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‘My soul summer’ per Casadilego ad Alice nella città un debutto alla grande

Il film di Fabio Mollo ha come protagonista la giovane cantante, al suo esordio cinematografico, che vince e convince

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La musica e Casadilego sono al centro di My soul summer, il nuovo film di Fabio Mollo, ad Alice nella città. La musica perché si parla di questo nella storia, un po’ di formazione, del regista calabrese. Casadilego perché è la protagonista di My soul summer. La cantante, classe 2003, ha ufficialmente debuttato al cinema con il ruolo della protagonista Anita alla ricerca della propria strada… e della propria musica. Una musica che il 16 ottobre ha preceduto anche la proiezione del film all’auditorium della Conciliazione con la cantante, adesso attrice, che si è esibita con i suoi inediti.

Proprio a Casadilego abbiamo chiesto qualcosa sull’esordio, sul suo rapporto con la musica e con il cinema e sul dietro le quinte di My soul summer.

Il personaggio di Casadilego in My soul summer

Visto che il personaggio che interpreti in My soul summer ha un legame forte con la musica inizio con il chiederti quanto c’è di Casadilego in Anita e quanto di Anite in Casadilego?

Mi piace molto questa domanda perché non è facile rispondere. All’esterno sembra che io e Anita abbiamo tante cose in comune, ma in realtà non è così. L’amore per la musica è ciò che ci lega maggiormente ed è così grande che quasi oscura tutte le altre cose. In realtà, a parte quello, io e Anita siamo molto diverse, anche perché lei è un po’ più piccola di me e ci troviamo in due spazi e momenti della nostra vita differenti. E di conseguenza affrontiamo tutto in maniera completamente diversa. Quindi, riassumendo, la cosa che abbiamo in comune è l’amore e il rapporto di entrambe con la musica, mentre le differenze sono i modi in cui ci approcciamo alle nostre emozioni e agli stimoli esterni.

Per costruire il personaggio, quindi, come hai lavorato? Come ti sei preparata?

È stato un lavoro lungo, non facile, ma neanche troppo difficile. Direi non schematico, non scolastico. Abbiamo utilizzato il tempo, insieme al mio acting coach, per scavare ed entrare in contatto con le zone buie dentro di me; per conoscerle, per guardarle e per riuscire ad appropriarmene e cercare di renderle al pubblico.

Una cosa che mi ha colpito molto del film è la naturalezza del tuo personaggio. A un primo impatto forse può risultare più facile identificarsi con gli altri personaggi della storia che sembrano dare più importanza all’apparenza che al resto, ma in realtà è il tuo personaggio quello che secondo me è più universale e anche più reale e autentico con tutte le paure del caso.

È vero! E un po’ deriva da quelle zone di buio alle quali ho fatto riferimento e che fanno parte di ognuno di noi. Per questo è stato un lavoro paziente, per cercare di dare le stesse emozioni al pubblico e per farci entrare tutti in queste zone, senza paura e senza giudizio.

Temi e chiavi di lettura

Volevo fare con te una riflessione anche a livello tematico. Il film, che mette al centro la musica, in realtà nasconde molto altro. C’è il rapporto con i genitori, con gli amici e con il mondo esterno e soprattutto c’è la ricerca di sé e della propria strada, in particolare per Anita. Credi che alla fine lei riesca a trovare la strada giusta?

Probabilmente è quasi un discorso prematuro parlare della strada giusta perché Anita è giovane e sicuramente ne ha imboccata una e ha cominciato a cercarla davvero. Se l’ha veramente trovata, però, lo scoprirà forse tra 20 anni. Sicuramente la musica l’ha aiutata a uscire da sé stessa ed è pazzesco perché prima quella stessa musica la teneva dentro sé stessa. Poi, a un certo punto, invece, è riuscita a usarla per uscire fuori.

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Infatti. E poi secondo me si può leggere la musica in senso universale. Chiunque si può aggrappare a una propria passione, a un proprio sogno in questo modo per uscire fuori.

Assolutamente.

A proposito di questa valenza universale il titolo del film, My soul summer, si può leggere in più modi. E, così come il film, si può interpretare in più modi. La tua chiave di lettura qual è?

Penso che sia un gioco di parole abbastanza chiaro. Hai ragione nel dire che racchiude quello che si racconta perché da una parte si parla di musica soul e la musica è lo spartiacque di Anita e poi soul è inteso anche con il significato di anima, quindi un’estate in cui si viene a conoscenza della propria anima.

