La battaglia di Hansan (o Hansan: Rising Dragon) è un film di guerra di Kim Han-min, prodotto da Big Stone Pictures. Rappresenta il secondo episodio della trilogia dedicata alle battaglie del grande ammiraglio Yi Sun-sin. Il film è presentato in Italia in apertura alla 21° edizione del Florence Korea Film Fest ed è ora invece disponibile su Prime Video.
Il primo episodio, The Admiral: Roaring Currents (2014), sbancò il botteghino in Corea del Sud e si portò a casa diversi premi grazie soprattutto all’interpretazione del protagonista offerta da Choi Min-sik.
Una vertigine per gli appassionati di strategia militare e battaglie navali. Un avvincente lavoro di computer grafica svolto con maniacale cura dei dettagli e rispetto storico, che con abilità incolla il pubblico fino alla fine.
Hansan: Rising Dragon, la trama
Hansan: Rising Dragon è ambientato cinque anni prima dell’altro episodio della trilogia dedicata a Yi Sun-sin, The Admiral: Roaring Currents (2014). Qui Kim Han-min racconta della prima celeberrima vittoria dell’Ammiraglio Yi (Park Hae-il) e la sua flotta, nel 1952, sugli invasori giapponesi.
La flotta coreana vanta un’arma unica, la nave tartaruga, un elemento da sfondamento imbottito di cannoni su tutti i lati. Purtroppo, si è rivelato un “ariete imperfetto” nella battaglia precedente. L’Ammiraglio Yi dovrà quindi sfoderare grandi doti belliche, coraggio e acume nello scegliere le giuste strategie per fronteggiare la nutrita flotta nemica e impiegare l’arma segreta saggiamente.
Il film è diviso idealmente in due parti, in cui la battaglia occupa tutta la seconda ora; mentre si apre con la preparazione dell’esercito, la costruzione delle strategie e la fuga di informazioni.
Entrambi gli eserciti infatti fanno uso di prime forme di spionaggio, chiaramente meno sofisticate, e intramontabili forme di tortura.
Un film di spionaggio
La storia non lascia mai completamente tranquilli dal momento che spuntano spie e traditori in ogni dove, infiltratissimi e insospettabili.
Tutto si svolge in ambienti di legno scuro, con fiammelle di tenui candele che vibrano sui volti sempre seri. Gli esterni per fortuna ci portano una boccata d’aria espandendosi sui mari che prevedono i massacri. La strategia navale bellica di cui si fa sfoggio è continuamente rimandata a queste mappe, piante navali e messaggi decorati di proprio pugno. La sensazione è quella di un mondo calligrafico in cui la comunicazione doveva essere efficace perché in ogni momento da quella dipendeva la propria vita.
Per le platee internazionali sarà fondamentale non perdere di vista i dettagli, dell’abbigliamento e dei volti, per poter capire chi sta con chi. In effetti, non è stata concessa approfondita spiegazione del contesto storico, e questo non fa bene al film. Bisogna tenere traccia dei nomi e dei ruoli perché tutti i protagonisti di Hansan: Rising Dragon, esprimono ossuta determinazione in ciascun schieramento. Tutti attori sempre più popolari all’estero (Ahn Sung-Ki, Ok Taecyeon, Son Hyeon-ju), ma assolutamente irriconoscibili in queste spoglie.
Una ricostruzione navale di accurata computer grafica
Effetti speciali ovviamente che non deludono, e già si erano distinti nell’altro episodio con un Choi Min-sik motivato a farsi ricordare. Qui sorgono mura di cinta nella neve e le navi si spostano come pedine di una dama fluida sulle acque dei mari dell’Est.
La battaglia in sé è veramente avvincente, studiata nei dettagli dell’ingegneria del tempo: dove il metallo aveva appena avuto applicazione nel navale e la maggior parte delle strutture erano in legno, unicamente spostate da forza umana. Le navi impiegavano i prigionieri per lo più, ai remi di questi pachidermi lenti e macchinosi. Il regista si mostra molto diligente nel descrivere lo sforzo straziante di quelli che, sottocoperta, rendevano operativi i comandi dei capitani misteriosi sopra le loro teste.
La narrativa che Kim Han-min utilizza in La battaglia di Hansan è davvero coinvolgente: tagli e un ritmo velocissimo con una colonna sonora incalzante che prepara il pubblico all’apice.
E così le navi velocissime che sembravano avere tutto in pugno, cadono come biscotti impregnati, frantumandosi in densi fumi di legno bruciato sulla superficie increspata di un mare straordinariamente realista.