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Cortometraggi

Rivolta e malinconia. La recensione del corto di Mattia Biondi

30 settembre, Cinema Moderno, Lucca Film Festival, Mattia Biondi, Piccolo Cinema Ovale

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Venerdì 30 settembre presso il Cinema Centrale, nell’ambito del Lucca Film Festival, verrà proiettato fuori concorso il cortometraggio di Mattia Biondi Rivolta e malinconia. Mescolando materiale d’archivio di provenienza diversa e adoperando modi di rappresentazione anticonvenzionali ricomposti in unità dal montaggio, il regista riflette sul passato e sulla modernità, concentrandosi sul senso del romantico proprio nel suo rapporto col passato e col moderno.

In sedici inquadrature in campo-controcampo, un uomo che corre su una spiaggia deserta, si volta e- rivolgendosi a un uditorio fuoricampo-, tenta di convincerlo della necessità di preservare il passato «dalla fiumana della storia», poiché, come spiega, «ciò che è fragile», come appunto il passato «è sempre nuovo». L’uditorio- un pubblico altoborghese riunito in un grande e fastoso salone in abiti di foggia antiquata inquadrato nei controcampi-, lo ascolta attento e perplesso, tributandogli infine un lungo applauso e cenni d’approvazione. L’argomentazione dell’artista è dunque riuscita a convincere il  pubblico borghese? 

Volutamente spiazzante, come ogni opera sperimentale, il cortometraggio ostenta fin da subito una tensione verso la ricerca di un linguaggio cinematografico che spezzi ogni più tenue legame col cinema narrativo e il modo di rappresentazione cui il pubblico è avvezzo: di qui, l’uso della fotografia in bianco e nero e la rinuncia al sonoro, sostituito da didascalie come nel cinema muto

La tesi di fondo, cui il titolo rimanda in modo esplicito, è quella proposta dal saggio omonimo di Michael Löwy e Robert Saye (Rivolta e malinconia. Il romanticismo contro la modernità), dove la temperie culturale nota appunto come romanticismo non viene più intesa come rottura col classicismo precedente ma, al contrario, come una critica radicale della modernità in nome degli ideali e dei valori del passato, dunque premoderni.

Così inteso, il romanticismo appare, dalla sua origine in poi, segnato da un’ambiguità di fondo: la rivolta contro una modernità che minaccia la memoria del passato, e la malinconia per la sua perdita: malinconia dalla quale, però, si genera quel sentito di rivolta che anima il protagonista. Il modo di rappresentazione adottato dal regista che prevede, come si diceva, il recupero di materiale d’archivio, l’uso del bianco e nero e la rinuncia al sonoro. Attraverso queste scelte espressive, il film si pone esso stesso come consapevole ripresa di un linguaggio cinematografico antitetico a quello moderno.

Non si tratta però di mero recupero nostalgico; piuttosto della rilettura critica di un lessico cinematografico ormai inattuale ma che, attraverso l’elaborazione cui viene sottoposto da un montaggio anticonvenzionale, si dimostra capace di parlare allo spettatore (come l’artista che si rivolge all’uditorio) e mostrandogli un nuovo possibile modo di rappresentazione cinematografico, dove quanto ritenuto passato vive e pulsa di una nuova ed inedita vitalità artistica- anche per quel pubblico borghese e compassato cui il protagonista con tanto slancio e convinzione si rivolge.

Rivolta e malinconia

  • Anno: 2021
  • Durata: 5'
  • Distribuzione: Piccolo Cinema Ovale
  • Genere: Found footage, sperimentale
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Mattia Biondi
  • Data di uscita: 30-September-2022

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