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Interviews

La perdita di un figlio. ‘Maigret’, Simenon e Depardieu condividono un dolore e ne fanno opera d’arte

Con l'occasione dell'uscita in sala di 'Maigret' il 15 settembre, abbiamo incontrato Patrice Leconte, il sensibile regista che ha reso più umano Maigret vestito da un eccelso Depardieu. Sia Maigret che Simenon che Depardieu hanno perso un figlio e la condivisione rende scrittura, interpretazione, verità.

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Con l’occasione dell’uscita in sala di ‘Maigret’ il 15 settembre, in 170 copie per Adler, abbiamo incontrato Patrice Leconte, il sensibile regista che ha reso più umano Maigret vestito da un eccelso Depardieu. Sia Maigret che Simenon che Depardieu hanno perso un figlio e la condivisione rende scrittura, interpretazione, verità.

La recensione completa qui

La locandina di ‘Maigret’

maigret

Il romanzo

Il romanzo, il cui titolo originale francese  è “Maigret et la jeune morte” è stato scritto nella tenuta Shadow Rock Farm di Lakeville (Connecticut) dall’11 al 18 gennaio 1954. Fu pubblicato per la prima volta in Francia l’11 giugno dello stesso anno presso l’editore Presse de la Citè. Questo è il quarantacinquesimo romanzo dedicato all’ispettore. “Maigret e la giovane morta”, il film diretto da Patrice Leconte  è tratto dall’omonimo romanzo di Georges Simenon con protagonista il commissario Maigret.

‘Tutta colpa della nonna’

Alla domanda di Enrico Magrelli su come Leconte si sia avvicinato a Simenon e Maigret, il regista racconta: “mia nonna leggeva tanto Maigret e Simenon. Quando finiva un romanzo, io prendevo subito il libro e lo leggevo. Adoravo le descrizioni e i personaggi. In realtà pensavo fosse una forma di letteratura facile, ma mi sbagliavo. Poi quando all’ultimo anno di liceo il professore di filosofia ci ha detto – signori studieremo Cartesio e Kant, ma per me Simenon è il più grande filosofo contemporaneo – da li ho capito che non è letteratura facile la sua, ma appassionante”.

Con questo film ho avuto voglia di dare una nuova vita a Maigret, in un’ambientazione parigina. Una storia come questa, con una carica emotiva molto forte, devo dire che mi ha sconvolto. Non è un’indagine poliziesca come le altre. C’è una ragazza morta, che ha poco più di 18 anni, morta così in abito da sera, sembra assurdo. Maigret è stanco, anziano, non ha più molta voglia. Il lavoro, cioè il capire chi l’ha pugnalata e capire chi era quella giovane, gli ridà voglia di agire. Di solito si vuole scoprire chi è l’assassino. Per una volta non si scopre il colpevole. Qui è l’identità della vittima che gli interessa

Tre domande a Patrice Leconte

GSS: questo è un film intimista. Parlando di appartenenza volevo chiederle sentendo le cose in modo intimo e personale riescono meglio, se lei ha scelto apposta per la grave perdita subita del figlio, il meraviglioso Depardieu che a sua volta interpreta Maigret che ha perso un figlio come Simenon? La somiglianza tra Maigret, Simenon e Depardieu è enorme. Anche per la capacità di sintesi, di essere asciutti sia nella scrittura che nel carattere che nell’interpretazione. Corroborata dalla ottima e cupa fotografia di Ivan Gelo.

PL: ha ragione rispetto alla tristezza accumulata nel film, il decesso di questa giovane 18enne morta, Maigret che aveva una figlia che avrebbe della stessa età e anche Simenon che ha subito la perdita di una figlia. Per quanto riguarda Gerard Depardieu, Guillome che è morto troppo presto, a soli 37 anni. Peraltro c’è una scena del film quando il vecchio signor Kaplan dice a Maigret: “quando si perde un figlio si perde tutto. Non resta più niente. Solo la notte. Solo le tenebre” e Depardieu risponde: “lo so signor Kaplan, lo so.

Il giorno in cui abbiamo girato questa scena, questa inquadratura veramente eravamo tutti sul punto di piangere perché io sapevo per Depardieu quale fosse la carica emotiva nel pronunciare quelle sue tre brevi battute.

Devo dire che Depardieu, ancora prima di fare leggere la sceneggiatura, mi ha detto subito di si. Non avevamo mai lavorato assieme, ed è stato straordinario. Depardieu è imponente, meticoloso guarda molto, osserva tutto ed è simile al personaggio e ai suoi silenzi. Guarda tutti con i suoi occhi ai raggi laser, anche in fondo al set lui nota tutto e si interessa di tutto e quando si appassiona è davvero incredibile a livello di concentrazione e disponibilità anche.

E’ riuscito perfettamente anche grazie alle numerosissime esperienze che ha alle spalle, a trasferire il carattere malinconico, autunnale crepuscolare del film

 

Maigret

 

GSS: L’insolito caso di Mr. Hire è un suo film del 1989, remake di Panico, diretto nel 1946 da Julien Duvivier e tratto anch’esso dal romanzo di Simenon. Ora ha ripreso Simenon con ‘Maigret’, grazie anche a Jérôme Tonner. 

