Presentato alla 79 Mostra del cinema di Venezia in anteprima mondiale, Gli spiriti dell’isola,The Banshees of Inisherin, scritto e diretto dal mai deludente Martin McDonagh, (lo stesso che fece divertire tutti con Tre manifesti ad Ebbing, sempre a Venezia nel 2017), è su Netflix dal 28 dicembre 2023.
Possiamo dire che il 90 per cento delle persone che incontriamo sia noioso? La risposta di questo film, dal punto di vista di Brendan Gleeson, uno dei due eccelsi protagonisti, pare proprio essere si.
Ci sono luoghi noiosi, persone noiose, argomenti noiosi. E il peggio avviene quando questi sono tutti e tre lì contemporaneamente.
“Hai parlato per due ore della cacca del tuo asinello. Sei noioso”.
“Ho la sensazione che il tempo mi scappi di mano – dice Brendan nel ruolo di Colm, annoiato, colto, suonatore di violino, amante della musica e un po’ arrogante – e voglio usarlo al meglio”
E proprio attorno alla noia, ruotano le vicende tragicomiche del film. Il divario/abisso tra cultura ostentata, velata arroganza di chi ha qualcosa da dire, magari perchè ha studiato, contrasta con semplicità, (bontà) e serenità e una totale mancanza di argomenti.
La crasi tra una vita legata alla lettura e una disgiunta da essa, genera una doppia spirale che risucchia i due protagonisti diversissimi e provoca enorme ironia. Almeno all’inizio.
Così come fece Tre manifesti ad Ebbing, film originale, presentato sempre a Venezia nel 2017.
The Banshees of Inisherin racconta un microcosmo. Seppur la guerra mondiale, civile, condominiale, si avverta in lontananza, nel film si narra invece un villaggio, quasi medioevale, in cui il tempo è fermo. C’è il pub, la pettegola della drogheria, c’è il matto, l’orgoglio ferito e i rimpianti del passato, la depressione: tutti elementi shakespeariani.
Il film parte come commedia. Ironica, spiritosa, leggiadra ed evolve in dramma. L’originale ballata si svolge nelle lande irlandesi tra paesaggi mozzafiato, rupi scoscese a strapiombo sul mare, grandi pinte di birra e sherry, capre, asinelli e noia. Tanta, tantissima noia.
Ma non c’è da spaventarsi. La noia è del vivere dei protagonisti, non del film, noia che in qualche modo ha toccato ciascuno degli spettatori nella vita, sia essa endogena o generata da altri.
L’accumulo di noia perenne causa malessere profondo. In un caso sfocia in autodistruzione, nell’altro nel voler distruggere. In entrambi i casi nell’amore per l’alcool, unico ritrovo del sè. Questo differenzia i due protagonisti, ora ex amici.
Due parole con il regista confermano che il film è girato nei luoghi della sua infanzia tra nonni e parenti dove, al di la degli animali, c’è solo il nulla e il J.J Devine Bar per affogare nell’alcool la non comunicazione che tocca tutti.
Sembra quasi che gli unici a capire, dotati di serenità e sensibilità, siano proprio e solo gli animali: il Border Collie di Colm, l’asino di Padraic, le caprette che vagano.
Il film è corroborato dalla splendida fotografia di Ben Davis che ben calibra toni plumbei, cerulei come i cieli che rappresenta. E di sicuro i cuori degli uomini opachi che li abitano.
La trama
Ambientato su una remota isola al largo della costa occidentale dell’Irlanda, The Banshees of Inisherin segue le vicende di due amici di vecchia data, Padraic e Colm, che si ritrovano in un’impasse quando Colm decide bruscamente di porre fine alla loro amicizia.
Padraic, sbalordito, non accetta questo rifiuto e tenta di ricucire la relazione, aiutato dalla sorella Siobhan e da Dominic, un giovane isolano tormentato. I ripetuti sforzi di Padraic, tuttavia, non fanno che rafforzare la determinazione dell’ex amico e, quando Colm lancia un disperato ultimatum, gli eventi precipitano rapidamente, con conseguenze scioccanti.
Il cast di ‘The Banshees of Inisherin’
Gli attori sono perfetti, spettacolari tutti, ognuno di loro a suo modo veicola accuratamente il tema del film e in totale armonia tra loro. Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, and Barry Keoghan. Barry Keoghan, uno su tutti, con la faccia più strana del mondo, l’attore preferito del regista greco Lanthimos , è perfetto nel ruolo del fool shakesperiano, l’elemento di disturbo del villaggio.
La musica
La musica di Carter Burwell unita al potente studio del suono di Simon Willis che usando toni bassi e gonfi annuncia ‘burrasca’, sono perfetti per gettare lo spettatore nello sconforto di anime incomprese che, da buone, si trasformano in feroci e che da noiose diventano più interessanti.
La Produzione
Blueprint Pictures (Graham Broadbent, Pete Czernin), Martin McDonagh