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Festival dei popoli

Festival dei Popoli 2022: i cambiamenti climatici al centro del manifesto

Un viaggio nel futuro per raccontare la sfida del cambiamento climatico nel manifesto del 63° Festival dei Popoli a Firenze dal 5 al 13 novembre. L’immagine svelata è tratta da 'Everything Will Change' di Marten Persiel, film d’apertura della manifestazione

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Svelato il manifesto del Festival dei popoli 2022.

Svelato il manifesto del Festival dei popoli 2022

Il paesaggio solare di una centrale fotovoltaica a perdita d’occhio con pannelli che riflettono una luce accecante, quella del tramonto sul presente, pronta a lasciar spazio a un futuro possibile solo grazie all’impegno concreto nella più grande sfida contemporanea: quella ambientale. È lo scenario che anima il manifesto del 63° Festival dei Popoli, il festival internazionale del film documentario, che si terrà a Firenze dal 5 al 13 novembre, svelato sui social e sul sito del festival.

La genesi del manifesto del Festival dei popoli 2022

L’immagine che campeggia sul manifesto del Festival dei popoli 2022 è tratta da Everything Will Change di Marten Persiel, il documentario prodotto con il supporto del Wim Wenders Grant of Film e distribuito in Italia da Cloud 9, che inaugura in prima nazionale il festival nella serata del 5 novembre al cinema La Compagnia, in collaborazione con Fondazione Finanza Etica.

Il film – un interessante esperimento cinematografico che combina elementi di fantascienza distopica con il genere documentario – ci conduce in un futuribile 2054: tre giovani anticonformisti intraprendono un viaggio tra le memorie naturali e la loro bellezza dispersa, desiderosi di scoprire cosa è successo al loro pianeta. La risposta sta nel passato e quando trovano la chiave in un decennio – quello degli anni 2020 – in cui un futuro di colori e biodiversità era ancora possibile, tutto cambia. In questo insolito road movie, la fantascienza incontra la realtà scientifica per esplorare una delle questioni più urgenti del nostro tempo: l’estinzione della fauna selvatica. Sta a noi scegliere quale futuro consegnare alle prossime generazioni ascoltando anche i pareri di studiosi, scienziati e autori impegnati – tra cui lo stesso Wim Wenders – che intervengono nel film.

L’ambiente al centro del festival

Il film di apertura, così come il manifesto da cui è tratto, testimoniano la centralità della sezione Habitat – realizzata in collaborazione con Publiacqua, sui temi del vivere contemporaneo in relazione all’ecosistema, all’emergenza climatica, all’evoluzione tecnologica e alle trasformazioni in atto in ambito geopolitico – che si compone in totale di nove titoli.

Il manifesto del Festival dei popoli 2022

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Le parole dei direttori

Ecco cosa hanno detto i direttori Alessandro StellinoClaudia Maci:

«Il festival sempre di più si impegna nel “concepire e vivere la manifestazione in modo green in linea con le direttive condivise a livello internazionale e per sensibilizzare l’attenzione del pubblico non solo attraverso lo sguardo creativo dei film in programma ma anche per mezzo di una pratica che se ne faccia coerente specchio. Come evidenzia il film d’apertura di questa edizione, la crisi globale è aperta su più fronti e il tempo a disposizione per operare una svolta sul destino del nostro pianeta è sempre meno. Abbiamo appositamente scelto di dare il massimo rilievo a questo tema perché non ci si può tirare indietro ma bisogna attuare scelte etiche e consapevoli: il cinema documentario più rilevante della nostra epoca non parla più al presente, parla al nostro futuro».

Altri titoli della sezione

Gli altri titoli della sezione sono The Territory di Alex Pritz sull’instancabile lotta del popolo indigeno Uru-eu-wau-wau contro la deforestazione. Just Animals di Saila Kivelä e Vesa Kuosmanen, un documentario su una giovane attivista finlandese. Una delle storiche battaglie contro lo sfruttamento del territorio è al centro di Into the Weeds di Jennifer Baichwal. Le atmosfere artiche di Historja – Stitches from Sapmì di Thomas Jackson fanno da cornice alle popolazioni indigene nel nord del mondo che affrontano lo stravolgimento del clima.

Di inquinamento e specie a rischio si parla nel corto Flying Fishes di Nayra Sanz Fuentes attraverso la storia dei pesci volanti. L’acqua è al centro anche degli altri due corti: Aralkum di Mila Zhluktenko e Daniel Asadi Faezi, dove dune di sabbia diventano onde e viceversa nel deserto di Aral, e in Luma di Eleanor Mortimer e Liridon Mustafaj, tra ricordi e leggende del fiume Valbona lungo le Alpi albanesi. Infine Fashion Reimagined di Becky Hutner sulla stilista Amy Powney del marchio di culto Mother of Pearl, stella nascente della scena della moda londinese, che – dopo aver vinto un ambito premio Vogue – decide di creare una collezione sostenibile e trasformare la sua intera attività.

La 63esima edizione

L’edizione di quest’anno si impegna ulteriormente sul tema dell’attenzione per il mondo che verrà in relazione all’ambiente, al clima e al consumo sostenibile. Con questo obiettivo, il Festival dei Popoli ha contribuito alla creazione di una foresta grazie a Treedom, piattaforma con sede a Firenze che permette di piantare e regalare alberi a distanza e seguire online la storia del progetto che contribuiranno a realizzare. L’iniziativa sarà lanciata durante la manifestazione con il contributo degli spettatori.

La 63esima edizione è realizzata con il contributo di Europa Creativa Media, MiC – Direzione Generale Cinema, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione Sistema Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione CR Firenze e Publiacqua. L’immagine coordinata del Festival dei Popoli 2022 è stata realizzata da Simone Montagnani, Fristudio, Firenze.

63° Festival dei Popoli dal 5 al 13 novembre a Firenze

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