Il debutto di Casadilego in My soul summer

Il personaggio di Anita segna il tuo debutto nel mondo del cinema. Com’è stato il primo impatto con la recitazione? Da spettatrice, devo dire che sei stata brava e convincente.

Ti ringrazio davvero. È stato un lavoro lungo, un’esperienza meravigliosa e anche tanto difficile. Sicuramente il fatto che il personaggio fosse così vicino, anche se al contempo così lontano, da me mi ha aiutato tanto a lavorarci in un certo modo. Devo, però, ringraziare il regista Fabio Mollo per la pazienza e il mio acting coach perché senza di lui non ce l’avrei mai fatta.

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Com’è stato lavorare con il resto del cast? Tra nomi affermati del panorama cinematografico e giovani che si stanno affermando?

Credo che lavorare con dei professionisti e con dei ragazzi che studiano, se si è propensi all’ascolto, sia la cosa più bella che si può fare nella vita. Non solo in questo campo, ma in generale. La condivisione e il potersi mettere lì a imparare sono importanti. Poi la magia è nata perché io ho ascoltato loro e loro hanno ascoltato me. Partendo da due percorsi diversi, l’unione è sempre magica e bellissima.

I brani inediti

Ovviamente è d’obbligo la domanda relativa alla musica. Come sono nati i brani inediti che usciranno proprio in concomitanza alla presentazione del film?

Non sono nati per il film e questa secondo me è la cosa straordinaria. E anche la storia, seppur simile a me, non è stata costruita su di me: ci siamo semplicemente trovati: quasi come se fosse destino. Questi brani sono nati in maniera diversa. Uno è stato scritto dalla mia collega e amica Mara Sattei. Dopo la stesura, insieme ci siamo messe in studio e l’abbiamo finito e ascoltandolo abbiamo pensato che fosse perfetto per la storia. L’altro brano, invece, l’avevo scritto io quasi un anno e mezzo prima ed è molto personale. Non pensavo sarebbe mai uscito dalla mia camera, quindi devo ringraziare il coraggio del regista. Sono riuscita a farmi forza e a decidere di condividere questo pezzo di me che è anche molto profondo.

Parlando con registi e attori spesso è venuto fuori il fatto che in alcuni casi riescono in qualche modo ad anticipare argomenti e temi dell’attualità. E mi fa sorridere il fatto che anche tu sia riuscita a fare la stessa cosa con questo brano nato più di un anno fa. Vuol dire che c’era già un legame in qualche modo.

Sì davvero, quasi astrale.

Esibizioni dal vivo

So che i momenti in cui canti e suoni sono esibizioni dal vivo. Com’è stato cantare in un contesto, in qualche modo, diverso da quello a cui sei abituata ed è abituato in generale un cantante?

Il fatto di poter portare la musica dal vivo è stato quasi una salvezza per me soprattutto quando impazzivo nel senso di non riuscire a recitare, a esprimermi. In quei momenti il regista mi faceva cantare, suonare. E anche quello, in realtà, era recitare, anzi era entrare ancora di più nel personaggio. Quindi alla fine è stata soltanto un’ancora di salvezza.

Un po’ come il personaggio che interpreti che cerca nella musica una via di fuga e un rifugio.

Esattamente così.

Il cinema di e per Casadilego oltre My soul summer

Adesso che sei ufficialmente entrata nel mondo della recitazione hai qualche sogno nel cassetto legato a questo mondo? Qualcuno che vorresti interpretare? O qualcuno con cui vorresti lavorare?

In realtà non ho avuto questo pensiero. Sicuramente è molto presto perché appena uscita dal set, mi sono rimessa a fare musica e a riprendermi. Però sicuramente mi sono innamorata della recitazione e mi piacerebbe molto farlo di nuovo. Non ho però un sogno specifico per il momento.

Il tuo nome d’arte è la traduzione della canzone di Ed Sheeran. Se, invece, dovessi darti un nome cinefilo quale sceglieresti?

Oddio, mi hai colta di sorpresa. Non so se uscirebbe bene allo stesso modo un nome d’arte cinefilo, ma opterei per uno dei film di Miyazaki che suona bene. Per esempio Spirited Away.

Il film uscirà in sala il 24, 25 e 26 ottobre distribuito da Europictures.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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