La stanza lucida è la quarta opera audiovisiva della filmmaker e artista Chiara Caterina. Selezionata alla 37a Settimana Internazionale della Critica del Festival di Venezia 79, è stata presentata al pubblico giovedì 8 settembre 2022.
Prodotto dalla stessa Chiara Caterina e da Luca Mosso, il film ha come unico interprete Francesco Napoli.
La stanza lucida – La trama ufficiale
Ritornato a casa dopo la fine di un amore, un uomo si ritrova negli spazi di una stanza vuota. I gesti e le azioni che compie scandiscono il tempo della sua solitudine e alcuni oggetti gli offrono conforto temporaneo prima che un sonno profondo lo catturi. Un sogno lucido darà inizio ad un rituale di guarigione.
Un flusso d’immagini preludio di un sogno
Le immagini presentate nel film partono dai dettagli di una dimora fatiscente e disabitata. Un uomo, di cui all’inizio si scorgono solo dettagli del viso, vi si stabilisce e inizia a compiere una serie di gesti. Sono gesti apparentemente comuni: farsi la barba, sfogliare una mappa stradale, guardare dei messaggi in chat da cui si capisce la fine di una storia, bere tanta acqua, osservare una mosca morta stecchita su uno specchio. Poi entra in scena un bambolotto nudo, uno di quelli parlanti, al quale il protagonista dipinge la faccia di blu, per poi dipingersela egli stesso. La storia sembra prendere una svolta verso il realismo quando il protagonista, dopo aver guardato una serie di diapositive d’immagini di famiglia, avvia un mangianastri con una registrazione di voci. Si tratta della testimonianza, davanti al giudice, del vigile del fuoco che nel luglio del 1980 trova per primo il cadavere del pilota libico abbattuto col suo Mig sui monti della Sila. Fatto di cronaca mai chiarito, la cui giusta interpretazione sarebbe la chiave per la risoluzione di uno dei più grandi misteri della storia recente d’Italia: l’abbattimento del DC 9 a Ustica del giugno dello stesso anno.
Fine della realtà
Il protagonista si addormenta e tre lune in sovraimpressione ci annunciano un suo sogno. Da qui un altro flusso d’immagini ci accompagna verso la fine. Sono immagini spesso deformate e riflesse, adornate di riverberi di luce, o trasmesse a rovescio. Di nuovo la faccia blu, una mano tocca una rosa. Poi l’affresco della tomba del tuffatore di Paestum, una brutta cicatrice in faccia, un panino mangiato, le onde del mare sul bagnasciuga, il fuoco…
E col fuoco finisce il sogno del protagonista e la storia di questo film, con le immagini del bambolotto squagliato che lentamente riprende forma, mentre, sulla musica di Dvorak, un flusso veloce di immagini del vissuto ripercorre la giornata del protagonista.
La stanza lucida, un corto d’autore
La stanza lucida è un cortometraggio che si può definire sperimentale ma che strizza l’occhio alla videoarte. La rappresentazione del fantastico e dell’onirico fuori da una trama ad arco, insieme a una narrazione per simboli che vira verso la poesia, svela una ricerca di autorialità che rendono La stanza lucida un’opera interessante.
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