Kim Ki-duk sarà presente alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia grazie all’opera postuma Call of God. Nel cast Abylai Maratov, Zhanel Sergazina.
il sito
Call of god testamento di Kim Ki-Duk
L’aspettativa dell’Amore si è insediata nel cuore di una giovane donna. I confini tra sogno e passione sono molto sfuggenti. La vita è piena di privazioni fisiche e, naturalmente, di piaceri sensuali. Il significato profondo di tutto questo è l’Amore. Più profondo è il sentimento, più intense sono le emozioni. Ogni ragazza sogna di incontrare un giorno l’amore della sua vita. Un uomo che ha vissuto molte esperienze la aiuta a scoprire la dimensione della passione e dei sensi e la conduce alle ‘soglie del paradiso’, dove i due trionferanno. Ma la passione acceca e presto l’uomo diventa schiavo del corpo sensuale della giovane donna. La consapevolezza della propria sensualità porta la ragazza a cercare di sottomettere l’oggetto del suo amore. Le emozioni portano dolore e sofferenza agli amanti, ma anche ai loro parenti e amici. Riuscirà la giovane eroina a soddisfare le aspettative dell’uomo che amava e a renderlo felice… a diventare la sola e unica? Chi la aiuterà a trovare la strada giusta? Forse la misteriosa voce al telefono? O basterà svegliarsi e capire che era solo un sogno, solo un sogno. (dal sito della Biennale).
Call of God testamento finale
Di questo parla l’ultimo film di Kim Ki-duk, girato nell’estate 2019 in Kirghizistan e portato a termine dagli amici e dai colleghi di Kim dopo la sua inaspettata scomparsa nel dicembre 2020.
Il film sarà visibile sulla Sala Web della Mostra dal 6 settembre per iscritti a Biennale Cinema Channel e MYmovies ONE, ma la piattaforma è ricca di altri titoli dello stesso autore e offre la possibilità di un excursus privilegiato nella sua filmografia.
Un’occasione per scoprire o riscoprire un autore da sempre divisivo, specie alla luce delle polemiche e delle contraddizioni che hanno accompagnato l’ultima parte della sua esistenza.
Lo spazio dell’anima. Il cinema di Kim Ki-duk diventa un libro
L’unione degli archivi di Fareastream e Kvision, entrambe piattaforme che aderiscono a MYmovies ONE, permette uno sguardo sulle diverse fasi della carriera di Kim. A partire dagli inizi rappresentati da L’isola (2000), Real Fiction (2000), Address Unknown (2001) e Bad Guy (2001).

Real fiction
Kim Ki-Duk a Venezia 79 gli inizi e il successo
A partire da Venezia con L’isola, si accorgono del talento di Kim, che arriva come uno schiaffo – gli amanti autolesionisti di L’isola, o l’ambiguo e violento Bad Guy – a rimettere in discussione i valori morali della critica e della cinefilia occidentale.
Address Unknown introduce invece alla divisione tra Nord e Sud, su cui Kim tornerà con La guardia costiera (2002) e, in fase avanzata della propria carriera, con Il prigioniero coreano.
La fase in cui Kim è più celebre è mostrata da alcuni dei suoi titoli più classici, quali Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera (2003), La samaritana (2004) e Ferro 3 (2004), tra i più noti e amati del regista coreano.
Dream è un ibrido tra documentario e opera di finzione, in cui il regista incarna un personaggio vero o vero-simile.
Il documentario di Antoine Coppola Kim Ki-duk, cinéaste de la beauté convulsive consente di riflettere e provare a rispondere alle molte domande aperte lasciate dalle opere di Kim Ki-duk.
Call of God sarà proiettato a Venezia al pubblico il 6 Settembre.
Kim Ki-Duk le parole del regista
Che cos’è la vita? Cos’è la giovinezza? Che cos’è la vecchiaia? Tutti gli esseri umani invecchiano e alla fine muoiono. Più ci si avvicina alla morte, più gli esseri umani sentono la mancanza e ricordano la loro giovinezza. Mi manca la giovinezza dei miei vent’anni. Tuttavia, poiché ho commesso molti errori in gioventù, se potessi tornare indietro nel tempo, vorrei davvero agire bene. Ma la vita non può mai tornare indietro.
Kim Ki-duk il poeta del vero, genio ribelle senza dimora