Tecla Insolia è la protagonista della nuova serie tv disponibile su RaiPlay dal 6 ottobre dal titolo 5 minuti prima. Una serie giovane che parla di giovani ai giovani. Alla regia c’è Duccio Chiarini, la produzione è di Panamafilm in collaborazione con Rai Fiction e gli interpreti sono tutti giovanissimi. Giovani adolescenti tra passioni, ansia di crescere e la scoperta del sesso e, infatti, la domanda che pone la serie è: …cosa accade nei cinque minuti prima di perdere la verginità?
Abbiamo chiesto alla protagonista di 5 minuti prima, Tecla Insolia, di raccontarci qualcosa di questo interessante progetto.
Tecla in 5 minuti prima
Cosa hai pensato la prima volta che hai letto il copione di 5 minuti prima?
Ho adorato la sceneggiatura. L’ho letta molto velocemente, ma ne sono rimasta subito colpita. Anche senza sapere niente, nonostante mi avesse dato un’infarinatura il regista Duccio Chiarini in fase di provino. Amo molto leggere le sceneggiature, è divertente. Ricordo addirittura di essermi fatta un quadernino dove mi ero segnata tutte le scene e tutto quello che mi accadeva in quella determinata scena con colori diversi. Poi non l’ho più utilizzato perché sono confusionaria (ride, ndr).

Sembra fatta apposta questa cosa del quadernino perché si sposa perfettamente con la grafica della serie.
Esatto.
5 minuti prima: Tecla e Nina
Adesso una domanda forse un po’ classica: in 5 minuti prima quanto c’è di Nina in te e quanto di te in Nina?
La cosa che ho messo di mio in Nina è questo mio modo titubante di approcciarmi alle persone che si è celato poi dietro una passione. Poi anche a me piace molto disegnare, come Nina, ed è una cosa che non ho mai detto. Però sicuramente, oltre al disegno, da lei ho preso in prestito il fatto di cercare un’espressione di un disagio attraverso l’arte. Per me è stata la recitazione e il canto e per Nina è stato il disegno. Le differenze, invece, riguardano l’età: io sono poco più grande di lei e, quindi, sto capendo ciò che a lei sembra impossibile comprendere. Come, per esempio, questa cosa del tempo e di non dover fare per forza tutto in fretta.
Tutti giovani
Hai detto che sei di poco più grande di lei. Ne approfitto per parlare proprio della giovanissima età, sia tua che del resto del cast. Come ti sei trovata a lavorare con tutti attori giovanissimi, praticamente coetanei?
È stato tutto molto bello. E, per adesso, sono sempre la più piccola. Ero ancora minorenne quando ho iniziato le riprese perché ho fatto 18 anni questo gennaio. E mi sono divertita tantissimo, anche perché poi abbiamo vissuto tutti nella stessa struttura in appartamenti diversi ed è stato divertente il fatto che quando finivamo di lavorare uscivamo o stavamo comunque insieme. Poi in generale mi sono trovata bene con tutti. E penso sia importante perché se lavori in serenità viene tutto più semplice.

Anche nella realtà, quindi, siete un gruppo di amici.
Sì!
La piattaforma
5 minuti prima è una serie con giovani per i giovani. Pensi che sia proprio questo il punto di forza della serie?
Sì e non solo. Sicuramente è un incentivo, ma oltre a questo c’è di più. Per esempio, tutti noi abbiamo avuto un giovane adulto come direttore. Duccio Chiarini, il regista, ci ha presi un po’ sotto la sua ala protettiva, come un fratello maggiore più che un genitore. Ecco perché non penso che sia solo il fattore cast giovane il punto di forza. Il target di riferimento è sicuramente quello dei ragazzi giovanissimi. Anche se a me farebbe piacere vedere la reazione a determinate scene di un genitore che guarda la serie insieme al figlio.
In questo senso il fatto che sia su RaiPlay può aiutare ancora di più perché è una piattaforma che ha un pubblico vasto.
Sì, RaiPlay è una piattaforma fantastica, a disposizione di tutti e che le persone dovrebbero cercare di sfruttare più spesso perché, oltre a 5 minuti prima, ci sono tanti titoli che vanno visti.
Temi e ispirazioni per Tecla in 5 minuti prima e oltre
Quello che colpisce (e che ha colpito anche me) di Nina è il suo essere universale. Perché la serie mostra Nina come la persona più fragile, ma in realtà è una fragilità condivisa e condivisibile sia dagli altri personaggi (che vogliono apparire più forti di quello che in realtà sono) sia in generale dagli spettatori sotto molti punti di vista. Qual è stato il tuo rapporto con Nina? Come hai lavorato per portare il personaggio sullo schermo? Ti sei ispirata a qualcuno o qualcosa?
Per quanto riguarda l’ispirazione non ti saprei denominare una persona o una situazione dalla quale ho preso spunto. Non è il mio metodo di approccio alla preparazione di un personaggio, fino a ora. Il personaggio di Nina è stato un po’ compreso e creato nel corso della serie anche con Duccio. La domanda che ci siamo posti è stata perché Nina fa queste cose?. E inizialmente non sapevamo rispondere. Ci siamo risposti mentre giravamo, provando le scene e capendo. Diciamo che mi sono ispirata al momento.
Un po’ in corso d’opera…
Esatto.

E a livello di tematiche la serie, oltre a trattare il tema centrale del sesso e della sessualità, sembra, almeno nei primi due episodi, delineare anche tante altre tematiche, altrettanto importanti. Dalle più “banali” come amore e amicizia all’insicurezza e l’accettazione di sé passando per la ricerca di una propria strada, che è poi quello che coinvolge maggiormente Nina. Se potessi parlare con lei cosa le diresti?
Nina, c’è tempo per fare tutto. Mi dispiace perché so che tutte queste cose sembrano insormontabili, ma tranquilla che se decidi di affrontarle sappi che le cose saranno più semplici.
Anche se si tratta di due lavori completamente diversi, strutturati in maniera diversa, con target diversi, volevo chiederti un confronto con il film tv La bambina che non voleva cantare incentrato su Nada che hai interpretato. Ti ha comunque aiutata a creare Nina? Cosa ti sei portata di quel lavoro nel tuo bagaglio di esperienze? E cosa ti porterai di questo?
Sicuramente aver avuto la possibilità di lavorare prima di fare questa esperienza (che è la terza anche se è come se fosse la prima), mi ha sicuramente agevolato rispetto all’approccio al lavoro. Io sono una persona abbastanza ansiosa perché voglio sempre essere preparata e sapere tutto. Quindi ho affrontato Nina con un po’ più di tranquillità.
E di Nina mi porto dietro sicuramente questa delicatezza e questa insicurezza che lei ha e che io trovo di un commuovente e di un delicato incredibile perché è una cosa che oggi si sta scordando. Perché è una cosa che le ragazze oggi cercano di eliminare e lo dico sulla base di esempi di quello che vedo, sia sui social che nella realtà, ma anche fra persone che conosco. C’è questo fatto che dobbiamo essere tutti perfettamente sicuri, belli in ogni sfaccettatura.
Se dovessi descrivere con una parola o con una frase 5 minuti prima come lo definiresti?
L’arte della goffaggine.
Sono Veronica Ranocchi e qui puoi trovare i miei articoli