Old people, l’horror di Andy Fetscher la recensione

Scontro tra generazioni in un film dai due volti. Old people, diretto da Andy Fetscher, è disponibile su Netflix

Su Netflix potete vedere il film Old People

Old people, la storia

Ella sta tornando nel suo luogo di origine per il matrimonio della sorella, quando qualcosa di oscuro si abbatte sul villaggio. Gli anziani presenti nelle case di cura si comportano in modo strano, e a un certo punto cominciano a sfogare la loro violenza contro la popolazione.

Old people, la recensione

Finito di vedere questo film rimane un senso d’inquietudine. In parte è dovuto all’occasione persa da questo racconto che avrebbe potuto sviluppare meglio il tema legato al conflitto tra generazioni. Ma non è sufficiente a spiegare anche il senso di colpa che emerge, considerando come la società si rapporta agli anziani.

Nella maggior parte dei casi vengono visti come un peso e per questo l’unica soluzione spesso adottata è quella di confinarli in una struttura, lontana da tutto e da tutti.

Old People, che si presenta subito al pubblico con un atto di violenza già nei primi minuti, denuncia il cortocircuito che riguarda una società sempre più vecchia e sfilacciata.

Deserto horror

Questa storia aveva le carte giuste per essere una grande metafora moderna, avendo posto alcunii temi molto interessanti che si potevano sviluppare usando il linguaggio dell’horror. Il film elabora parte di questo genere mostrando quartieri deserti e villaggi spopolati. Giovani scomparsi e anziani chiusi nelle loro mura di casa guardando il mondo scorrere mentre dentro non si è mosso nulla. Questa sensazione di calma apparente in Old People trasmette in realtà una tensione che attende lo strappo per manifestare la sua forza, come capiterà ai protagonisti intenti a celebrare un momento di gioia indimenticabile.

Perdersi per strada

Funziona persino quella sottotrama che ha rimesso insieme una coppia che in passato aveva scelto di prendere altre strade. C’è chi si è fidanzato, chi ha cambiato lavoro. E anche qui emerge quel distacco che non è generazionale, ma qualcosa di più profondo e personale.

Tutto questo, però, verrà spazzato via da una seconda parte in cui il regista ha scelto di dare sfogo all’immagine che, va detto, funziona se si prendono le sequenze in maniera isolata. La bravura del regista è innegabile, soprattutto nelle scene in cui  emerge un angosciante disegno di violenza ma che peccano di virtuosismi eccessivi (alcuni combattimenti sono poco realistici). A  quel punto il film perde tutta la sua originalità iniziale sfociando verso un horror che aveva tanto da dire, ma che  non ha trovato le risposte giuste. L’unica, ma riguarda soprattutto noi, è prendersi cura dei nostri nonni.

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