In Selezione Ufficiale alla 19esima edizione delle Giornate degli Autori, arriva dal 18 Luglio al Cinema Padre Pio l’ultimo lavoro di Abel Ferrara.
Distribuzione RS Production.
RS Productions – Casa di produzione indipendente
A indossare il saio del santo, Shia La Beouf, che si cimenta con un ruolo alquanto inedito, ma pieno di potenzialità. La sua prova supera il test, offrendo uno sguardo intimo e umano su una delle più note figure della cristianità.
Padre Pio | La trama
Pio (La Beouf) arriva a San Giovanni Rotondo, piccolo paesino in provincia di Foggia, in un momento delicato e cruciale della storia. Alla ricerca di un luogo in cui meditare e fare ammenda, e possibilmente ritrovare un suo equilibrio, il giovane uomo inizia un percorso al fianco dei monaci del convento di Santa Maria delle Grazie. I suoi incubi sono frequentati da presenze tentatrici e aggressive, che lo spingono spesso a chiedere aiuto, tra le urla.
So che mi darai ciò di cui ho bisogno.
Nel frattempo, anche la comunità del posto sta affrontando una lotta interna: in vista delle elezioni comunali, socialisti e fascisti si combattono a suon di manifesti e propaganda. Ben presto, però, lo scontro si sposterà su un altro livello, quello della minaccia, della violenza e del sangue versato.
Il ritorno di Abel Ferrara con tinte horror
Ferrara torna dietro la macchina da presa, a distanza di circa un anno da Zero and Ones (2021), per raccontare un episodio storico tragico, ma poco conosciuto, che gli sta particolarmente a cuore. Si tratta dell’eccidio del 14 ottobre 1920, durante il quale persero la vita ben 14 persone e ne furono ferite 80.
La pellicola viene sviluppata su due binari ben distinti, paralleli, ma, in qualche modo, associabili. Da un lato la fede religiosa, dall’altro la fede politica. Utilizzando un punto di vista esterno, per lo più oggettivo, il cineasta lega quindi le vicende di Padre Pio con quelle dei cittadini di San Giovanni Rotondo. Entrambi i soggetti attraversano una fase particolarmente complicata delle rispettive esistenze.
Che si tratti di demoni personali o di personificazioni demoniache in carne e ossa, il tragitto è costellato di dolore, sofferenza, delusione e paura. Al fine di rendere al meglio simili suggestioni, Ferrara utilizza spesso inquadrature al rallenty, con una fotografia sgranata e satura, che si concentra sui dettagli. Sembra quasi di percepire un ancestrale gusto per l’horror, molto efficace in numerosi momenti della narrazione.
Tra bisogno di riscatto e di coraggio
Tra le tematiche toccate dalla storia, c’è ovviamente il riscatto, a cui ambiscono probabilmente tutti i personaggi, chi in un modo e chi in un altro. Un riscatto che assume i tratti di una vera e propria liberazione, dalle ossessioni e dagli oppressori. Due espressioni per indicare una medesima situazione di attesa e di assogettazione, dalla quale è necessario affrancarsi. Ne va della propria sopravvivenza, ma anche di quella dei propri cari e di una comunità intera.
Anche le scarpe sono divise.
Il coraggio, che chiede in preghiera Pio, si rivela nei gesti di Giovanna (Cristina Chiriac, moglie di Ferrara), una donna costretta a rimboccarsi le maniche e a rivestire il ruolo di padre e madre insieme. Sarà proprio lei a simboleggiare la rivoluzione e a portare la bandiera rossa come una moderna incarnazione della “Libertà che guida il popolo” (celebre quadro di Eugène Delacroix).
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