A seicento anni dalla nascita avvenuta il 6 gennaio 1412, Alphaville Cineclub propone, dall’11 al 15 gennaio prossimi nella sua sede di Via del Pigneto 283 alle ore 21.00, la rassegna cinematografica ‘Storia di Giovanna’, selezione di pellicole di grandi autori della storia del Cinema che hanno voluto raccontare, ognuno secondo il suo stile e la propria necessità artistica, l’incredibile storia di Giovanna d’Arco, autodefinatasi Pulzella d’Orleans, eroina tra mito e realtà e dunque indispensabile protagonista del cinema dalle origini ad oggi, dalla sua prima apparizione, nel 1895, in una inquadratura fissa firmata Edison, sino alle gesta spettacolari di lungometraggi più recenti, senza peraltro dimenticare la commovente citazione godardiana in ‘Questa è la mia vita’ (1962).
Giovanna d’Arco, figlia di contadini (Domrémy 1412 – Rouen 1431), analfabeta, a 13 anni cominciò a credersi visitata da messaggeri celesti che la esortavano prima a pietà, e poi, descrivendole le piaghe della Francia, le presentavano come un volere divino la cacciata degli Inglesi. Così, persuasa a poco a poco di essere stata scelta da Dio per compiere il miracolo della salvezza della Francia, si fissò chiaramente gli scopi da raggiungere: liberazione di Orléans e consacrazione a Reims del re Carlo VII e, in un secondo tempo, attacco a fondo contro gli Anglo-Borgognoni. Abbandonata dunque la casa paterna nel gennaio del 1429, poté presentarsi alla corte di Carlo VII ed ottenere di cavalcare – senza nessun comando – alla testa dell’esercito che andava a soccorrere Orléans. La sua presenza entusiasmò le truppe: tra il maggio e il luglio di quell’anno Orléans era liberata, il nemico battuto, il re Carlo consacrato a Reims. Ma alla mirabile epopea non tenne dietro un’azione militare risolutiva. Il re e la corte, diffidenti ed incerti, impedirono alle energiche vedute di Giovanna di tradursi in realtà: lasciata pressoché sola, si fece ferire invano sotto le mura di Parigi per poi cadere nelle mani dei Borgognoni ceduta come bottino di guerra di Giovanni di Lussemburgo agli Inglesi per 10.000 scudi d’oro. Nulla fu tentato dal re Carlo VII per liberarla: l’eroica Giovanna fu così tradotta a Rouen, dinanzi ad un tribunale di ecclesiastici e sottoposta, dal 9 gennaio al 30 maggio 1431, ad estenuanti interrogatorî, finché fu condannata come “scomunicata ed eretica” ed arsa viva. Quando Carlo VII ebbe rioccupata Rouen si iniziò il lavoro di revisione del processo, che condusse a una sentenza di annullamento e di riabilitazione il 7 luglio del 1456. Nel 1895 Leone XIII la dichiarava venerabile; Pio X, nel 1909, beata; Benedetto XV, nel 1920, santa.
