Piccole Donne su Netflix è una serie in dodici episodi diretta da Kim Hui-won (Vincenzo, Crash landing on you) e scritta da Jeong Seo-kyeong (Decision to leave, The Handmaiden).
Si tratta di un thriller psicologico che s’ intreccia ad una magica narrazione sul mondo delle orchidee, alla quale fa seguito uno spesso plot politico-storico.
Dalla maestria visiva di Kim Hui-won, dalla scrittura intrigante di Jeong Seo-kyeong una storia sospesa, tesa e visivamente scolpita nel marmo.
Guarda la serie Piccole donne su Netflix.
Piccole donne, la trama della serie su Netflix
Tre sorelle si trovano invischiate negli affari loschi, al limite del razionale, di una famiglia facoltosa; il marito, in particolare, è diretto a conquistare il posto di governatore di Seoul.
La storia prende il via con una misteriosa morte, che sembra un suicidio, dietro la quale si nascondono i soldi sporchi gestiti da un’azienda e un politico misterioso. In-joo (Kim Go-eun), la più grande delle tre sorelle, è coinvolta immediatamente per via del legame di amicizia con la defunta.
Come nella migliore delle tradizioni, la rete si stringe attorno alle tre ragazze che dal candore della loro vita combattuta, ma molto genuina, si ritrovano a fare la parte delle eroine e a combattere una malvagità sempre più crudele.
In-kyung (Nam Ji-Hyun), la seconda, reporter idealista, tenta di incastrare il potente politico smontando il suo castello di corruzione. Mentre la più giovane, In-hye (Park Ji-hu), quando sembra ormai avvinghiata nella tela, mostra doti intellettive uniche.
Personaggi e legami in Piccole Donne la serie su Netflix
Il ritratto delle due sorelle maggiori è una favola piacevole: anche nella brutta malignità che le circonda, rimangono candide e fedeli alla loro relazione, che è ciò che più conta.
La prima parte di Piccole donne si costruisce sull’indagine della misteriosa morte di una mecenate nonché cara amica, ed è la più convincente. Poi chiaramente la sceneggiatura attinge altrove per tirare le dodici puntate. E non è sempre efficace nelle svolte narrative, soprattutto nella preparazione delle puntate finali dove si perde in un ammasso sempre più incalzante di colpi di scena e personaggi che entrano ed escono.
Sono ancora le protagoniste a salvare l’equilibrio, e in assoluto il candore di In-joo; un po’ meno la caparbietà vacillante di In-kyung. E infatti l’interpretazione di Kim Go-eun è letteralmente il motore trainante di tutta la serie.
Come nelle migliori produzioni coreane, la linea romantica schiera il bello e misterioso (Wi Ha-joon, già consacrato con Squid Game) e l’innocente principessa, un germoglio che deve ancora sbocciare. Altra coppia: il timido e devoto amico di una vita che si confida e decisamente non riesce a mettere a tacere i propri sentimenti per la tenace reporter (Kang Hoon e Nam Ji-hyun).
La dicotomia ricchi-poveri
Onnipresente ormai, ridondante allo sfinimento, la dicotomia ricchi-poveri. Sempre chiaramente con i ricchi malefici versus poveri dall’animo buono. Una tematica così trita e ritrita da sentire la mancanza di storie che non raccontino di status symbol e iato sociale. Eccole qui altre tre vittime dell’indigenza, cresciute anzitempo, i cui problemi economici hanno reso la vita un inferno.
Quello che vince, nella serie Piccole donne, è l’intricato mistero attorno al magico e inusuale mondo delle orchidee; anche se a un certo punto, da questo denso plot principale ci si distacca. In secondo luogo, ovviamente, i personaggi di queste tre ragazze semplici e pure nei loro sentimenti, così delicatamente disegnate. Visivamente, invece, è da premiare la cinematografica affabulatrice che gioca di colori e racconta nell’inquadratura anche i più sottili moti psicologici dei protagonisti.
Serialità d’autore
Non a caso, Kim Hui-won è la firma di due delle serie coreane più acclamate degli ultimi anni, Vincenzo e Crash Landing on you. In Piccole donne c’è la tensione e l’azione pregiata offerta in Vincenzo tanto quanto è presente la costruzione del sentimento offerta in Crash landing on you. Quello che traballa è piuttosto la mancanza di un collante solido tra i sotto plot di delirio psicologico, con il personaggio di Won Sang-a (Um Ji-won) quasi un deterrente della sua stessa credibilità.
Ciononostante, la maestria della scrittura, ancora una volta esercitata sul piano psicologico ed emozionale, mantiene sapientemente coinvolta l’audience fino agli ultimi scoppi dei fuochi d’artificio. Nell’attesa di un finale twist, e di una consacrazione di questi amori impossibili, ma in cui tutte sperano.
Piccole Donne tutto sulla serie su Netflix