Arrivato al cinema dal 29 settembre 2022, distribuito da The Walt Disney Company Italia, Omicidio nel West End vanta un cast eccezionale, capeggiato da Sam Rockwell e Saoirse Ronan. In cabina di regia e al suo debutto nel lungometraggio, Tom George realizza un giallo alla Agatha Christie. Attualmente è visibile su Disney Plus.
Ed è proprio la grande scrittrice britannica la nume tutelare della storia e dei personaggi. Un gioco di specchi e di rimandi viene così innescato, invitando il pubblico a fare attenzione ai particolari e, soprattutto, a non fare spoiler.
Omicidio nel West End | La trama
Trappola per topiè uno dei più grandi successi del West End, nella Londra degli anni Cinquanta. Sera dopo sera, lo spettacolo prende vita, tra omicidi, misteri, indagini. La platea non smette mai di emozionarsi e di applaudire. Giunti alla centesima replica, gli artisti e i produttori coinvolti organizzano una grandiosa festa per celebrare il loro lavoro e cementare un importante sodalizio.
Visto uno, li hai visti tutti.
Il prossimo step sarà infatti quello di adattare la piece teatrale in una pellicola cinematografica. Per l’occasione, l’americano Leo Köpernick (Adrien Brody) dovrà collaborare con Mervin Cocker-Norris (David Oyelowo), ma tra i due non scorre di certo buon sangue.
Durante la serata, in cui sono tutti presenti, accade una tragedia. Köpernick viene trovato morto sul palcoscenico, ucciso da un colpo alla testa. L’arrivo sulla scena dell’ispettore Stoppard (Sam Rockwell), accompagnato dall’agente Stalker (Saoirse Ronan), getta scompiglio, complicando di non poco il suo compito di risolvere il crimine.
Omicidio nel West End non ha pretese di originalità, esibisce sin da subito la sua natura e afferma la sua identità. Il film ripropone, nel giusto ordine, tutte le caratteristiche che definiscono questo tipo di giallo, cosicché lo scenario risulti chiaro e il divertimento garantito.
Le risate nascono infatti da trovate semplici, quasi ridicole – un parcheggio alquanto improvvisato, un cenno d’intesa un po’ eccessivo, la ripetizione di una battuta – andando a creare una leggerezza di fondo, che è ormai merce rara nel cinema di oggi.
Non siamo necessariamente dei sospettati.
A rendere godibile la pellicola è questo meccanismo di riflessi, per cui ciò che è accaduto ai protagonisti sul palcoscenico, mentre erano nei panni dei loro alter-ego, viene riproposto nella loro “vita reale”. E a chi osserva, dal buio di una sala cinematografica, sembra di assistere a uno spettacolo nello spettacolo.
Tematiche interessanti dietro l’apparenza
Oltre la pura (e fascinosa) apparenza, nel corso della narrazione, molti spunti interessanti trovano modo di emergere. Innanzitutto, il confronto/scontro tra lo stile britannico e quello statunitense, incarnato dalle figure dell’inglese Cocker-Norris e dall’hollywoodiano Köpernick.
Dai tempi della guerra, la relazione è ovviamente cambiata, ma non lo è l’anima delle rispettive nazioni: tanto tradizionale e metodica la prima, quanto rivoluzionaria e scattante la seconda. E, forse, nella scelta di “far fuori l’America”, potrebbe anche nascondersi un qualche messaggio da interpretare.
Un’altra riflessione importante riguarda il modo in cui l’arte e la verità coesistono, andando spesso ad abbracciarsi. Poiché l’una può aiutare a risolvere, in un certo senso, l’altra, è necessario che entrambe vengano sostenute da un’integrità e un’onestà non ritrattabili.