‘The boys’ di Jeong Ji-yeong, true crime dalla Corea del Sud

The boys di Jeong Ji-yeong è un crime movie prodotto da Aura Pictures e Viva Film che ha esordito al Busan International Film Festival.

Il nuovo lavoro del navigato regista Jeong sfoggia volti noti nel genere true crime, come Sol Kyung-gu (Yaksha, Kingmaker) e Heo Sung-tae (Squid Game, The age of shadows). Ricorda la vicenda di tre ragazzi ingiustamente coinvolti nel caso della rapina al supermercato Samrye Nara, e condannati, innocenti e impotenti, a diversi anni di prigione.

Un altro caso-fallimento del sistema di giustizia coreano, una storia true crime appena sufficiente.

The boys, la trama

Tratto da una storia vera avvenuta nel 1999: tre ragazzini, circuiti dalle forze dell’ordine, vengono accusati di rapina e di omicidio colposo. Convinti a tacere sulla verità e a simulare la ricostruzione, il caso viene in questo modo chiuso rapidamente.

Quando l’anno seguente, Hwang Juncheol (Sol Kyung-gu), soprannominato Mad Dog per la sua persistenza, viene trasferito nello stesso distretto, riceve una soffiata sui veri colpevoli del fatto. Riapre il caso e riprende ad indagare con il collega Park (Heo Sung-tae). Purtroppo, si scontra con uno zoccolo duro di funzionari corrotti, tutti ugualmente intenzionati a non alzare il polverone (tra cui, Cho Jin-woong). Per questo, viene spedito sull’isola di Jeju e per diversi anni impossibilitato ad intervenire.

Anni dopo, nel 2012, di rientro nella stessa divisione, si trova nuovamente nella possibilità di restituire dignità ai ragazzi, che nel frattempo hanno scontato la loro pena. Hwang metterà a rischio tutto ciò che ha di valore per mettere in pace i sensi di colpa e perseguire la giustizia.

Regia pulita per un intrattenimento mediocre

Jeong Ji-yeong ci offre un film classico, per nulla sperimentale. Non eccelle nella realizzazione e siamo ben lontani dalle atmosfere cupe di un poliziesco dello stesso periodo come The Policeman’s Lineage di Lee Kyu-maan, dove c’è molta più capacità di far emozionare lo spettatore.

Questo perché la regia oscilla tra momenti di abile gestione a sequenze poverissime, quasi scadenti. Purtroppo, la fine e tutto il processo rientrano in quest’ultima dispersiva e mancante categoria.

Mentre sono più d’effetto alcuni giochi che attingono dal western, con una musica che richiama espressamente il genere.

Nel complesso l’atmosfera di The boys rimane molto leggera, con lo spiritoso Park che canzona Mad Dog o i ragazzini sempliciotti che aggiungono freschezza. Flash forward ed ellissi provano a rendere il racconto più dinamico e il cruccio del detective più concreto.

Tuttavia, dopo una carriera così nutrita e un attore protagonista così esperto del genere, ci si aspettava da Jeong Ji-yeong un risultato più convincente.