‘Il talento di Mr C’ – Essere Nicolas Cage … e recitarsi addosso

É disponibile su Netflix il bizzarro e a tratti esilarante Il talento di Mr C, ove la consonante finale in maiuscolo evidenziata a fine titolo dopo l’appellativo, sta ad indicare che si sta parlando dell’attore e divo hollywoodiano Nicolas Cage.

Una commedia ironica con spunti action interpretata dal nostro istrionico Nic Cage e incentrata su se stesso.

Ne Il talento di Mr C, infatti, Cage interpreta se stesso, vivendo una vita privata parallela probabilmente abbastanza in linea con ciò che si conosce sulla vita del divo. L’attore compie in tal modo, da parte sua, un grande lavoro di auto-ironia su alcune caratteristiche piuttosto dibattute, riguardanti la spesso caotica tendenza a farsi scritturare in pellicole commerciali a ripetizione, che spesso non aiutano a mettere in evidenza l’indubbia verve attoriale con cui Cage ha saputo essere grande in svariate occasioni.

Un lavoro frenetico che Cage ha sempre giustificato con il doversi prodigare a mantenere inalterato la famiglia e il proprio tenere di vita.

Dichiarazioni che hanno spesso lasciato perplessi i fans che lo lodano per alcune sue interpretazioni magistrali e allo stesso tempo inorridiscono nel vederlo costretto in copioni di qualità davvero infima.

Nicholas Cage ovvero… l’arte di sapersi prendere in giro

 

Una star  stufa di fare cinema (con una vita disordinata e condotta al di sopra delle proprie possibilità tra alberghi di lusso e altri vizi) e  che si vede costretto ad accettare il ruolo più umiliante dopo quarant’anni di carriera: partecipare alla festa di compleanno di un milionario in Grecia.

Tutto questo non sapendo che l’uomo (l’attore cileno, naturalizzato Usa, Pedro Pascal) è anche un criminale ricercato dalla CIA e trovandosi pertanto a doversi trasformare in un infiltrato (mimando una situazione che assomiglia non poco alla trama di uno dei suoi film commerciali, interpretati a raffica per ragioni economiche).

Il talento di Mr. C – la recensione

Il film, diretto dallo statunitense Tom Gormican, e che trova nel cast anche la nostra Alessandra Mastronardi, parte in modo scoppiettante, forte di una sceneggiatura brillante che permette a Cage di gigioneggiare come è lecito in quel contesto.

Poi la svolta gialla, che inizia comicamente per trasformarsi in  qualcosa che mima quasi seriamente i filmacci di Cage degli ultimi anni, trasforma il divertissement in qualcosa di più meccanico, fino a che la retorica sulla famiglia non sopraggiunge a rovinare gran parte di ciò che il divertente incipit era riuscito a creare.

Peccato.

Il Cage fisicamente in gran forma alla soglia dei suoi primi sessanta, celebra se stesso negli eccessi che lo animano senza possibilità di controllo, assicurando, almeno a tratti, un godibile spettacolo.

Il film, nonostante non convinca mai fino in fondo, finisce suo malgrado per trasformarsi in un ulteriore inevitabile pietra miliare di una carriera d’attore forte e unica, originale proprio perché tutta salite e discese, in quel luna park hollywoodiano ove l’eccentrica star, nipote di Francis Coppola, resta un ingranaggio fondamentale.