É sbarcata su Netflix Le ragazze dell’ultimo banco, la serie on the road spagnola in 6 episodi sulla donna, la malattia e la forza dell’amicizia.
Nel Cast
Itsaso Arana
Sara
Mónica Miranda
Alma (fka Juana)
María Rodríguez Soto
Carol
Mariona Terés
Leo
Godeliv Van den Brandt
Le ragazze dell’ultimo banco La trama
Le ragazze dell’ultimo banco racconta la storia di cinque trentenni che si conoscono dai tempi della scuola e che ogni anno, senza eccezioni, organizzano una gita di una settimana insieme. Quest’anno però un imprevisto le costringe a reinventare le regole del gioco: a una di loro è stato diagnosticato il cancro. Certi viaggi cambiano per sempre la vita… e certe vite cambiano per sempre con un viaggio.
Chi sono Le ragazze dell’ultimo banco
La scuola è da sempre terreno fertile per la costruzione di amicizie che, se vere, possono durare una vita.
E l’ultima fila dei banchi di un’aula è proprio il luogo in cui si crea il forte legame fra Le ragazze dell’ultimo banco, personaggi dell’omonima serie tv spagnola Netflix. Quasi una sorta di romanzo di formazione , il serial , diviso in 6 episodi, dimostra la forza che si cela dietro la fragilità, la speranza che allontana il dolore e il potere galvanizzante e consolatorio di una grande amicizia,
Il “cancro” diviene solo un pretesto per portare alla luca segreti e paure nascoste per troppo tempo e per dare una svolta ad una vita fatta di routine e abitudini alienanti.
Loro sono mogli , madri, amiche indipendenti che rappresentano con tutte le lor sfaccettature l’essere donna. Veniamo introdotti nel loro mondo e nelle loro vite fatte di paure, insicurezze, sofferenze e finti sorrisi con la consapevolezza che c’è molto di più da svelare dietro la maschera.
LAS DE LA ÚLTIMA FILA (L to R) GODELIV VAN DAN BRANDT as OLGA, MÓNICA MIRANDA as ALMA, ITSASO ARANA as SARA, MARIONA TERÉS as LEO, MARÍA RODRÍGUEZ as CAROL in episode 03 of LAS DE LA ÚLTIMA FILA. Cr. JULIO VERGNE/NETFLIX © 2021
I personaggi
Tra Sara, Almo, Carol, Leo e Olga spicca soprattutto Maria Rodriguez Soto nei panni della madre devota e moglie insicura Carol.
La regia di Daniel Sanchez Arevalo indugia sugli occhi e i volti delle protagoniste tracciando un percorso sentimentale trasparente come le sue protagoniste, tutte un po’ forzate in una marcata gestualità (tipica della recitazione ‘spagnola’) ma comunque di innegabile credibilità emotiva.
Il giovane regista (evidente l’ influenza di Pedro Almodóvar) si dimostra però capace di trovare un giusto equilibrio nell’esprimere sia l’energia dei corpi delle proprie protagoniste (con riprese ampie e primi piani ristretti sui volti ) sia l’aspetto più intimo di loro stesse utilizzando una dimensione di ‘confessione’ intima e privata.
Ognuna di loro ha inoltre una sua forte individualità che le definisce per se stesse e non solo come membri di un gruppo . Un loro Io ben assestato che gli conferisce quel distacco necessario affinché possano spogliarsi emotivamente e concedersi alla storia. Un’unicità che non fa altro che rafforzare l’immagine della forza della comunità e di uno spazio condiviso ma con i giusti limiti.
Anche quando vari flashback passati entrano di getto nel presente si riallacciano alla realtà del momento così che lo spettatore possa entrare quasi nella mente di ogni protagonista e comprenderne sogni e speranze.
LAS DE LA ÚLTIMA FILA (L to R) MARIONA TERÉS as LEO, MARÍA RODRÍGUEZ as CAROL, MÓNICA MIRANDA as ALMA, ITSASO ARANA as SARA, GODELIV VAN DAN BRANDT as OLGA in episode 04 of LAS DE LA ÚLTIMA FILA. Cr. JULIO VERGNE/NETFLIX © 2021
Fino all’ultimo respiro…
Il serial si allinea alle produzioni legate al tema del vivere fino alla fine con coraggio e dobbiamo dire che un po’ si avverte l’insidia del retorico che si trascina dietro. É un tornado di continue emozioni in cui ogni protagonista viene travolto continuamente con lo spettro funesto di una malattia che fa paura, viene quasi nascosta o non nominata. Fino alla fine lo spettatore non saprà molte cose e questo aspetto misterioso fortunatamente allontana il pericolo del deja vu e del melodramma sdolcinato conferendo al serial l’immagine dominante di un prodotto introspettivo ma non banale.
Qui per vedere la serie