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Immaturi – Il viaggio

Immaturi – Il viaggio sa come e quando far sorridere lo spettatore, merito di uno script e di una regia che sfruttano al meglio quello che di buono avevano a disposizione, con l’aggiunta di una sostanziosa dose di romanticismo che non guasta mai.

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Anno: 2012

Distribuzione: Medusa

Durata: 100′

Genere: Commedia

Nazionalità: Italia

Regia: Paolo Genovese

A un anno circa dall’uscita del primo capitolo, sulla scia di un inaspettato exploit al botteghino (15 milioni di euro), arriva nelle sale nostrane il secondo atto delle (dis)avventure dei sette protagonisti di Immaturi. L’allegra e variegata brigata di quarantenni si ritrova dopo le fatiche della maturità in quel di Paros, splendida località delle Cicladi, per quel viaggio che il gruppo non era riuscito ad organizzare un ventennio prima. Come si dice: non è mai troppo tardi ed eccolo al gran completo a godersi una meritata vacanza all’insegna del sole, del mare e del completo relax. Ma a far loro compagnia ci pensano mogli, fidanzate, genitori e figli, che rendono la trasferta balneare nell’incantevole isola greca una vera e propria odissea.

Confermato il cast, con qualche new entry chiamata a garantire una spruzzatina di novità al tutto, Paolo Genovese può così portare sul grande schermo un sequel che non fa rimpiangere il primo episodio. Gli ingredienti principali restano comunque la coralità e la buona costruzione dei tempi comici, anche se a rubare la scena ci sono ancora una volta i siparietti – che poi sono stati il piatto forte del film del 2011 – tra il personaggio di Lorenzo (Ricky Memphis) e quello del padre interpretato da Maurizio Mattioli. Intorno, con e da essi si snoda una piacevolissima e divertita narrazione che mescola la commedia vacanziera in località esotica con le gag, le atmosfere, gli equivoci e la nostalgia che caratterizzavano già il primo capitolo.

Immaturi – Il viaggio sa come e quando far sorridere lo spettatore, merito di uno script e di una regia che sfruttano al meglio quello che di buono avevano a disposizione, con l’aggiunta di una sostanziosa dose di romanticismo (vecchie e nuove storie d’amore che si consolidano, vacillano perché messe alla prova e destinate a nascere in maniera del tutto inaspettata) che non guasta mai. A differenza del film del 2011, questa volta il plot e i personaggi hanno più respiro e le singole one line vengono di conseguenza sviluppate con più libertà, perché svincolate dal compito di essere introdotte e rese familiari al pubblico. Del resto, questa è l’eredità a favore o in moltissimi casi il peso insostenibile con i quali fare i conti tutte le volte che ci si deve confrontare con un sequel.

A conti fatti, il film ci mette qualche minuto di troppo a carburare, ma quando ciò si verifica le risate e i sorrisi prendono il sopravvento; ritardo dovuto probabilmente alla mancanza di un’idea semplice, e allo stesso tempo folgorante, di riportare – come accaduto nella pellicola della scorsa stagione cinematografica – sette quarantenni a rivivere le ansie e le paure degli esami della maturità, che tanta fortuna hanno regalato anni or sono a Brizzi & Co. Qui Genovese e l’affiatato gruppo di attori al seguito vivono di rendita, la stessa che senza alcun dubbio gioverà al sequel dell’amico, ex collega di set e ora avversario al box office, Luca Miniero con il suo Benvenuti al Nord. L’importante è, però, che la pellicola sia riuscita, che faccia sorridere e intrattenga nella maniera giusta la platea; e questo è ciò che conta veramente e Immaturi – Il viaggio, da questo punto di vista, non delude le attese.

Francesco Del Grosso         

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