Un piccolo corto di grande valore. Carla Simón usa l’immagine per raccontare la maternità e riempire dei vuoti lasciati nel tempo. Letter to my mother for my son è stato presentato alle Giornate degli autori ed è disponibile su MUBI.
Letter to my mother for my son, la storia
La storia ruota attorno a due personaggi che condividono uno dei momenti più importanti per una madre. Carla è incinta, e posa nuda come fece sua madre in una delle fotografie che tiene con sé. Comincia a dedicarle una lettera immaginando la sua vita, fino a ritrovarsi di fronte a lei e di fronte alla natura incontrastata della costa catalana.
Letter to my mother for my son, la recensione
È interessante come il corto di Carla Simón possa prendere direzioni inaspettate. Leggendo la trama potrebbe sembrare un tentativo per mantenere vivo il ricordo con la madre, ma già dai primi minuti sorprende perché emerge l’esatto opposto di ciò che si è immaginato. Qui l’unico ricordo è raccolto in fotografie statiche, riprese sbiadite in super 8. Allora la regista, incinta come lo era sua madre in quelle prime foto, ha pensato bene di dedicarle una lettera usando il linguaggio che non ha bisogno di filtri. Il cinema come la scrittura riflette lo stile del suo autore, e come una penna stilografica tratteggia gli istanti secondo lui più importanti.
A tempo di danza
E il bello è che si possono creare da zero come capita in Letter to my mother for my son. Carla denuncia infatti l’assenza della figura materna, e non vuole che in futuro la stessa cosa capiti a suo figlio. Per questo comincia a costruire attorno a questa cornice, riempiendo di immagini i vuoti lasciati dalla famiglia per immaginare la storia di sua madre attraverso i pochi spunti a disposizione. Da un racconto personale il corto si espande fino ad affrontare un tempo che non è più cronologico, ma che diventa soggettivo, coinvolgendo l’ambiente. I ricordi cominciano a crearsi poco a poco passando dal rumore delle onde del mare fino ai movimenti di danza che riflettono la spensieratezza e la gioia di vivere della madre di Carla.
Ma il vero piacere nel vedere questo corto è dato dal legame che, seppur in un contesto di finzione, si viene a creare tra le due. Un rapporto che si consolida in maniera graduale quando le due linee temporali cominciano a incrociarsi, tenute insieme dall’esperienza della maternità che termina con una sequenza poetica e di grande impatto.