Ad Alice Nella Città 2022, nel contesto della Festa del Cinema di Roma, è stato proiettato il lungometraggio Le ragazze non piangono di Andrea Zuliani, scritto dallo stesso regista insieme a Francesca Scanu.
Si tratta del primo lungometraggio del regista che nel 2016 aveva già fatto parte della cinquina dei David di Donatello con il cortometraggio Per Anna.
Il film è prodotto da Rain Dogs, Twister Film e Showlab, in collaborazione con Rai Cinema, realizzato con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e della Regione Lazio – Fondo Regionale Per Il Cinema e l’Audiovisivo.
Nel cast ci sono Emma Benini, Anastasia Doaga, Max Mazzotta, Matteo Martari, Giuseppe Ragone e Irene Maiorino.
Un rocambolesco viaggio interiore alla scoperta di noi stessi, dell’altro e dell’Italia.
Le ragazze non piangono: la trama
È la storia di Ele e Mia, due ragazze molto diverse, ma complementari, che si trovano a fare un viaggio in camper.
Ele è una ragazza di diciannove anni, ancora impegnata a scuola e intrappolata in una interiorità da ragazza adolescente, abituata a rifugiarsi sotto la sua coperta colorata dalla morte del padre. Dopo quell’evento si è trasferita, con la madre, in un posto per lei estraneo, in Basilicata. Un luogo che non comprende, non comprende le scelte della madre decisa, per esempio, a rottamare il vecchio camper appartenuto al padre di Ele. Una furiosa litigata tra le due è l’evento scatenante della storia di Ele che le pone un obiettivo: salvare il camper e lasciarlo in custodia da un vecchio amico di suo padre in Trentino.
Mia è una ragazza arrivata in Italia dalla Romania, impiegata nelle pulizie di una scuola. Una ragazza scappata dalla sua trappola: un padre alcolizzato l’ha costretta a badare alla sorella minore, la madre è fuggita via lasciandole sole. Racconta a Ele di aver bisogno di un passaggio in camper e così le due ragazze sono costrette ad affrontare un viaggio insieme, non solo fisico, ma anche e soprattutto interiore.
Dai vetri del camper, un mezzo all’apparenza destinato a finire stritolato tra i rottami delle altre macchine, scorre un paesaggio eterogeneo fatto di posti incantevoli e degradati, popolati da animali e persone particolari, pericolose, amiche.
Un viaggio alla ricerca del proprio sé che non può prescindere dall’altro e dal contatto con l’altro.
Due ragazze apparentemente molto diverse, ma complementari, si diceva. Spesso finiscono per mescolare i loro mondi dapprima inavvicinabili l’uno all’altro, spigolosi; poi piano piano smussati e incastrati fino a quella maturità che entrambe devono raggiungere.
Mia sembra la più matura delle due, per storia personale e presente rocambolesco. È una ragazza che va nel mondo, come nella scena in cui, con il camper rotto, si incammina verso l’ignoto per cercare un meccanico. Ma si scoprirà fragile, anche lei capace di tenerezza, sebbene nascosta accuratamente tra le pieghe della propria esistenza. Ele invece somiglia tanto a quella bambina che incontrano per strada, alla quale assicurano un passaggio: anche lei ha una casa segreta e magica, come la coperta di Ele. L’incontro con la bambina (e sua madre) è l’occasione di osservare un bel rapporto madre-figlia.
Avranno bisogno della reciproca visione: Mia di quella di Ele, abituata a stupirsi della natura umana e di quella animale, guardate attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica; Ele di quella di Mia spesso cinica e determinata, ma sempre in grado di aprirle uno squarcio in quella trappola per offrirle una via di fuga verso l’età adulta.
Si aggrappano l’una all’altra, come nel primissimo piano delle mani che lentamente si intrecciano e si stringono fortissimo.
Mia prova a entrare dentro Ele, le insegna la passione. Ele ne è spaventata ma poi si ritrova a non dormire di notte, come una ragazzina.
“Mia, ti devo chiedere una cosa: c’è un momento in cui capisci che cosa sei?”
Le scelte artistiche
Le ragazze non piangono è un road movie di formazione, in equilibrio tra commedia, avventura e mistery. Il tentativo, riuscito, è stato quello di sottrarre le due protagoniste ai soliti ambienti che fanno da sfondo alle storie di formazione per metterle in viaggio sulla strada, simbolo anche delle loro vite.
Il paesaggio sonoro del film sottolinea bene le varie sfumature emotive: divertenti, tese, misteriose, passionali. È un film che vuole essere anche un viaggio interiore e fisico alla scoperta dei meravigliosi posti del nostro Paese.
Nelle intenzioni del regista, Andrea Zuliani, c’è proprio questa scoperta da regalare al suo pubblico. Scoperta fatta già in prima persona nel corso della sua esperienza da professionista del cinema.
“Le ragazze non piangono è anche questo: il rendermi conto, in prima persona, del mondo che c’è là fuori. Della varietà di paesaggi ed esseri umani di cui è costellato il nostro paese. Ed è proprio quello che vorrei provare a restituire con questo film: la tensione e lo stupore verso ciò che ancora non si conosce e l’arricchimento interiore che questa scoperta può portare.”
La scelta è stata quella di evitare l’enorme macchina di produzione tipica del cinema per viaggiare leggeri e potersi inoltrare tra gli intercapedini più stretti e forieri di meraviglia. Il film è stato girato tra Roma, la Basilicata e la provincia di Trento, con il patrocinio dei comuni di Lagonegro, Teggiano, Rivello, Sant’Arsenio, Fardella, Nova Siri e dall’Ente Monti Cimini – Riserva Naturale Lago di Vico.