Riceboy sleeps di Anthony Shim è un film drammatico, già vincitore al Toronto International Film Festival e presentato in anteprima al Busan International Film Festival 2022.
In una dialettica filmica che ci riporta agli anni Novanta, Anthony Shim realizza un film visionario, tra un Canada di periferia e una Corea di panorami immortali.
L’amore può tutto, e per questo una madre può sconfiggere il tempo e le distanze anche se sconfitta nella carne.
Riceboy sleeps, la trama
Siamo negli anni 90; So-Young è rimasta sola dopo che il marito è deceduto. Decide di emigrare col figlio piccolo, in Canada. Sola ma ben determinata, cresce Dong-Hyun nella periferia di questo paese, combattendo il pregiudizio e affrontando poi i problemi dell’adolescenza come tutti gli altri genitori.
Però, Dong-Hyun diventa sempre più curioso a proposito del suo passato e di un padre di cui So-Young non ha mai voluto veramente parlare. Quando Simon propone a So-Young di convivere e diventare quindi una famiglia, la relazione con il figlio adolescente si fa ancora più tesa.
La scoperta di una grave malattia cambia le prospettive e spinge madre e figlio ad affrontare il viaggio della vita, per ripristinare i legami allentati con la propria cultura e la propria famiglia.
Delicatezza, rispetto ed empatia filmica
Riceboy sleeps è la seconda opera da regista di Anthony Shim, un volto più frequentemente visto quale attore, anche in Star Trek Beyond. Questo lavoro, da lui scritto e diretto, è un delicato racconto della condizione di una famiglia immigrata in un ambiente a cui fatica ad adattarsi. Difficoltà di comunicazione e pregiudizio sono i temi affrontati. Ma soprattutto, So-Young (la profonda Choi Seung-yoon) e Dong-Hyun (Ethan Hwang) sono i motori di una relazione difficile ma non impossibile, in un periodo della vita pieno di profondi moti emotivi.
E si sceglie di raccontare questa battaglia quotidiana con un’immagine di pellicola palpitante, invecchiata, dichiaratamente ispirata a Lazzaro felice e firmata da Christopher Lew. Grande uso di movimenti di macchina, riflessivi, profondi: in queste vite che avanzano con i loro piccoli e grandi problemi, la macchina da presa non si ferma mai. Ogni segmento drammatico si costruisce con lenti movimenti e anche quando si arresta, ciondoliamo dolcemente, perché il tempo non si ferma.
La sonorità che segue è egregiamente studiata da Andrew Yong Hoon Lee. Pesante, onnipresente, a tratti vagamente spaventosa, la colonna sonora agisce come un personaggio aggiuntivo e sottrae le parole per riempire di silenzi musicati.
È un film da cui bisogna anche lasciarsi assordare, ogni tanto.
Quando tra i personaggi esiste l’alchimia giusta
Non serve altro a Riceboy sleeps per funzionare. Tra i quattro attori che muovono le emozioni – madre e figlio, lo zio ri-acquisito Kang Ins-sung e Shim stesso nel ruolo nel nuovo fidanzato –, si crea quell’alchimia giusta da rendere credibile e vibrante ogni situazione. Anthony Shim non descrive grandi momenti, anzi, piuttosto piccole cose: una danza, un pasto, un momento alla sauna, una sigaretta.
Su tutto, lo sforzo di una madre che parte per garantire al figlio di ritrovare le radici, gli affetti, e le relazioni. La solitudine contro la quale So-young ha combattuto, Dong-hyun non la deve vivere. Le cure che lei gli dedica, sono oltre il tempo e la spazio; la sua eredità è nella mente e nel cuore.
Riceboy sleeps è poesia visuale ed umana.