal momento che il padre è venuto a mancare. L’attaccamento alle tradizioni non aiuta a superare questo scoglio. E non c’è comunicazione: tutti vorrebbero fare qualcosa per stare meglio, ma nessuno riesce davvero ad essere di supporto. L’onestà passa solo attraverso l’alcool, che se non si vomita la cena allora si vomitano parole e verità.
In questo modesto universo portuale dove si fatica ad arrivare a fine mese, i soldi davvero non sono tutto, se non c’è vicinanza familiare e volontà di aiutarsi.
Femminilità repressa
Hyeongsu è il nome di famiglia di Yunhwa, ovvero del marito: al lavoro la chiamano tutti così, malgrado lui non ci sia più.
Ossessivo questo esproprio d’identità contro cui la Star of Ulsan combatte quotidianamente: il fantasma di un compagno che è già un peso nella sua assenza, e che lei ha dovuto sostituire non solo economicamente, ma pare anche fisicamente. Quindi da una parte c’è il richiamo della propria identità, dall’altra la volontà di mantenere in vita tutto ciò che il marito e la famiglia rappresentano.
Chiusa nel suo mondo, camuffata e indurita, Yunhwa rifiuta l’aiuto delle persone con rabbia. Anche chi s’ interessa a lei. Ma questo non è sufficiente per evitare di soffrire.
Il muro da scavalcare
Dopo una così lunga riflessione, una così accorata permanenza nella crisi, è il momento di scavalcare il muro. È proprio così che si riparte, con una breve sequenza in cui il cugino si affaccia al mare e alle donne è concesso di rendere omaggio ai defunti.
Women also bow. Time has changed.
Qui lasciamo andare le storture patriarcali e cediamo il passo alla realtà. Che non vuol dire riconoscere la parità di genere, sarebbe stato un passo troppo lungo e surreale. Bensì, riconoscere finalmente gli sforzi e la realtà.
Star of Ulsan è un film sulle responsabilità della vita, dove la trascinante interpretazione di Kim Geumsoon ha reso tangibile e sferzante la sofferenza di una donna dall’ identità negata.