Eroina della Francia ed esaltata come testimonianza divina della missione affidata alla Francia stessa, Giovanna D’Arco ha però una popolarità universale e, modernamente, suscita un interesse sempre nuovo per la problematica umana e religiosa che la sua vita comporta. Alla figura di Giovanna si sono ispirati numerosi scrittori ed artisti che ne hanno dato diverse interpretazioni, da Shakespeare, nell’Enrico VI (1623) in cui appare all’inizio un’eroina nazionale che, nell’ultimo atto, si trasforma in una donna – strega lussuriosa, a Voltaire, per il quale è una visionaria che procede d’avventura in avventura sospinta da un cocente, ma insoddisfatto desiderio d’amore nel poema La Pucelle d’Orléans del 1775, da F. Schiller che la esalta come purissima vergine non contaminata dalle lusinghe d’amore a G. B. Shaw che, nel dramma Saint Joan (1923), ne fa la prima martire protestante nonché una bandiera dello spirito nazionale moderno. (Fonte Treccani)
Gli esordi cinematografici di Giovanna coincidono, incredibilmente, con le origini del cinematografo; nel 1900, infatti, dopo Edison ed il suo Execution of Joan d’Arc, anche il padre del cinema di fantasia George Méliés mette in scena Jeanne d’Arc, composto da dodici tableaux animati della durata complessiva di una quindicina di minuti, dipinti a mano ed in stile realista, con la protagonista in armi e varie comparse: ad interessarlo fu la possibilità di sperimentare alcuni trucchi per rappresentare le apparizioni dell’Arcangelo Gabriele e delle Sante, nonché il librare dell’anima della pulzella in cielo. L’anno della beatificazione, il 1909, decreta la creazione di altre due composizioni: Albert Capellani gira Jeanne d’Arc per la Pathé, e Mario Caserini firma La vita di Giovanna d’Arco per la Cines. Nel 1916 prende vita il pioneristico racconto colossale sull’eroina, Joan the Woman, di Cecil B. De Mille con una combattente Geraldine Farrar, cantante lirica molto famosa a quei tempi. La storia della pulzella assume, per la prima volta nel cinema, le caratteristiche di un racconto completo potenziando la grandiosità degli eventi. La particolarità di questa produzione cinematografica, di circa centocinquanta minuti in bianco e nero, risiede nella libertà con cui il regista usa il mito a sostegno della tesi interventista degli Stati Uniti, che l’anno seguente aderiranno alla Grande Guerra al fianco degli alleati europei. Tuttavia l’essenza della già Santa è portata sotto i riflettori, in circa ottantacinque minuti di deciso bianco e nero, da Carl Theodor Dreyer che, nel 1928, firma La passione di Giovanna d’Arco, usando il volto di un’attrice di teatro che divenne popolare grazie al film, Renée Falconetti. Opponendosi allo stile di De Mille, mise in scena una Giovanna priva di ogni trucco, non facendo leva su alcun elemento spettacolare, narrando soltanto alcuni interrogatori inquisitori, la tortura e la morte al rogo.
Dopo i film muti su Giovanna d’Arco, le guerre mondiali, l’introduzione del sonoro, l’avvento del cinema classico hollywoodiano ed il nazismo, ci avviciniamo alla seconda metà del Novecento: scenario di altre pellicole sul mito di origine francese, firmate da Fleming, Rossellini, Preminger, Bresson, Rivette e, la più recente, da Besson.
La selezione di Alphaville prevede, mercoledì 11 gennaio, la visione di Giovanna D’Arco – Le battaglie (1994), opera colta, laica, razionale firmata dal regista Nouvelle Vague Jacques Rivette ed interpretata ‘fisicamente’ da un’intensa e femminile Sandrine Bonnaire, giovedì 12 gennaio sarà possibile (ri)vedere Giovanna D’Arco (1928) del maestro danese Carl Theodor Dreyer, opera scarna ed essenziale da sempre esempio di purezza cinematografica (come dimenticare i volti ripresi in carrellate laterali?); venerdì 13 la serata prevede, alle 21.00, Il processo a Giovanna D’Arco (1962) del grande regista francese Robert Bresson, resoconto dell’ avventura mistica di una giovane caparbia e coraggiosa, ma anche metafora del suo modo di fare cinema, alle 22.30 Giovanna D’Arco al rogo (1954) di Roberto Rossellini, racconto di episodi della vita di Giovanna, qui con il volto e l’impronta neorealista di Ingrid Bergman.
Sabato 14 gennaio la storia di Giovanna si fa contemporanea e dunque spettacolare grazie a Luc Besson, regista francese molto apprezzato da un pubblico davvero trasversale, che qui firma la sua versione cinematografica in Giovanna D’Arco di Luc Besson (1999), film con venature horror-epico-new age in cui estremamente suggestive sono le scene di battaglie e le innumerevoli gesta guerriere…opera spudorata? Ed infine, domenica 15, Giovanna si fa donna e martire dei nostri giorni attraverso la storia, ispirata al maestro danese Dreyer, di Le onde del destino (1996), melodramma di fiammante erotismo diretto da Lars Von trier, qui con cinepresa a spalla e necessità di raccontare gli abissi del delirio e le frontiere del misticismo, anche se spesso attraverso rivoli a prima vista insensati…
Le proiezioni saranno precedute dalla visione di Jeanne d’Arc (1900) di George Meliès e da I Simpson, opere di pubblico Dominio: Giovanna d’Arco.
Info: cineclubalphaville.it
alphaville2001@libero.it
3393618216-3388639465