Dal 6 ottobre in sala (e in anteprima il 2 ottobre), distribuito da Universal Pictures Italia, Ticket to Paradise di Ol Parker (Mamma Mia! Ci risiamo) riporta sul grande schermo una delle coppie più glamour e amate di sempre: Julia Roberts e George Clooney. La commedia romantica trova così nuova linfa e offre agli spettatori un sano intrattenimento.
Con Ticket to Paradise il genere si arricchisce di una vera e propria perla.
I Cotton sono una famiglia come tante. David (Clooney) e Georgia (Roberts) sono stati sposati per cinque anni, hanno avuto una figlia, Lily (Kaitlyn Dever), e non mancano di dimostrare il loro odio reciproco. Le uniche occasioni che li costringono a rivedersi sono, ovviamente, quelle che riguardano la figlia. E ogni volta diventa una competizione senza esclusione di colpi.
Se non che, tutto (o quasi) cambia all’improvviso: a poco più di un mese dalla laurea e dalla conseguente partenza per Bali, insieme all’inseparabile amica Wren (Billie Lourd), Lily invia ai genitori una mail, in cui comunica che sta per sposarsi. Il fatto che Gede (Maxime Bouttier) sia un coltivatore di alghe non fa che peggiorare la loro opinione. Georgia e David non perdono tempo e decidono di far fronte compatto per impedire alla loro bambina di compiere un errore che potrebbe rovinarle la vita per sempre. Esattamente come è accaduto a loro.
Ticket to Paradise esibisce, sin dalle primissime inquadrature, quali sono i suoi punti di forza. E ne fa, giustamente un vanto. Anni e anni di esperienza, durante i quali hanno avuto modo di conoscersi, studiarsi e volersi bene, permettono alla Roberts e a Clooney di sbizzarrirsi. La sintonia tra i due è palpabile, così come il divertimento che ha caratterizzato il set e che trasborda dai confini dello schermo.
Se buona parte del merito della riuscita di gag e battute lo si deve alla scrittura – la sceneggiatura è firmata da Parker e Daniel Pipski – vivace e puntuale, avere a disposizione una coppia di siffatta portata fa tutto il resto. Gli autori si trovano così a poter godere, insieme al pubblico, di un’energia e una genuinità particolari, che conquistano ed emozionano.
Perchè rimandare le cose belle?
Il filtro della commedia aiuta a parlare di vita comune
Al tempo stesso, attraverso il filtro della commedia, qui utilizzato al meglio, vengono sollevate riflessioni su quanto concerne la quotidianità, la vita comune. Dal significato di matrimonio, un’unione che non sempre e non per forza garantisce l’amore, alle difficoltà dell’essere genitore, ma anche dell’essere figlio.
Spesso ci si dimentica dei confini personali e di quanto sia fondamentale il rispetto della libertà altrui. Ognuno deve poter compiere le proprie scelte, commettere quegli errori necessari a far sì che si impari, si cresca, ci si evolva.
Sono l’unica cosa su cui possono andare d’accordo.
Su Lily vengono riversate tutte le ambizioni, ormai svanite, di David e Georgia. La loro paura più grande, ossia che la figlia soffra, diventa un muro invalicabile, oltre il quale non riescono a guardare. Eppure, lì dietro c’è la felicità del loro bene più prezioso. E non c’è un modo univoco di essere felici: per alcuni è una casa in riva al lago, per altri un amore incontrato per caso. Ma, per altri ancora, potrebbe anche essere una semplice partita di beer-pong.
Tante sono le suggestioni e le sfumature offerte dalla pellicola, splendidamente arricchita dalla colonna sonora, a cura di Lorne Balfe, e dalle location mozzafiato – la storia è ambientata a Bali, ma le riprese si sono svolte nel Queensland, in Australia.