Regista di “Road trip” (2000) e “Starsky & Hutch” (2004), Todd Phillips parte questa volta da un addio al celibato; anzi, da un dopo-addio al celibato.
La “notte da leoni” del titolo, infatti, è quella che viene progressivamente ricostruita dallo scapestrato trio formato da Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms) e Alan (Zach Galifianakis), i quali, risvegliatisi con un gran mal di testa e la suite completamente distrutta, si trovano anche a dover rintracciare lo sposo Doug (Justin Bartha), misteriosamente scomparso e che dovrà essere a Los Angeles poche ore dopo per poter prendere parte al suo matrimonio.
Il necessario pretesto, quindi, per dare il via alla serie di assurde situazioni che, tra pericolose tigri, grotteschi agenti di polizia e il ritrovamento di un bebé in stile “Tre uomini e una culla” (o “Tre scapoli e un bebé”?), vedono coinvolti anche il pugile Mike Tyson, nei panni di sé stesso, e una ancora appetitosa Heather Graham (“La vera storia di Jack lo squartatore”) in quelli della spogliarellista Jade.
E non mancano neanche ironiche citazioni cinefile da “Rain man-L’uomo della pioggia” (1988) di Barry Levinson e “Casinò” (1995) di Martin Scorsese, mentre lo script sembra puntare soprattutto sulla bravura degli interpreti, dei quali Bradley Cooper rappresenta ormai un volto fisso del filone comico a stelle e strisce (lo ricordate in “2 single a nozze” e “Yes man”?).
Per il resto, quando non rimpilza di canzoncine orecchiabili le diverse sequenze, Phillips non ricorre altro che a bambole gonfiabili, preservativi usati e cinesi nudi e maneschi, testimoniando ancora una volta la sua tanto osannata quanto idiota e immatura maniera di far ridere lo spettatore; alla base di una sopravvalutata filmografia di cui, ahinoi, possiamo continuare a salvare soltanto il divertente “Old school” (2003) con Will Ferrell e Luke Wilson.
Francesco Lomuscio