Il dramma di sopravvivenza è una formula ormai assodata e la serie Keep Breathing non si distacca poi troppo dal format.
Qualcuno cade nel deserto e lo seguiamo nel suo oscuro baratro. Aggiungiamo qualche problema interpersonale e la formula è pronta.
Una visione adatta a quasi tutti i tipi di pubblico quella del survival drama, ma ovviamente ciò non significa sempre che hai in mano qualcosa di buono… e Keep Breathing, ultima produzione Netflix di successo (prima nella top ten ) rientra proprio nella categoria del serial ‘alla meno peggio’.
Versione posticcia di Lost ( persone “normali” costrette a sopravvivere in condizioni disumane) Keep Breathing non possiede però gli elementi soprannaturali che hanno reso quella serie interessante. Qui ci troviamo dinanzi ad una strana creatura che oscilla tra azione e melodramma e che riesce a rendere la sopravvivenza in natura ancora meno interessante dei flashback personali della protagonista.
Il risultato? Una serie ‘soporifera’ che in 6 episodi non riesce a far mai il salto di qualità.
Keep Breathing la trama della serie Netflix
Quando il suo aereo privato precipita nella remota provincia canadese, l’avvocata newyorkese Liv è l’unica sopravvissuta e per restare in vita deve lottare contro la natura spietata e i demoni del proprio passato.
La serie thriller di sopravvivenza è coprodotta dagli showrunner e sceneggiatori Brendan Gall, Martin Gero (Blindspot, The Lovebirds) e Maggie Kiley(Dr. Death, Dirty John).
Intervallato da vignette colorate che ci mostrano la vita di Liv prima dello schianto, Keep Breathing ci racconta poi la determinazione della giovane a sopravvivere nella natura selvaggia.
Perché se non lo avessimo intuito, vivere da soli nel deserto è difficile. E il serial questo ci tiene a ricordarcelo continuamente. Liv si tuffa sott’acqua ancora e ancora per recuperare l’attrezzatura dall’aereo, si ritrova faccia a faccia con un orso affamato che mangia le sue riserve di cibo. Fatica a trovare un rifugio. Cerca di superare il tormento per l’assenza della madre e la morte del padre e deve fare i conti con gli scheletri nel suo armadio. Nel farlo mostra una serie di comportamenti alquanto discutibili, ma in fondo siamo in un serial appena sufficiente e, se pur ci poniamo automaticamente delle domande sensate, non è detto che possiamo trovare ‘ragionevoli’ risposte.
Per quanto intraprendente possa sembrare Liv, come fa a capire quali bacche vanno bene da mangiare e come riesce a creare la propria bussola? Perché bruciare mucchi di soldi (gli avvocati lo farebbero?) quando c’è molta legna in giro da incendiare? E perché scaricare farmaci perfettamente buoni (nonostante il potenziale di complicazioni) quando ci sono pericoli in agguato dietro ogni angolo? Non c’è una vera spiegazione per queste decisioni, a parte il creare un’atmosfera più drammatica e una tensione più palpabile al momento del bisogno, forse.
Arriva poi anche una rivelazione ( prevedibile) che spesso circonda le donne (nei film e in TV) che stanno affrontando situazioni già difficili.
Questo colpo di scena aggiunge poco alla trama e serve solo a convogliare un’idea base della serialità: se una donna recita in una serie in cui deve usare tutto ciò che ha per sopravvivere deve anche prendersi cura di qualcun altro. L’istinto materno/coniugale è sempre dietro l’angolo pronto a sbandierare il suo diritto inalienabile di giusta dose di Coraggio.
Altrimenti, sembra che il resto del tempo di Liv, disposta a tutti i costi a sopravvivere, sia solo dominato dal pensiero degli uomini della sua vita. Se non è persa nel pensiero della morte di suo padre, sta sognando ad occhi aperti il collega Danny (Jeff Wilbusch), o è tormentata da Sam (Austin Stowell).
Dunque versione mediocre del genere survival?
Il Lato positivo di Keep Breathing è sicuramente l’aspetto tecnico. La Fotografia è piacevole con una colonna sonora ispirata e una buona recitazione del suo cast principale. Tutto penalizzato però da una configurazione noiosa della trama e delle sue dinamiche evolutive e da un insieme di personaggi ancora più noiosi che non riesce a fare alcuna impressione reale. Il meglio che c’è da dire? Keep Breathing è uno spettacolo nella media da uso e consumo in vuoti pomeridiani.
Mancando la solidità di una storia che sembra sempre la stessa ti sembra non ci sia motivo di guardare questa versione mediocre del genere survival . La storia di Liv non ti appare ne abbastanza avvincente ne degna di una soddisfacente e convincente conclusione. Resta solo lo splendido viaggio visivo all’interno di una Natura selvaggia e misteriosa.
Cast
Melissa Barrera (Scream, Sognando a New York – In the Heights), è affiancata da Florencia Lozano (Una vita da vivere), Jeff Wilbusch(Unorthodox),Joselyn Picard, Juan Pablo Espinosa , Austin Stowell (Il ponte delle spie).