Interviews

‘Corpo libero’ la serie thriller sulla ginnastica ad Alice nella città raccontata dai registi

Cosima Spender e Valerio Bonelli e il mondo “segreto” della ginnastica

Published

on

Presentata ad Alice nella città con i primi due episodi in anteprima, Corpo libero è una serie thriller diretta dai due registi Cosima SpenderValerio Bonelli. Dal 26 ottobre arriverà su Paramount+ e dal 2023 su Rai2, ma intanto partecipa alla sezione interna alla Festa del cinema di Roma 2022. Abbiamo chiesto ai registi di Corpo libero di raccontarci qualcosa sulla serie.

– Foto di copertina di Mario Spada –

Corpo libero: la genesi della serie secondo i registi

Com’è nata l’idea di realizzare la serie Corpo libero?

Cosima: In realtà la sceneggiatura era già pronta. Originariamente erano 8 gli episodi, poi sono diventati 6. E tutto è iniziato quando gli sceneggiatori mi hanno contattata dopo aver visto SanPa, la docuserie che ho realizzato nel 2020.

Una volta entrati in contatto con noi, abbiamo letto la sceneggiatura e messo il nostro input. E la cosa davvero interessante è stata quella di lavorare con delle ginnaste vere che, a volte indirettamente, ci hanno spinto a inserire degli elementi ai personaggi che erano nella sceneggiatura. C’è stato un bel dialogo tra le attrici e i personaggi che dovevano interpretare nella storia.

Valerio: Aggiungo che il libro alla base della serie è uscito per la prima volta 10 anni fa scritto da Ilaria Bernardini che aveva sviluppato questa storia da molto tempo e aveva già realizzato un documentario per Mtv prima di scrivere il libro. Immergendosi nel mondo della ginnastica artistica, ha scritto il libro e poi la serie insieme a Chiara Barzini, Ludovica Rampoldi e Giordana Mari. La cosa che ci ha colpito maggiormente è l’idea di entrare in un mondo segreto, quello della ginnastica artistica, che è un mondo competitivo e angosciante, ma fatto anche come un prisma con molte sfaccettature. E in generale noi siamo molto attratti da questo tipo di storie.

In effetti è un mondo segreto, non si sa molto di quello che c’è dietro. E Corpo libero, al di là del giallo, può essere anche un modo per parlare di questo mondo.

Cosima: Esatto, è come trasportare lo spettatore in un mondo chiuso al quale solitamente non ha accesso.

Valerio: La competizione sportiva può portare a delle situazioni tossiche come queste, ma ovviamente non sempre. Poi c’è da dire che negli ultimi tre anni sono usciti anche altri documentari intorno ad argomenti del genere. E Ilaria si è ispirata anche a queste storie arrivando a mostrare che lo sport dà una vera e propria disciplina mentale. La cosa pazzesca, a tal proposito, che abbiamo riscontrato in tutte le ragazze che abbiamo visto è che nessuna aveva paura: erano pronte a tutto. Questa loro attitudine ci ha incuriosito e ha facilitato la direzione.

Il lavoro dei due registi per Corpo libero e le giovani protagoniste

Anche perché loro sono ginnaste e non attrici.

Cosima: Sì, loro non avevano mai recitato prima. I casting director sono stati bravissimi in questo senso. E la cosa meravigliosa è che, essendo sportive, non avevano mai paura di provare e riprovare. E poi importante sottolineare che nessuna aveva preconcetti su come fare una cosa. Oltre alla giovanissima età, recitando dovevano esplorare i caratteri e le emozioni dei personaggi.

Foto di Mario Spada

Com’è stato lavorare in due alla regia di questa serie?

Cosima: Abbastanza naturale. Io e Valerio, che nella vita siamo marito e moglie, ci siamo conosciuti a scuola di cinema in Inghilterra: lui faceva montaggio e io regia di documentari. Dopo il diploma abbiamo lavorato molto insieme (lui ha montato molti dei miei documentari). Ci troviamo bene anche sul lavoro perché è come se lasciassimo la relazione da parte e diventassimo regista e montatore. C’è anche da dire che il montaggio è una fase fondamentale di scrittura, un processo davvero collaborativo tra regista e montatore. E poi, viste le tempistiche molto strette delle serie, il fatto di essere in due ha aiutato.

Valerio: La serialità ha un ritmo diverso da quello dei film con una spazialità di narrazione precisa. Devi saper gestire emozioni che vanno da un estremo a un altro e avere molta concentrazione. Abbiamo fatto leva sulla conoscenza reciproca, sui nostri gusti in comune e questo è stato probabilmente il nostro punto di forza.

Cosima: E poi abbiamo dovuto gestire anche alcuni problemi come il covid e la neve.

La struttura

Passando alla struttura della serie, la sensazione che ho percepito nel guardare Corpo Libero è stata inizialmente quella di vedere un documentario o comunque un prodotto dove si spiega la ginnastica. Ma lo dico in senso positivo perché, secondo me, è un punto a favore che riesce a mescolare in qualche modo le carte in tavola. Non so se è stata una cosa volontaria o se è legata a voi e al vostro modo di lavorare.

Cosima: Il voice over faceva già parte della sceneggiatura ed è effettivamente una tecnica usata nel documentario. Ma in generale il nostro modo di lavorare è quello di essere elastici e aperti anche a eventuali cambiamenti in sala montaggio che fanno parte del processo creativo. Poi raccontare l’inizio di qualcosa è sempre difficile perché devi cercare di portare un’audience nella storia e dargli un’impressione dei personaggi.

