‘Giorni d’estate’ il film di Jessica Swale: nei miti, la resilienza dell’umanità

Distribuito da Movies Inspired, dal 25 agosto è in sala il film Giorni d’estate, il debutto nel lungometraggio della regista britannica Jessica Swale, una drammaturga vincitrice del Premio Olivier.

Giorni d’ di Jessica Swale al cinema

Giorni d’estate nasce da una sceneggiatura originale nella quale la Swale ci immerge in un mood da favola semplice, leggero, volutamente positivo. In questo microcosmo decisamente forzato nella accondiscendenza (visiva, naturalistica), stereotipato nelle caratterizzazioni umane, la regista innesca tematiche ‘di rottura’ affidandole alla sua protagonista.

La trama del film Giorni d’Estate

Alice (Gemma Arterton) è una donna indipendente, spigolosa, che ha fatto terra bruciata attorno a sé: definita la ‘strega’ dai ragazzini che la vengono a importunare. Vive isolata dal mondo nella sua splendida casa in cima alla scogliera nel Sussex. Consuma le giornate nel lavoro, tra studi e scritti. Il folclore, i miti, la sua ossessione: l’ausilio della scienza le permette di confutare l’esistenza della magia, alla ricerca della Terra d’Estate, quel mondo parallelo a cui l’uomo si aggrappa affrontando il dolore della perdita, il vuoto della morte.

Siamo in piena seconda guerra mondiale. Alice si ritrova davanti la porta di casa Frank (il bravo ed empatico Lucas Bond), un ragazzino evacuato da Londra. Anche Alice, come tutta la piccola comunità che la circonda, deve fare la sua parte ed ospitarlo. Dopo una serie di risentite negazioni, a malincuore e con la condizione di restituire il fanciullo non appena una vera famiglia possa occuparsene, la donna lo prende con sé.

Questo incontro cambierà profondamente la vita della nostra eroina, dentro un avvicendamento di situazioni che metteranno in ballo anche il suo passato, tormentato da un amore impossibile a cui Alice ha dovuto rinunciare.

Summerland Feature Film Stills by Michael Wharley

Il paradiso pagano

Il perno di Giorni d’estate è quel luogo parallelo. Un aldilà tutto terreno che si rivela in imprevedibili e labili momenti a chi resta. Una comunicazione alimentata da miti e leggende, scrutando la natura, i suoi segni, i confini che sembrano stagliarsi davanti agli occhi. Alice lo cerca per blindarlo nella spiegazione scientifica, Frank invece riesce a vederlo spontaneamente e inaspettatamente. L’innocenza e la semplicità del ragazzo, anche nel reagire con naturalezza al segreto che Alice si porta dentro, andranno inevitabilmente a rompere la corazza della donna, segnata dal dolore e dalla disillusione.

Un film troppo circolare

Tra flashback e presente, Giorni d’estate perde la sua fluidità andando a chiudere un cerchio forzatamente inclusivo di tutto. Le estreme coincidenze a cui assistiamo ci spiazzano non poco sull’ eccessiva prevedibilità di una narrazione che era riuscita fino a buona parte del film a restare credibile nonostante le molteplici semplificazioni.

Una favola, Giorni d’estate, che ha il pregio di trattare dentro un linguaggio visivo alla portata di tutti una visione femminile non omologata, il concetto di perdita, di abbandono, di imprevedibilità della vita a cui ognuno è sottoposto e con cui ciascuno deve confrontarsi.  Il fascino della scienza, dei miti, delle leggende. Di quella resilienza umana capace di partorire la Terra D’estate in cui ciascuno nella propria vita può rifugiarsi con speranza e bellezza.

Post Scriptum: la traduzione italiana del titolo originario Summerland defocalizza la sostanza del film e del progetto di Jessica Swale. Curiosa di comprendere il motivo di una simile caduta di senso del suo titolo in Italiano.

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