Margini, il debutto al lungometraggio di Niccolò Falsetti, è adesso disponibile su Paramount+. Ed è un debutto “che spacca”. L’opera è stata in concorso alla Settimana Internazionale della Critica 2022 e al Festival del cinema di Porretta edizione 2022. Originario di Grosseto, classe 1987, il cineasta si cimenta con una storia di musica e amicizia che ha il sapore, lo spirito e il mood dei film di un tempo.
Margini | La trama
Ambientato in un’estate degli anni Ottanta, nella piccola città della Maremma Toscana, Margini ha per protagonisti tre amici musicisti: Michele (Francesco Turbanti, anche co-sceneggiatore), Edoardo (Emanuele Linfatti) e Iacopo (Matteo Creatini). Alle prese con un atteso concerto a Bologna, i tre iniziano a escogitare dei metodi per prepararsi al meglio, nonostante i vari impegni e le difficoltà economiche.
Se non che la serata salta, e tutto il loro mondo sembra crollare a pezzi. Deciso a non farsi abbattere dalle avversità e a sfruttare l’occasione, Michele, il più grande dei tre, propone di invitare il gruppo, a cui avrebbero fatto da spalla a Bologna, nella loro città. Grosseto si prepara così ad accogliere una delle band punk più famose del momento, i Defense… Ma l’organizzazione di un vero e proprio concerto non sarà così semplice come pensano i protagonisti.
Un’unica direzione
La forza di un progetto come questo va rintracciata innanzitutto nella passione messa in campo da ogni singolo membro della troupe. È evidente che sotto ci sia qualcosa che accomuna tutti verso un’unica direzione. A partire dagli autori sino ai produttori – tra i cui nomi spuntano persino i Manetti Bros., nella cui seconda unità Falsetti ha lavorato più volte – l’obiettivo sembra essere quello di divertire e, soprattutto, divertirsi.
Ne viene fuori un’opera prima incredibilmente gagliarda (tanto per restare in tema di toscani), scorrevole, realistica. Un’opera che “pompa”, esattamente come la musica che la guida. Lo street punk così amato dai protagonisti diventa un compagno gradito e ricercato anche dal pubblico, che viene completamente immerso – se non bombardato – dalle note potenti e quasi assordanti delle canzoni.
Tre amici, una generazione e tanta musica punk
Michele, Edoardo e Iacopo rappresentano una generazione che fatica a trovare il suo spazio. Il primo ha una famiglia che non sa bene come mantenere, il secondo lavora in un locale del compagno della madre ma deve sottostare a regole che gli vanno strette. Forse solo Iacopo ha, in qualche modo, capito quale sia la sua strada, ma non senza sacrifici e, ovviamente, non in Italia.
L’amicizia che lega i tre è l’altro grande fil rouge di Margini. Uniti dalla loro arte e dal sogno di continuare a praticarla il più possibile, affrontano gli ostacoli che si trovano dinanzi con la grinta e la furbizia di cui sono dotati. E se uno si perde d’animo, l’altro lo risolleva. Perché il vero senso dell’amicizia è in fondo proprio qui. E anche quando i rapporti sembrano incrinati, a causa di forze maggiori, l’affetto vero non permette mai di spezzare quel legame.
Il dialetto toscano, che caratterizza ogni singola battuta del film e che conquista con quella sua cadenza così cordiale, permette di identificare e caratterizzare alla perfezione i vari personaggi, ma anche le situazioni e il contesto. Per quanto semplice e leggero possa apparire il progetto, si respirano una genuinità, un amore verso ciò che si sta facendo e un desiderio di riuscirci, che fanno davvero la differenza. E hanno reso Margini una delle migliori proposte dell’edizione 2022 della SIC.
Festival di Porretta Terme: intervista al Direttore Luca Elmi
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