Nella cornice della 79a edizione della Biennale del Cinema di Venezia, si è chiusa la 37a edizione della Settimana Internazionale della Critica, con la proiezione del lungometraggio di esordio di Yasmine Benkiran, regista e sceneggiatrice marocchina, dal titolo Queens (Malikates).
Queens alla Settimana internazionale della Critica
Queens racconta le vicende di tre donne, con la polizia alle calcagna, che intraprendono una lunga fuga che le porta ad attraversare le aspre terre rosse e le valli fiorite dell’Atlante per raggiungere il mare.
Un road movie al femminile attraverso il Marocco, Queens si pone come spunto riflessivo sulla condizione delle donne magrebine.
La trama
Zineb, interpretata da Nisrin Erradi, in carcere per droga e dedita alle rapine, dopo essere entrata in possesso dell’arma di servizio di una guardia, grazie ad una rissa, riesce a fuggire. Raggiunge un istituto a cui è stata affidata la figlia undicenne Inès, interpretata da Rayhan Guaran, e incontra casualmente Asma, interpretata da Nisrine Benchara, che lavora in un seminterrato come meccanico, sognando il mondo esterno, dal momento che vede solo attraverso una finestra del posto di lavoro.
Zineb, dopo aver rubato il camion delle consegne che trasportava Asma, la costringe a partecipare alla fuga che le porterà, attraverso incredibili avventure, da Casablanca alla spiaggia di Tan-Tan.
In un leggero turbinio di avvenimenti, le protagoniste prendono in mano davvero le loro vite.
La recensione di Queens
Il ritmo lambisce l’action, gli slanci narrativi e il sapore di realismo magico evocato dalla bambina, rendono il film piacevole ed energico.
Yasmine Benkiram ci mostra gli ostacoli sociali e culturali della libertà femminile e le possibili conseguenze alla “disobbedienza” in una realtà culturale come quella del Marocco. Ci mostra l’amore per la sua terra, affidando la direzione della fotografia a Pierre Aïm, che ha accompagnato la storia con precisione e grande sensibilità.
Brave Nasrin Erradi e Nasrine Benchara nella capacità di aver saputo raccontare i propri personaggi prima di tutto con il corpo, sostenendo maggiormente la sceneggiatura.
Un inizio piacevole e ottimista per Yasmine Benkiran.