Mississippi, 1962. Sulle note di Jackson della coppia Cash-Carter, Eugenia, alias Skeeter torna nel Sud degli Stati Uniti dopo l’università. Diretta immediatamente alla sede del giornale locale, riesce con facilità a trovare un lavoretto, per fare un po’ di esperienza e poter realizzare il suo sogno, quello di diventare una scrittrice. La madre di Eugenia, però, non sembra entusiasta delle scelte professionali della figlia; l’unica cosa che la ossessiona, infatti, è che trovi presto un marito come le sue amiche, le cosiddette madri-bambine, ragazze poco più che ventenni già con pargoli al seguito.
L’inequità della società americana
Le ragazze che giocano a fare le signore hanno tutte la stessa caratteristica: come le loro madri, e le madri delle loro madri, affidano interamente la casa e i figli a domestiche di colore, con tanti oneri e pochi diritti. Ma i tempi stanno cambiando e il vento del cambiamento a Jackson, Mississippi, sembra portarlo proprio la giovane Skeeter assieme ad una squadra di stanche e coraggiose cameriere del profondo Sud..
Tratto dall’omonimo best-seller di Kathryn Stockett (oltre 10 milioni di copie vendute nel mondo, in Italia edito da Mondadori), The Help è l’opera seconda di Tate Taylor, anche lui cresciuto in Mississippi, amico storico della Stockett e autore della trasposizione cinematografica del romanzo. Dietro la coppia quasi inedita, però forte del successo letterario di The Help, c’è una produzione come la Dreamworks e l’esperienza decennale di un veterano del cinema come Chris Columbus (regista dei primi due Harry Potter, di Mamma ho perso l’aereo e autore dei Gremlins e dei Goonies, tanto per citarne alcuni).
Il colore rosa
E si vede. Cast tecnico ineccepibile e una performance corale tutta al femminile di prim’ordine: Viola Davis (Il Dubbio), Jessica Chastain (The Three Of Life), e anche due evergreen come Allison Janney e Sissy Spacek, in una commedia dai toni drammatici e dalle tonalità pastello, che edulcora il ritratto di una situazione critica nella storia degli Stati Uniti. Tematiche come il razzismo e la parità di diritti si intrecciano in un racconto pieno di sentimentalismi, “zuccheroso” quasi come un classico della Disney.
È vero che la classicità non è un difetto e, anzi, The Help ne fa tesoro, rischiando però di eccedere in alcuni momenti, ricordando un po’ quelle grandi torte colorate piene di melassa che si trovano nelle vetrine delle pasticcerie in America. Gli americani ne vanno matti, in Europa dopo un po’ annoiano. Il film di Taylor negli USA ha spopolato e già si parla di Academy, mentre in Germania al box office non è andato poi così bene. In Italia, staremo a vedere!