Il cast de Il paese del melodramma di Francesco Barilli
Nel cast, Luca Magri (con cui Barilli ha già collaborato più volte nella sua carriera: Il Solitario, La casa nel vento dei morti, L’Urlo), qui anche in veste di produttore del film, che interpreta il protagonista CarloGandolfi. Poi ci sono anche Luc Merenda, uno dei volti simbolo del cinema italiano degli anni ’70,già diretto da Barilli in Pensione paura (1977), qui nel ruolo della Morte; Nina Torresi, nel personaggio di Angelica, l’insegnante di Gandolfi. E infine Eugenio Degiacomi, “rivale” del protagonista e Stefano Pesce, nel ruolo di Sovraintendente.
Altre informazioni sul film
La direzione della fotografia è affidata a Alessio Gelsini Torresi (Americano Rosso, La Scorta, Ultrà, Jack Frusciante è uscito dal gruppo), già vincitore del David di Donatello e candidato agli Emmy Awards.
Il film è ambientato interamente a Parma. Quattro le settimane di riprese, tra maggio e luglio/agosto 2022. Tra le principali location del centro storico cittadino: il Teatro Regio, Piazza Duomo, il complesso monumentale della Pilotta e il Cimitero della Villetta. Alcune scene sono state girate presso il Museo Ettore Guatelli nel podere Bellafoglia a Ozzano Taro, in provincia di Parma.
La sinossi de Il paese del melodramma di Francesco Barilli
Carlo Gandolfi (LucaMagri) è un bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia. Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell’alcol. La Morte in persona (LucMerenda) decide che è il momento per lui di tornare ad essere protagonista del palcoscenico: vuole che interpreti il “Macbeth” di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.
Note di regia
Il Paese del melodramma è un film sulla lirica, sul Teatro Regio di Parma, sulla dipendenza dall’alcol e sulla tragedia umana. Tra i vari personaggi il più interessante è quello della Morte che ama la musica e Giuseppe Verdi. La Morte è stanca di trasformare gli uomini in cadaveri ed è innamorata dell’arte, perché l’arte in tutte le sue forme non muore mai, mentre muoiono gli autori, lasciando per sempre cose meravigliose. Gli uomini e le donne di questa vicenda sono solo dei burattini in mano al più grande burattinaio della storia: la Morte.