Siccome si dice che non ci sia due senza tre, ha intenzione di rifare anche qualcos’altro di Simenon? Ad esempio Trois chambres à Manhattan, libro meraviglioso il cui film risale a Marcel Carné. Potrebbe essere un film senza drammi e omicidi, ma un film diverso di Simenon che parla d’amore?

PL: No, non ci sarà una altro Maigret. Questo è sicuro. Non vedo cosa potrei apportare di nuovo se no diverrebbe una serie. Io faccio cinema invece.

GSS: Nemmeno se fosse un Simenon senza Maigret come Tre camere a Manhattan?

PL: Non so se mi resta il tempo alla mia età. Ci penserò

GSS: Lei ha dichiarato: “Ho cominciato a fare da solo le inquadrature con Tandem e da allora non ho più lasciato la macchina da presa a nessuno, semplicemente perché l’inquadratura fa parte integrante della regia. E poi gli attori amano avere l’occhio del regista vicino. E questo finisce per falsare completamente il punto di vista. Non voglio mai fare vedere ai miei attori come lavoro”. Dato che filmare Depardieu da vicino che lavora a tutto tondo ed è esperto dopo 70 anni di lavoro, mi chiedevo se sia riuscito in questo film a condividere con lui o no?

PL: Si si sicuramente c’è stata condivisione, ma l’idea di inquadrare da solo è qualcosa che io faccio già da Tandem per l’appunto, in cui avevo voglia di inquadrare io i miei film e mi sono autorizzato a farlo. In Francia è raro che un regista abbia anche questo ruolo. Immagino anche in altri paesi. Ed è vero che questo crea una prossimità incredibile con gli attori perché sanno anche che il tipo dietro alla macchina da presa è anche l’autore del film.

Si crea anche un’intimità e una complicità preziosa. E’ davvero molto toccante filmare un attore come Depardieu. Questa grande stazza che vede tutto e conosce tutto del cinema. Si attiene all’essenzialità, ed è scafato da questo punto di vista. L’ultimo giorno delle riprese, l’ultimo giorno sul set, non è modesto quello che sto per dire, ma me lo concedo, avevamo girato l’ultima scena, è sempre triste perché l’avventura è finita. Tutta la troupe era presente, alla fine del nostro film abbiamo bevuto una coppa di champagne e Depardieu ci ha detto una cosa magnifica :

“Vi ringrazio tutti e tutte perché in questi ultimi anni ho fatto film. Qui con voi ho fatto cinema” e credo che questo valga tutti i premi Caesar del mondo”.

Due parole sul e del regista Patrice Leconte

Già dal suo tautologico e ironico primo lungometraggio: Il cadavere era già morto, Leconte aveva contribuito ad affermare il suo eclettismo e il suo umorismo lieve, ma non leggero. E’ sempre lui che realizza personalmente le inquadrature dei film che dirige e riesce a motivarlo così:

«Ho cominciato a fare da solo le inquadrature con Tandem e da allora non ho più lasciato la macchina da presa a nessuno, semplicemente perché l’inquadratura fa parte integrante della regia. E poi gli attori amano avere l’occhio del regista vicino.

Quando vedo un regista dietro al suo monitor mi dico: “Ma sta già guardando il suo film alla televisione!” e penso che sia un grosso pericolo. È il controllo video che spinge un regista a fare sempre più primi piani, perché quando si osserva un campo lungo sul monitor non si vede nulla. E questo finisce per falsare completamente il punto di vista»

La sinossi di ‘Maigret e la giovane morta’

Maigret indaga sulla morte di una giovane ragazza. Non c’è niente che la identifichi, nessuno sembra conoscerla o ricordarla. Durante le indagini Maigret incontra una delinquente, che somiglia stranamente alla vittima, e risveglia in lui il ricordo di un’altra scomparsa, più antica e più intima…

Maigret, il film diretto da Patrice Leconte, segue la storia di una giovane ragazza che una mattina di marzo viene trovata morta, uccisa con cinque coltellate, in Place Vintimille a Parigi, con indosso un abito da sera e una borsetta.

Nessun elemento identifica il cadavere. A indagare sul caso sarà il commissario Gérard Depardieu, che con il suo metodo collaudato e l’esperienza dell’accanito osservatore riuscirà, tassello dopo tassello, a risalire alla vittima.
Nessuno sembra conoscere o ricordare la giovane, ma il commissario scopre che si tratta di Louise Laboine, una ragazza minorenne trasferitasi qualche anno prima a Parigi nel tentativo di dare una svolta alla sua vita.

Louise aveva stretto amicizia con Jeanine Armenieu (Mélanie Bernier), una giovane in cerca di fortuna riuscita ad arrivare alle porte dell’alta società, a differenza della vittima, rimasta inerte cadendo in miseria. Riuscirà il commissario Maigret a risolvere l’intricato caso?

 

 

 

'Maigret'

  • Anno: 2022
  • Distribuzione: Adler Entertainment
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Patrice Leconte
  • Data di uscita: 15-September-2022

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