Presentato nella sezione Grand Public della Festa di Roma, Il Principe di Roma di Edoardo Falcone , distribuito da Lucky Red., arriva in streaming su Sky e Now tv.
La pellicola ci conduce per mano alla riscoperta della vera anima di Roma, ormai soltanto un’ombra della propria identità. Nel grande omaggio a Luigi Magni, attraverso una favola buona che riadatta ad un universo proprio il grande classico di Charles Dickens Il canto di Natale, Il principe di Roma è una storia alla scoperta del valore dei sentimenti autentici, abbagliati da egoismo e sofferenza.
Roma, 1829. Bartolomeo è un uomo ben piantato su se stesso. Rozzo, sicuro di sé, pare possedere tutto: ricchezze, servitù, una vita più che agiata, ma gli manca qualcosa… Un titolo nobiliare. Vuole diventare Principe. E per farlo, non bada a spese. Sono già pianificate le nozze con la figlia del principe Accoramboni, zeppo di debiti ma con addosso il valore più grande per il nostro protagonista: quella nobiltà che darebbe definitivamente decoro e dignità vera al suo stato sociale.
Bartolomeo attende con fermento quei famigerati 100 scudi, frutto di una riscossione che arriva da lontano. Le cose inevitabilmente si complicheranno e nel tentativo di avere il suo tesoro ad ogni costo, il nostro eroe si imbatterà in un viaggio tra passato e futuro, accompagnato da fantasmi molto particolari: Beatrice Cenci (Denise Tantucci), Giordano Bruno (Filippo Timi), papa Borgia (Giuseppe Battiston).
A passeggio nella Roma del Papa Re
Nell’atmosfera dei sonetti romaneschi di Giuseppe Gioacchino Belli e delle stampe dell’incisore Bartolomeo Pinelli, Edoardo Falcone ha realizzato un suo grande sogno:
Ho sempre voluto fare un film ambientato nella Roma del Papa Re. Questo desiderio ha origine nella mia infanzia quando, in una lontana estate di tanti anni fa, mia madre mi portò in un’arena a vedere Nell’anno del Signore di Luigi Magni. Proprio dalla visione di quel film così evocativo è nata in me una passione per la storia e le tradizioni della mia città, che ancora oggi non mi ha mai abbandonato.
L’idea di base il regista l’ha trovata dentro un classico della letteratura, oggi più che mai attuale e necessario: Il Canto di Natale di Charles Dickens. Come ‘raccontare’ quella favola, allora, se l’odioso Scrooge invece di vivere a Londra nell’Ottocento, fosse vissuto nello stesso periodo a Roma?
Non si strizza l’occhio al Il marchese del Grillo, né a Il conte Tacchia, pur se il fulcro del film è naturalmente il suo protagonista, padroneggiato con vera maestria da Marco Giallini. Un vero mattatore, attorno al quale ruotano tutti i personaggi della vicenda.
Ognuno apporta il proprio contributo senza sovraccaricare, appesantire la caratterizzazione: Sergio Rubini, Andrea Sartoretti, Antonio Bannò, Giulia Bevilacqua, Denise Tantucci, Filippo Timi, Giuseppe Battiston.
La vera Roma è altrove
La sceneggiatura, firmata dal regista e da Paolo Costella, riesce bene ad oscillare tra il goliardico ed il sentimentale, segnando costantemente il passo del visivo, ben incollato dentro questo scambio di registri. Piccole verità riescono comunque e per fortuna ad emergere nella favola a cui assistiamo. Qualche lezzo ironico di meno non avrebbe guastato, pur se alla fine l’intento di ciò che è stato realizzato, resta e convince.
Una curiosità, anche un po’ malinconica: Il Principe di Roma è stato girato ad Orvieto, trasformata per l’occasione nella Roma dell’Ottocento. Oggi Roma è cambiata, quell’aura che la conteneva e la identificava nella sua essenza è scomparsa. Completamente inglobata da una contemporaneità e una modernità spietate nel cancellarne ogni memoria e atmosfera.