In collaborazione con Plaion, Paramount ristampa in una preziosa collector’s edition Attrazione fatale, cult degli anni Ottanta diretto da Adrian Lyne. Cineasta di origini britanniche reduce allora dal successo di 9 settimane e ½, dell’anno precedente. E che si trovò quindi nel 1987 ad avere a che fare con questa nuova vicenda ad alto tasso di erotismo, ma immersa nel thriller. Perché già dopo appena un quarto d’ora delle circa due di visione abbiamo la scintilla destinata a scoccare tra i due protagonisti a New York.
Lui, con il volto di Michael Douglas, è un procuratore legale dalla carriera in ascesa, sposato e padre di una bambina. Lei, una Glenn Close che, nei panni (pochi) di un’editrice, venne elevata proprio da Attrazione fatale a sex symbol del grande schermo.
Un incontro che sembrava essere una banale avventura di sesso, ma che non tarda nell’assumere inquietanti connotati. In quanto, se da un lato Lyne costruisce lentamente il rapporto tra i due, dall’altro lascia presto emergere i primi segni di personalità squilibrata della donna. Tanto che, al di là dei piuttosto audaci momenti erotici sul lavello e in ascensore, la pellicola s’inserisce tranquillamente nel filone cinematografico dei rovina-famiglie. Filone che, proprio nello stesso anno, vide uno dei suoi massimi esponenti nel bellissimo The stepfather – Il patrigno di Joseph Ruben. In quel caso con minaccia maschile in azione, però.
Mentre qui, un po’ come nel Brivido nella notte firmato nel 1971 da Clint Eastwood, ci troviamo dinanzi ad una mente disturbata femminile. In netto anticipo rispetto a tanti fatti di cronaca analoghi del XXI secolo. Una mente disturbata che, complice oltretutto la storica sequenza del coniglio, conduce progressivamente il tutto quasi dalle parti dell’horror. Con moglie e figlia del protagonista in serio pericolo e una tesa corsa al pre-epilogo. Senza contare lo scontro conclusivo in bagno, in mezzo a bianco dominante e liquido rosso pronto a tingerlo. Al servizio di un’operazione comprendente in un piccolo ruolo, tra l’altro, anche il compianto Fred Gwynne della popolare serie televisiva I mostri.
Un’operazione che, in un certo senso critica all’ipocrisia dietro l’apparente perfezione dell’american dream, si lascia tranquillamente interpretare quale allegoria relativa alle ripercussioni dovute al tradimento.
Del resto, stiamo parlando di quella Settima arte morale e non moralista che, sfornata nel decennio reaganiano, oggi ci manca sempre più. Quella Settima arte a cui questa celebrazione home video per il trentacinquesimo anniversario di Attrazione fatale non può fare altro che riportarci nostalgicamente. In un’edizione digipack che, dispensatrice del film sia in 4K Ultra HD che su supporto blu-ray, offre anche diverse sorprese all’interno della confezione. Dal poster a sei card, passando per la replica dei biglietti di Madame Butterfly, opera pucciniana più volte citata nel lungometraggio. Disponibile nello store FanFactory.