Arriva su NetflixMa, un horror incalzante che indaga le nevrosi di un senso materno deviato da drammatiche circostanze.
Un film di genere in cui è possibile riconoscere, tra il nutrito cast, star di una certa notorietà. Primeggia un’ inedita Octavia Spencer, per una volta assai distante dagli abituali ruoli da commedia o dramma, nonché una rediviva Juliette Lewis e Luke Evans.
L’offerta impossibile da rifiutare
Quando una banda di ragazzini intenti a procurarsi illegalmente da bere per una serata su di giri, incrocia la sua strada con la solitaria ma apparentemente aperta e disponibile quarantenne di colore Sue Ann, costei accetta di acquistare gli alcolici di cui necessita il gruppo. La donna decide poi, ‘amabilmente’, di offrire loro, come dimora per la serata di bagordi, la propria cantina di casa, dove i ragazzi possono trascorrere momenti di sballo in un luogo sicuro, al riparo dalle ronde di polizia.
La donna, che da quel momento si farà chiamare Ma, diventerà l’idolo della banda, almeno fino al momento in cui il suo comportamento ( inizierà a spiare ogni ragazzo anche attraverso lo strumento dei social) diventerà ossessivo e compulsivo. Mossa dal terrore di tornare ad essere ignorata ( anzi derisa) come avveniva da giovane, puntualmente messa in disparte, fino a divenire oggetto dei più crudeli scherzi adolescenziali nella scuola da lei frequentata, la donna avrà un’ improvvisa reazione.
Ma – la recensione
L’intolleranza, la mancata integrazione e la pubblica umiliazione possono creare mostri. Il cinema ce lo racconta sin dagli albori.
Dal prolifico regista di successi commerciali di un certo livello qualitativo, come The Help e La ragazza del treno, Tate Taylor, Ma è più un thriller che un vero e proprio horror, incentrato sull’ ossessione della solitudine e del non sapersi omologare agli standard crudeli e vincolanti di una società che non ammette tanto facilmente chi non le si accoda.
Più di ogni altra cosa, è l’interpretazione intensa e vigorosa di Octavia Spencer, qui in veste anche di produttrice del film, che rimane impressa. Il suo ruolo ricorda da vicino, pur con le differenti connessioni del caso, quello “kinghiano” di Misery dell’omonimo romanzo ed adattamento di Rob Reiner con la grandissima Kathy Bates (che per il ruolo controverso e forte si guadagnò l’Oscar).
Nel cast di tutto rispetto, fa piacere ritrovare Juliette Lewis nei panni della mamma della protagonista adolescente, appena arrivata in città, mentre il ruolo dell’ormai adulto oggetto del desiderio della giovane Sue Ann è affrontato da Luke Evans con coerente pertinenza fisica.
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