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La journée de la jupe (Med Film Festival 2009)

“Di nuovo il difficile tema della scuola nel cinema francese, dopo la recente vittoria al Festival di Cannes de “ La classe” di Laurent Cantet. « La journée de la jupe » di Jean-Paul Lilienfeld vede, tra l’altro, il ritorno di una straordinaria attrice, Isabelle Adjani, protagonista di pellicole illustri girate da registi di culto (Truffaut, Herzog, Ivory, Techinè)”.

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Di nuovo il difficile tema della scuola nel cinema francese, dopo la recente vittoria al Festival di Cannes de  La classe di Laurent CantetLa journée de la jupe di Jean-Paul Lilienfeld vede, tra l’altro, il ritorno di una straordinaria attrice, Isabelle Adjani, protagonista di pellicole illustri girate da registi di culto (Truffaut, Herzog, Ivory, Techinè).

Sonia Bergerac (Isabelle Adjani) è una professoressa di francese in un liceo con ragazzi difficili. Anche lei ha diversi problemi personali: il marito l’ha lasciata da poco ed è a un passo da un crollo nervoso. Una mattina, durante uno dei soliti alterchi con gli indisciplinatissimi studenti, nota il passaggio di una borsa sospetta tra le mani di due ragazzi e tenta di requisirla per sondarne il contenuto, che si rivela essere una pistola. Questo è l’antefatto che disegna l’architettura della sceneggiatura, poiché Sonia, esasperata dalla maleducazione e dall’intolleranza dei suoi studenti, s’impossessa dell’arma e sequestra una buona parte della classe.

Comincia tutta la kermesse poliziesca, con gli uomini delle teste di cuoio che provano a negoziare con la tenace professoressa la quale, in realtà, cerca semplicemente di essere, per una volta, ascoltata dai suoi alunni. In Francia è sempre presente la questione razziale, vista la massiccia presenza di neri, musulmani, ebrei, cattolici e le relative difficoltà di convivenza. In questo senso si rivela assai attuale il film, giacché Sonia, nonostante le sue origini musulmane, non cesserà mai di professare la laicità della scuola pubblica o il diritto delle ragazze d’indossare la gonna nell’orario scolastico. Durante il sequestro, si assiste a notevoli colpi di scena (l’arma passa anche nelle mani di molti studenti) che sviluppano uno psico-dramma collettivo che non risparmia alcuno. Drammi personali, problemi sociali, culturali, etnici, religiosi, tanta è la materia affrontata in maniera originale da questo film.

L’epilogo è tragico e commovente e, chi scrive, non ha potuto trattenere un liberatorio applauso.

Luca Biscontini

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