Disponibile su Disney+, dal 29 luglio 2022, Not Okay è una commedia dolceamara, profondamente ancorata alla società attuale e portatrice di messaggi fondamentali. La giovanissima Quinn Shephard, classe 1995, scrive e dirige, caratterizzando la sua opera con un accattivante stile pop. Ciliegina sulla torta, i nomi dei protagonisti: la Zoey Deutch di Vampire Academy e il Dylan O’Brien di Teen Wolf.
Not Okay | La trama
Danni Sanders (Deutch) sogna la celebrità. Sebbene si ritenga una scrittrice a tutti gli effetti, è in realtà una photoeditor con poco senso della notizia, e ancor meno sale in zucca. Non considerata dal suo capo, né dai colleghi che la tengono a distanza, Danni cerca in ogni modo di emergere. Gli stessi genitori appaiono distanti e distratti; l’unica compagnia, alla quale si confida e apre, è il suo porcellino d’India.
State attenti a cosa ca**o desiderate.
Un giorno, per caso, le balena in mente un’idea, per cui finge di trasferirsi a Parigi per un seminario di scrittura. Comincia così il suo reportage Social, che la immortala nelle location più iconiche della capitale francese e con oggetti simbolo, quali la baguette o il basco.
Se non che, una mattina, si sveglia e scopre degli attentati che hanno sconvolto Parigi. Trovandosi costretta a mentire, per rassicurare le persone che avevano iniziato a seguirla, inventa una storia che le permette di non perdere la notorietà sin lì acquisita.
L’originalità dell’equilibrio instabile
Not Okay si rivela un’opera alquanto originale. Non per le tematiche, ma piuttosto per il modo in cui si sviluppa, in un equilibrio instabile tra politicamente scorretto e socialmente utile.
Per quasi tutta la durata del film, Danni si presenta come una ragazza frivola, indifferente alle reali problematiche che la circondano, egoriferita. È mossa dal desiderio di essere notata, seguita e riconosciuta per strada. Ma alla base, soffre di un senso di vuoto e di solitudine, probabilmente incolmabile.
Eppure ciò non può essere una giustificazione alle azioni che compie. Le menzogne che racconta, e che sfrutta per un mero scopo personale, porteranno a ferire chiunque l’abbia presa come riferimento. Se dalla sua (finta) esperienza potrebbero scaturire importanti messaggi, di speranza, coraggio e umanità, tutto viene vanificato dalla sua superficialità, ingenuità e indelicatezza.
Li conquistiamo con la verità.
Tra Social e attivismo, Not okay tratta temi importanti
Sviluppato in nove capitoli, ciascuno dei quali rappresenta una tappa del percorso compiuto dalla protagonista, Not Okay getta luce su una realtà stratificata e sfumata. E appare evidente la difficoltà nel darle un’interpretazione o un giudizio che siano univoci.
I Social sono ormai entrati nella quotidianità della maggior parte della popolazione mondiale, ma rendersi conto di come cambino le opinioni, in base a un commento o a un like, fa ancora spavento. Quello che dovrebbe essere un mezzo di comunicazione, utile a tenere insieme una comunità, all’insegna di valori positivi e condivisi, spesso si rivela solo uno strumento per fare del male. E senza averne una solida padronanza, quel male può riversarsi anche su noi stessi.
Non credo di piacermi molto, forse non mi sono mai piaciuta.
A fianco di tale discorso, la pellicola si sofferma molto sulla questione, scottante, delicata e viva, della politica delle armi negli Stati Uniti. Segno di quanto anche le nuove generazioni percepiscano l’urgenza di intervenire, dire la loro e non restarsene a guardare mentre il loro paese si tinge di rosso.
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.