Da qualche giorno su Sky è possibile vedere la penultima fatica di Abel Ferrara: Zeros and Ones, un thriller fanta-apocalittico complesso che segue il non meno controverso Siberia (2020), e precede il nuovo progetto su Padre Pio, che sarà presentato nei prossimi giorni al Festival di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori.
Zeros and Ones di Abel Ferrara in concorso al Locarno Film Festival
Zeros and Ones Un thriller fantapolitico scientemente confuso e impenetrabile
J.J. è un soldato americano che raggiunge Roma in treno, in piena notte.
La città è sotto assedio a causa di una non ben identificata emergenza militare i cui effetti pratici si assimilano, nelle atmosfere cupe e desolate, al lockdown che abbiamo vissuto di recente.
Il proposito del militare è quello di rintracciare il fratello gemello sparito in circostanze poco chiare.
Dopo aver fatto visita a una giovane donna che ebbe una relazione col fratello, l’uomo (non si capisce chiaramente se perché scambiato per il lui o perché è un soldato americano) viene prima contattato, poi inseguito da una serie di loschi personaggi, tra spie della polizia e agenti infiltrati, della CIA e del KGB.
Una notte cruciale quella del soldato in fuga, che rivela i contorni inquietanti di una città bloccata dalla pandemia, ma soprattutto dallo stato d’assedio, che forse approfitta proprio dell’emergenza da contagio per tenere sotto controllo una situazione sul punto di esplodere.
Zeros and Ones – la recensione
Composto da una prefazione e un epilogo che, per puntuale ammissione del protagonista (un solerte e non poco perplesso Ethan Hawke ) costituiscono entrambi parte integrante del film, l’ultima fatica cinematografica dell’ormai trapiantato romano Abel Ferrara, sfrutta questa inquietante atmosfera da guerra in atto, tristemente nota nell’inverno/primavera della prima ondata di contagi, per parlarci dei misteri che potrebbero annidarsi nel quieto vivere di una democrazia, e comprometterla, dietro le libertà di base nella quale si nascondono minacce di apparati deviati, che poi si occupano di dare la caccia e togliere dalla circolazione chi osa ribellarsi.
Il film si concentra sul dualismo di un protagonista che nei panni dei due fratelli che si cercano. O meglio uno cerca l’altro che forse è stato eliminato per essersi opposto al sistema oppressivo da lui scoperto.
L’abilità di Ferrara è senz’altro quella di saper e poter dirigere un thriller dai contorni fantapolitici con un’abilità di ripresa degna di un vero intrigo e che gli consente di girare con una troupe agile e senza avvalersi di costosi soppalchi scenografici, ma traendo spunto da una situazione contingente come è, in questo caso, quella della pandemia.
Un film improvvisato
Un film davvero a basso costo, quasi improvvisato, ma nel senso buono del termine, che trae spunto da situazioni vere, per parlarci di complotti possibili e di persecuzioni nascoste e portate in atto da una organizzazione che non si vede, ma esiste e pianifica.
Per fortuna il film non allude a nulla che possa far pensare a costrizioni vaccinali o persecuzioni e lavaggi del cervello, alla base dell’ipotetico complotto che fomenta animi e comportamenti della minoranza “novax”, attualmente ancora piuttosto motivata a non cedere.
Il film rimane volutamente nel vago, tanto che lo stesso Hawke ammette di aver affrontato il progetto più per una fiducia totale nel regista, che per una chiara comprensione della vicenda, che rimane scientemente oscura e si affida più alle suggestioni che a fatti chiaramente identificabili.
Abel Ferrara, che regala anche stavolta piccoli ruoli o anche solo camei alla bellissima moglie Cristina Chiriac e alla figlioletta Anna, è un mago nel ricreare atmosfere. E queste sono la vera forza di un thriller che riesce tuttavia a prendere emotivamente e a farsi seguire, nonostante in pratica non ci racconti nulla di così concreto da meritare una vera e canonica bozza narrativa, per stessa ammissione del protagonista che ammette di essere un po’ trasalito quando gli è stato presentato il canovaccio con il soggetto del film.
Nel cast anche Valerio Mastandrea nei panni di un losco agente che cerca con tutti gli stratagemmi di conoscere le verità su misteri così fitti e complessi, di cui spesso non arriviamo neppure a comprendere davvero i contorni.
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