Come le lumache è il cortometraggio di Margherita Panizon.
Presentato in concorso alla Settimana della Critica di Venezia, è scritto dalla regista con Marco Borromei.
Interpretato da Seif Bakr e Orlando Moro, è prodotto dalla TICO Film.

La trama di Come le lumache
Simone è un giovane ragazzo che si arrampica tra gli arbusti del Carso triestino, nel mondo magico dell’infanzia dove si nasconde per sentirsi libero. Lui è un “fantasma”
per gli altri, i coetanei che lo conoscono solo per ciò che vedono: un diverso etichettato secondo semplici stereotipi. Sayid invece è un giovane migrante, uno dei molti adolescenti che, come fantasmi, lasciano tracce su quello stesso paesaggio.
Queste due tipologie di creature s’incontreranno in uno spazio magico e si aiuteranno a vicenda a rendersi meno invisibili ai propri occhi, attraverso un piccolo viaggio tra i boschi verso il mondo reale. In questo percorso i due si conoscono e imparano a conoscere paure e passioni reciproche e si scoprono meno diversi di quanto sembrano.

La recensione
Un taciturno Simone si muove sentendosi a suo agio nel bosco, ascoltando della musica, avvicinandosi all’acqua, ai tronchi degli alberi, agli insetti.
Il cortometraggio Come le lumache, girato nel suggestivo ambiente naturale del Carso, presenta tre personaggi. Il primo è Simone, ragazzo in piena adolescenza, silenzioso e curioso, così a suo agio nella natura da far capire allo spettatore quanto le sia amica da tempo. Il secondo è Sayid, un giovane migrante che compare all’improvviso, intento ad osservare Simone che danza vicino all’acqua. L’incontro tra i due avviene in modo spontaneo, senza indugi e senza pregiudizi. Infatti, l’uno potrebbe apparire “strano” agli occhi dell’altro, e viceversa. Invece, complice probabilmente il teatro in cui avviene questa conoscenza, ognuno viene visto per chi è. Un ragazzo.
Il terzo personaggio, o forse la protagonista di questo corto, è la natura. Ricca, affascinante, profonda come l’acqua, brillante come l’erba su cui i personaggi si fermano a parlare. La natura abbraccia queste due solitudini, le guida e le custodisce in un luogo in cui possono essere sincere e libere.

Come le lumache di Margherita Panizon
Classe 1989, Margherita Panizon si è laureata in cinema e teatro pratico alla University of Reading (UK) e ha frequentato l’Atelier del cinema del reale di FilmAP a Napoli.
Dopo aver preso a parte a laboratori di documentario partecipativo, si trasferisce a Parigi dove lavora con la casa di produzione Les Film d’Ici che si occupa anche della produzione di Fuocoammare di Gianfranco Rosi.
Attualmente sta lavorando al suo primo film, Lo sconsegnato, finalista al premio Solinas nell’edizione del 2021.
La regia della Panizon è semplice, composta da sequenze di piani medi, campi lunghi volti a mostrare la “scenografia” del cortometraggio. Una scenografia affascinante, quella suggestiva del Carso. Intelligentemente la regia sottolinea il particolare rapporto tra uomo e natura. L’utilizzo di un tono di luce naturale comunica un ambiente familiare e intimo. La bellezza di questo rapporto, unico e vero perché vuoto di pregiudizi e artefici, è la chiave di lettura e la riuscita di questo cortometraggio che, speriamo, possa avvalersi di una buona distribuzione.
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