Presentato alla 17esima edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, e disponibile su Netflix dal mese di maggio 2024, La signora Harris va a Parigi è una favola a tutti gli effetti.
Diretto da Anthony Fabian e guidato dalla bravissima Lesley Manville, il film è distribuito da Universal Pictures Italia.
Ada Harris (Manville) lavora come donna delle pulizie negli appartamenti di Londra, in attesa che il marito possa, forse, far ritorno dalla Guerra. Grazie al suo umorismo, alla grande generosità e alla sua accuratezza, è molto apprezzata dalla piccola comunità in cui vive.
Non c’è niente di male a sognare
Un giorno, mentre sta rassettando la stanza di Lady Dant (Anna Chancellor), si imbatte in uno splendido abito lilla. L’etichetta recita Christian Dior. Da quel momento, Ada cercherà di mettere insieme un gruzzoletto, per poter andare a Parigi, al numero 30 di Avenue Montaigne.
Tra una vincita al Totocalcio, l’aiuto di chi la conosce e le vuole bene, e la buona sorte che, evidentemente, si merita, Mrs. Harris coronerà una prima parte del suo sogno. Se non che, dovrà vedersela con la terribile Mrs. Colbert (Isabelle Huppert), al fine di ottenere ciò per cui è partita.
Una donna come Mrs. Harris
La signora Harris va a Parigi possiede qualcosa che tanti altri progetti simili non hanno. Innanzitutto una purezza negli intenti e nel racconto, che si riflette nella protagonista – e nelle sue azioni – e che, in qualche modo, induce il cuore ad aprirsi.
Quando lo indosso, niente ha più importanza
Lo spettatore si ritrova così, inconsciamente e profondamente, incline a raccoglierne ogni più piccola traccia. E ce n’è davvero un’infinità. Dall’amicizia sincera con l’amica Violet (Ellen Thomas) al corteggiamento di Archie (Jason Isaacs), passando per i vari incontri parigini.
Mrs. Harris è una donna dalle numerose sfumature, una più preziosa ed esemplare dell’altra. È una donna segnata dalla scomparsa del marito Edward, costretta a vivere risparmiando, ma non appare mai sconfitta dalle avversità. La speranza è sempre viva in lei, che crede nella fortuna, nei segni e nei sogni. E, per un breve periodo della sua esistenza, quei sogni li vivrà davvero.
La signora Harris va a Parigi | Il racconto tra sogno e realtà
Essendo ambientato nel decennio successivo alla Seconda Guerra Mondiale, il contesto non può prescindere da ciò che ne è, a lungo, conseguito: indizi di rovina per le strade, esseri umani feriti nel corpo e nello spirito, bisogno di svago, eccessi.
La pellicola, basata sul romanzo del 1958, Mrs. ‘Arris Goes to Paris, scritto da Paul Gallico, fotografa alla perfezione una realtà storica. E sceglie di darle spessore e significato attraverso una sorta di continuo gioco degli opposti. Bellezza e disgusto, esteriorità e anima.
Questo non è cucire, è creare il chiaro di luna
Quando Ada attraversa la città di Parigi, incantevole con i suoi luoghi simbolo, non può non notare la spazzatura che ne contamina l’aspetto. Da lì, lo spunto per raccontare quanto sta accadendo nella Capitale francese. La rivoluzione è quindi un elemento ricorrente nel corso della narrazione, declinata in maniera differente, a seconda dei casi.
La stessa Mr. Harris si fa portavoce di alcune rivendicazioni, come donna e come lavoratrice, che conosce bene, non solo il valore del denaro, quanto, soprattutto, l’importanza e il rispetto del mestiere. Libera, finalmente, di poter godere del frutto delle sue fatiche, lontana da pensieri che l’ appesantiscono, diventa la cartina di tornasole dei sentimenti di chi la circonda.
La guerra rimette tutto nella giusta prospettiva
Nella Maison Dior tutti, o quasi, l’ ammirano e imparano da lei. Quando mette per la prima volta piede dentro quel mondo, è evidente l’abisso che la separa dalla tanto agognata haute couture. Eppure coloro che danno vita a opere di siffatta levatura riconoscono in lei una loro simile, qualcuno che ha sofferto ed è riuscito a rialzarsi.
È come se la guerra avesse ristabilito la giusta prospettiva, conducendo le persone a provare gratitudine e riconoscenza nei confronti di un volere più grande che ha permesso loro di cavarsela. E, perché no, a comprendere il potere dei sogni.
Il sorprendente ingresso sulla scena di una donna come Ada spinge a essere migliori, ad abbracciarne il sogno, la speranza e il coraggio. Dal canto suo, la protagonista appare più che consapevole del dono che le viene fatto, e non perde neanche un attimo a mettere, al servizio di chi ha bisogno, tutto ciò che ha a sua disposizione. Compreso un meraviglioso abito Dior.
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