Glitch è una serie Netflix in dieci episodi diretta da Noh Duk, che riporta gli avvistamenti alieni sul piccolo schermo.
La serialità coreana prova ad esplorare il genere sci-fi con l’ironia al femminile del duo Jen Yeo-bin – Nana, senza però far vibrare i campi magnetici come avrebbero sperato.
Clicca qui per guardare Glitch su Netlfix
Glitch, la trama
Hong Jihyo (Jeon Yeo-bin) ha una vita che ai più sembra invidiabile. Ma la sua infanzia nasconde un terribile segreto, che sta in qualche modo tornando a galla. Si trova perseguitata da presenze insolite, alieni osservatori che indossano un casco da baseball. Queste presenze riportano alla sua mente ricordi che lei aveva sepolto.
Quando il fidanzato di Jihyo, a un passo dalla convivenza, sparisce nel nulla, il suo mondo di certezze incomincia a sgretolarsi. Non fidandosi della pista che la polizia sta seguendo, Jihyo inizia a indagare da sola, e per questo si imbatte nuovamente nella sua amica storica Hu Bora (Nana). Con lei aveva interrotto i rapporti in passato senza ben chiarire. Bora è convinta che il ragazzo sia stato rapito dagli alieni; Jihyo deve imparare a rivedere il suo scetticismo, e rimettersi in gioco.
Per fortuna, un poliziotto più sensibile (Ryu Kyung-Soo) e invaghito di lei, non si ferma alle apparenze e in un qualche modo l’aiuta nella ricerca.
Perché guardare Glitch…
Mentre l’uso della CG aiuta questi alieni ad essere meno “cartapestosi”, Glitch ce li offre in principio con quelle medesime sembianze a cui la precedente cinematografia ci ha abituato. Grandi occhi ovali e corpi minuti con pance pronunciate. È un po’ come se si volesse legittimare lo stereotipo dell’alieno…O forse no.
La tematica principale è quella del fanatismo religioso, che oscilla tra la disperazione degli adepti e il tentativo di spiegare l’inspiegabile.
Ma nel complesso, Glitch è una leggera avventura adolescenziale. Racconta di riscoperta dell’amicizia e di revisione della propria identità.
Una grande metafora permea tutti gli episodi: quella del mascheramento, dei ruoli che ci sforziamo di ricoprire per aderire al sociale. Jihyo è infatti prima di tutto una ragazza insoddisfatta, che ha imparato a mentire e a stare al suo posto: la forza con cui Bora la conduce a riconsiderare se stessa e la propria posizione, è da una parte devastante e dall’altra un necessario riavvio del sistema.
Ricorrente poi, qui come in tutta la serialità coreana, la relazione padre-figlia. E nuovamente, l’intramontabile padre di tutte le protagoniste è sempre lui, Jeon Bae-soo, già padre dell’avvocata Woo e di On-jo in Non siamo più vivi, solo per nominare i due più recenti. Difficoltà nel comunicare, incomprensioni, ma anche la continua voglia di riallacciare i rapporti ed aiutare.
…ma soprattutto perché NON guardarlo
Mentre la protagonista è molto chiara nel vivere il suo percorso…
It’s my choice to believe it or not.
…non si può altrettanto dire per il pubblico. La serie non ingrana mai veramente. Anche se la coppia di protagoniste è ben studiata, la commistione di generi questa volta risulta un po’ goffa. Nessuno dei personaggi è veramente cattivo e a un certo punto non si capisce più dove finiscano questi alieni, sebbene il film abbia esordito in pompa magna su questa linea. Non si tratta quindi di una serie sugli alieni, non si tratta di un sci-fi né di un film costruito sulla suspense. O meglio, non è nulla di questo interamente e la costante presenza di una vena vagamente satirico-demenziale questa volta non funziona.
Poco credibile anche la reazione di un padre infuriato, che dopo aver tanto agognato per la figlia, si trasforma in criminale e la perde di nuovo.
A tratti noioso, recalcitrante nel coinvolgimento, Glitch non ha convinto neanche gli extraterrestri nel farsi guardare. Peccato per Jeon Yeo-bin, che dopo il ruolo da protagonista di Vincenzo non è tornata a brillare.
Le cinque migliori serie coreane di Netflix.