Valerio: Il nostro interesse iniziale alla storia si è legato al modo con il quale, su carta, era già presente una voce narrante. Poi abbiamo deciso di mantenerla perché il binomio tra omicidio e accompagnamento per la mano nel mondo della ginnastica ci ha incuriosito. Nel montaggio abbiamo solo accentuato alcune linee narrative.

Cosima: Uno dei temi fondamentali è anche la relazione delle donne con il proprio corpo. Perché nella ginnastica svilupparsi vuol dire cambiare, è una sorta di piccola morte. E abbiamo voluto portare sullo schermo un’esagerazione del rapporto che le donne hanno con il proprio corpo.

Corpo libero: il titolo e il mistero analizzato dai registi

Infatti, a tal proposito, volevo fare con voi una riflessione sul titolo che ben si presta a quanto appena detto. Perché è vero che fa riferimento all’esercizio della ginnastica, ma anche alla libertà che vogliono raggiungere le atlete protagoniste.

Valerio: Sì. Poi il titolo italiano ha qualcosa in più rispetto al corrispettivo inglese. Corpo libero racchiude il tema della serie: è il nome di una disciplina della ginnastica artistica, ma dietro c’è anche tutto il mistero del thriller della serie. C’è la tribolazione dietro queste ragazze di liberare il loro corpo dall’allenamento e tenerlo libero e leggero.

Foto di Mario Spada

E a proposito di mistero, c’è da sottolineare il fatto che tutto rimane un mistero in Corpo libero, anche il mistero stesso.

Cosima: Le serie ti danno modo di esplorare i personaggi con più attenzione: è quasi come leggere un libro più lungo.

Valerio: O anche per mettere in luce tutti i personaggi, anche quelli cattivi. Per esempio, Carla è la bulla della situazione, ma anche l’onda trainante della squadra. Con l’andare avanti degli episodi si sgretola la sua maschera e la sua sicurezza. E il fatto che sia una serie ci ha dato modo di sviluppare questo aspetto ancora di più.

Cosima: Questa serie dà modo di esplorare la loro umanità. Poi siamo in un momento sociale dove tutti abbiamo una maschera. Nessuno fa vedere le proprie crepe, ma ci sono.

Ispirazioni

Tornando un attimo alla struttura, per certi versi, Corpo libero mi ricorda altre serie e film che hanno al centro dinamiche simili, quali delitti e indagini. Avete preso ispirazione da qualcosa?

Cosima: Sicuramente siamo influenzati da noi stessi e da tutto quello che guardiamo, più che altro film. Una cosa sulla quale siamo stati molto attenti è stata la scelta dei colori. Abbiamo prodotto una palette che abbiamo distribuito al reparto di costumi e di scenografia. Poi naturalmente c’è stato un lavoro di collaborazione.

Valerio: I riferimenti sono tanti e nessuno, ma dovendo citare un titolo direi Foxcatcher di Benneth Miller sul mondo della lotta greco romana, ambientato nel nord degli USA. Poi, come hai detto, si potrebbero citare tanti altri titoli. Per esempio il fatto che la storia sia stata ambientata in Abruzzo all’inizio, con una precisa descrizione dell’albergo poteva richiamare, nell’immaginario comune, l’idea di The Shining o Grand Budapest Hotel.

La musica

Un aspetto interessante è anche la scelta della musica che in alcuni punti è totalmente assente e che risalta in altri. Come avete lavorato in questo senso?

Cosima: Noi avevamo già lavorato con questo compositore anche su SanPa. Secondo noi la musica è parte integrante del prodotto ed è un elemento che dà tanto. Poi comunque al centro ci sono delle teenager e abbiamo anche fatto una ricerca per avere musica più pop e contemporanea. Però abbiamo deciso di non incasellare la musica dappertutto. Perché alcune cose funzionano bene anche senza musica.

Valerio: Ironicamente mi sono fatto una cultura del panorama musicale italiano pop che ascoltano queste nuove generazioni. Il nostro compositore viene da una scuola particolare: è un brasiliano che vive in America e ha fatto molta gavetta. Riesce a gestire molto bene vari generi e riesce a usare sia musica elettronica che orchestrale; è molto eclettico e flessibile. E lo abbiamo indirizzato nella direzione in cui la musica diventava un elemento emotivo della storia.

Foto di Mario Spada

Questa scelta dà anche più realismo alla storia.

Valerio: ci fa piacere e ci dà soddisfazione quello che dici perché il nostro modo di approcciarci alla musica è influenzato dalla nostra scuola, più anglosassone. Per noi era importante puntare sul fatto che non fosse solo una musica di commento, ma una musica che è un personaggio e che si sviluppa e porta ad avere stati emotivi.

L’attesa di Corpo libero per i registi

Ultimamente i prodotti seriali stanno prendendo sempre più campo e sono protagonisti anche ai festival, come in questo caso. Cosa vi aspettate dalla partecipazione di Corpo Libero ad Alice nella città?

Cosima: Voglio solo che l’audience si diverta a entrare in questo mondo e spero che apprezzino il lavoro fatto e queste ragazze.

Valerio: Sicuramente è un onore presentare Corpo libero a Roma che è stata produttivamente parlando la nostra casa con Indigo Film. Quindi giochiamo in casa. Sarà interessante vedere come il pubblico romano reagirà. Poi Alice nella città ha un focus su temi adolescenziali. Spero ci sia un pubblico giovane che venga a vedere la serie, ma spero anche che piaccia a tutti.

‘Corpo libero’ la serie tv in cui thriller e ginnastica si mescolano

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

Exit mobile version